Roma, 12 marzo – Per lo smaltimento dei rifiuti nucleari verrà realizzato un deposito nazionale, con annesso polo tecnologico, che richiederà investimenti per 2,5 miliardi: per l’individuazione del sito, la Sogin fornirà entro i primi mesi del 2013 una prima mappa delle potenziali ubicazioni che sarà poi oggetto di confronto con i territori e le popolazioni potenzialmente interessate. È quanto ha annunciato il ministro per lo Sviluppo economico, Corrado Passera, nel corso di un’audizione alla commissione Bicamerale sul ciclo dei rifiuti (la cosiddetta commissione sulle ecomafie).
Lo stesso Passera ha auspicato che alla luce della mole di investimenti come delle relative ricadute occupazionali, molti comuni potrebbero mostrarsi interessati a ospitare il deposito dei rifiuti nucleari e il polo tecnologico.
Nel frattempo, tra il 2008 e il 2009, si è ridotta in maniera consistente la produzione di rifiuti speciali in Italia. La diminuzione è del 7,3%, da 138,6 milioni di tonnellate a 128,5 milioni di tonnellate. Sono i dati contenuti nell’edizione 2011 del “Rapporto sui rifiuti speciali” dell’Ispra.
Gli esperti ritengono che la riduzione sia strettamente legata a quella del Prodotto interno lordo italiano negli ultimi anni. Nel dettaglio, la riduzione dei rifiuti non pericolosi è stata di 9,1 milioni di tonnellate, pari a una percentuale del 7,1%, mentre è stato ancora maggiore il calo dei rifiuti speciali pericolosi, scesi in percentuale dell’8,6% (pari a 980mila tonnellate). I settori che hanno maggiormente prodotto questa tipologia di rifiuto sono, per i non pericolosi, costruzioni e demolizioni e attività manifatturiere, con percentuali pari rispettivamente al 49,8% e 25,8% del totale, mentre i rifiuti prodotti dagli impianti di trattamento “pesano” per il 16,9%. Per i pericolosi il settore manifatturiero ha prodotto oltre la metà del totale, esattamente il 52,9%. Il 22,7% è attribuibile al settore “servizi, commercio e trasporti”, che ricomprende un quantitativo pari a circa 1,6 milioni di tonnellate di veicoli fuori uso radiati per demolizione dal Pra, mentre una percentuale del 16,4% proviene dalle attività di trattamento rifiuti. Il 71,4% (3,9 milioni di tonnellate) dei rifiuti pericolosi prodotti dal settore manifatturiero deriva dall’industria chimica.
Infine, sempre in tema di scarti pericolosi, è di queste ore la notizia che il consiglio regionale della Toscana ha detto “no” ad accogliere le scorie nucleari. Approvata a maggioranza mozione del gruppo Fds-Verdi. egazette
Lo stesso Passera ha auspicato che alla luce della mole di investimenti come delle relative ricadute occupazionali, molti comuni potrebbero mostrarsi interessati a ospitare il deposito dei rifiuti nucleari e il polo tecnologico.
Nel frattempo, tra il 2008 e il 2009, si è ridotta in maniera consistente la produzione di rifiuti speciali in Italia. La diminuzione è del 7,3%, da 138,6 milioni di tonnellate a 128,5 milioni di tonnellate. Sono i dati contenuti nell’edizione 2011 del “Rapporto sui rifiuti speciali” dell’Ispra.
Gli esperti ritengono che la riduzione sia strettamente legata a quella del Prodotto interno lordo italiano negli ultimi anni. Nel dettaglio, la riduzione dei rifiuti non pericolosi è stata di 9,1 milioni di tonnellate, pari a una percentuale del 7,1%, mentre è stato ancora maggiore il calo dei rifiuti speciali pericolosi, scesi in percentuale dell’8,6% (pari a 980mila tonnellate). I settori che hanno maggiormente prodotto questa tipologia di rifiuto sono, per i non pericolosi, costruzioni e demolizioni e attività manifatturiere, con percentuali pari rispettivamente al 49,8% e 25,8% del totale, mentre i rifiuti prodotti dagli impianti di trattamento “pesano” per il 16,9%. Per i pericolosi il settore manifatturiero ha prodotto oltre la metà del totale, esattamente il 52,9%. Il 22,7% è attribuibile al settore “servizi, commercio e trasporti”, che ricomprende un quantitativo pari a circa 1,6 milioni di tonnellate di veicoli fuori uso radiati per demolizione dal Pra, mentre una percentuale del 16,4% proviene dalle attività di trattamento rifiuti. Il 71,4% (3,9 milioni di tonnellate) dei rifiuti pericolosi prodotti dal settore manifatturiero deriva dall’industria chimica.
Infine, sempre in tema di scarti pericolosi, è di queste ore la notizia che il consiglio regionale della Toscana ha detto “no” ad accogliere le scorie nucleari. Approvata a maggioranza mozione del gruppo Fds-Verdi. egazette
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