giovedì 15 marzo 2012

FORUM DELL’ACQUA: LE MULTINAZIONALI VISTE DA UN CONTADINO


E’ un po’ deluso Val C. Vibal, un contadino delle Filippine, dopo la conferenza alla quale ha partecipato oggi a Marsiglia durante il VI Forum mondiale dell’acqua. Ha avuto poco tempo, il suo intervento era programmato dopo lunghi e teorici discorsi di ministri e dirigenti di grandi istituzioni internazionali. Ma dal tavolo dei relatori, pochi minuti gli sono bastati per sfidare investitori, banche e privati. “Le grandi multinazionali, le fabbriche e le industrie minerarie stanno consumando le nostre riserve d’acqua. Non solo, stanno comprando le nostre terre, con il beneplacito dei governi che chiudono gli occhi davanti all’espansione del landgrabbing. Il diritto alla terra, il diritto all’acqua, sono fondamentali e devono essere garantiti per tutti”.
Pochi istanti prima, il vice-presidente della Nestlé, seduto allo stesso tavolo, aveva detto alla platea che le sue fabbriche – centinaia in aree rurali del Sud del mondo – “producono in maniera del tutto pulita, senza inquinare, senza arrecare danni di alcun tipo”. “Credo che questo signore non sappia di cosa sta parlando, non sta sul terreno” commenta Vibal alla MISNA. “A Central Luzon, la provincia dalla quale vengo, si è impiantata la Pepsi-Cola: da allora gli abitanti delle zone circostanti hanno problemi di acqua potabile”.
“Il dirigente della Nestlé è stato molto bravo ad aggirare la questione. Forse le sue aziende sono molto pulite, ma ha omesso un particolare: la quantità di acqua necessaria per farle funzionare. Quando una multinazionale arriva da qualche parte, deve negoziare con i governi locali per avere l’acqua necessaria. Tutto ciò si fa a discapito delle popolazioni locali, dei contadini. Le grandi aziende agroalimentari entrano in competizione diretta con gli utenti domestici e con gli agricoltori per l’accesso all’acqua” osserva, parlando con la MISNA Hatim Issoufaly, esponente del Comitato cattolico per la fame e per lo sviluppo, partner di Vibal e della sua associazione.
Al Forum alternativo mondiale dell’acqua (Fame) che apre in queste ore Vibal e il Ccfd avranno molto più tempo e spazio per esprimere preoccupazioni ma anche soluzioni per modelli di sviluppo più rispettosi dei diritti umani. Nel frattempo, tra le decine di sessioni di lavoro ancora in corso al Forum ufficiale, la parola passa alle multinazionali di petrolio e gas.
[dal nostro inviato a Marsiglia, Celine Camoin]
MISNA - Missionary International Service News Agency 

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