venerdì 30 novembre 2012

DISOCCUPAZIONE RECORD


L'Istat comunica una serie di pesanti record: +100 mila senza lavoro in un mese


Il tasso di disoccupazione a ottobre supera la soglia dell'11%, raggiungendo l'11,1%, in rialzo di 0,3 punti percentuali su settembre e di 2,3 punti su base annua. Lo rileva l'Istat (dati destagionalizzati e provvisori). E' il tasso più alto da gennaio 2004 (inizio serie mensili). Guardando alle serie trimestrali è il maggiore dal primo trimestre '99. 

Il tasso di disoccupazione giovanile (15-24 anni) a ottobre è al 36,5%, è il livello più alto sia dall'inizio delle serie mensili, gennaio 2004, sia dall'inizio delle serie trimestrali, IV trimestre 1992. Lo rileva l'Istat (dati destagionalizzati e provvisori) aggiungendo che tra i 15-24enni le persone in cerca di lavoro sono 639 mila.

A ottobre il numero record di disoccupati deriva da un aumento del 3,3% su base mensile, con quasi cento mila persone in più alla ricerca di un impiego rispetto a settembre (+95 mila), mentre su base annua si contano 644 mila disoccupati in più, con un rialzo del 28,9%. 

Il numero dei disoccupati a ottobre e' di 2 milioni e 870 mila. E' il livello più alto sia dall'inizio delle serie storiche mensili, gennaio 2004, sia dall'inizio delle serie trimestrali, IV trimestre 1992. Lo rileva l'Istat in base a dati provvisori e destagionalizzati.

Nel terzo trimestre i dipendenti a termine sono 2 milioni 447 mila a cui si aggiungono 430 mila collaboratori, sommando le due categorie si arriva a 2 milioni 877 mila lavoratori precari, il massimo dall'inizio delle serie trimestrali relative, dal III trimestre 2004. Se si guarda solo ai dipendenti a tempo il record è dal III trimestre '93.

In Italia nel terzo trimestre si contano 3 milioni 847 mila lavoratori part time, si tratta del livello più alto dal terzo trimestre 1993, in base a confronti tendenziali. Lo rileva l'Istat, sottolineando che oltre la metà, circa il 58%, è fatto da part time involontario, ovvero da lavori accettati in mancanza di un impiego a tempo pieno.

A ottobre 2012 gli occupati sono 22 milioni 930 mila, sostanzialmente stabili rispetto a settembre. Su base annua si registra un calo dello 0,2%, -45 mila unità. Lo rileva l'Istat. Il tasso di occupazione è così pari al 56,9%, in aumento di 0,1 punti percentuali nel confronto congiunturale, invariato rispetto a dodici mesi prima. 

Cado in piedi

GIBILLINI A CASA. CENTRODESTRA AL CAPOLINEA.


Ricevo da Ivan (PD Bareggio) e inoltro

Il 28 novembre 2012 si è chiusa una tristissima pagina della storia di Bareggio, una pagina che i bareggesi non meritavano di essere costretti a leggere. Il giorno dopo le dimissioni degli ultimi Assessori rimasti in carica, si è sciolto anche il Consiglio Comunale con le dimissioni della quasi totalità dei consiglieri: 17 su 20. Montani e Galli (Lista “Voi con Noi”) e Biffi (indipendente ex gruppo PdL)  hanno deciso di restare incomprensibilmente a fare compagnia virtuale all’ormai ex  Sindaco Gibillini. Avremmo preferito una soluzione diversa. Per chi - come noi – rispetta fortemente le istituzioni e le cariche istituzionali rivestite in rappresentanza dei cittadini, è stata una decisione sofferta. Ma in coerenza con il mandato ricevuto dai nostri elettori di fare il bene di Bareggio, profondamente convinti della necessità politica di tale scelta, anche facendo propri gli innumerevoli appelli volti a porre fine il più rapidamente possibile ad una esperienza dannosa per il nostro Comune, i consiglieri del Pd hanno rassegnato le proprie dimissioni.

Il Gruppo Consiliare del Partito Democratico di Bareggio ha preso atto del gesto politico espresso dalla maggioranza di centrodestra che con estremo ritardo ha deciso di staccare la spina al Sindaco, quasi a voler cercare di  sottrarsi dal peso delle proprie gravi responsabilità. Ma il fallimento del Sindaco Gibillini è anche il fallimento del centrodestra che l’ha sostenuto sino ad ora.

Hanno sostenuto per quasi cinque anni un Sindaco mal sopportato anche da chi l'aveva votato. Un Sindaco che non ha fatto nulla per farsi benvolere, né dai supporters né dagli oppositori politici e istituzionali.

Negli ultimi due anni il Partito Democratico ha agito più volte per la “sfiducia” ma, snobbato dal resto dell'opposizione, s'è dovuto scontrare col muro di una sedicente maggioranza costretta svogliatamente a difendere la causa persa di una Amministrazione divisa ma imbragata, incapace di agire ma, purtroppo, capace di galleggiare.

Bareggio ha pagato un duro prezzo.

Dopo aver perso pezzi importanti con lo scollamento leghista, i resti asfittici del centrodestra  sono sopravvissuti a se stessi fino a quando - a pochi mesi dal voto – si sono decisi ad abbandonare la nave che il “comandante” stava portando alla deriva.

Noi pensavamo e continuiamo a pensare che sarebbe stato meglio far emergere pubblicamente le ragioni vere e sostanziali della rottura insanabile consumatasi nella maggioranza, attraverso un atto politico chiaro e trasparente: una mozione di sfiducia.

Abbiamo dovuto prendere atto che le condizioni politiche non c’erano: non per responsabilità del Pd. 



Ecco perché i Consiglieri Comunali del Partito Democratico, pur consapevoli del fatto che non sussistevano ragioni personali o istituzionali per doverlo fare, hanno deciso di dimettersi. Chiudere con l’esperienza fallimentare dell’Amministrazione Gibillini e favorire l’apertura di una pagina nuova per Bareggio è stata la priorità.  

Nell'assumere questa decisione, il Partito Democratico denuncia con forza le responsabilità di un Sindaco che ha colpevolmente traccheggiato per troppo tempo in una situazione di totale disfacimento politico e istituzionale della “propria” maggioranza e della sua stessa Giunta, rimaneggiata come non mai nella storia politica di Bareggio, senza alcun risultato nell'interesse del Comune.

Al tempo stesso, il Partito Democratico evidenzia e sottolinea l'irresponsabilità politica di chi ha consapevolmente acconsentito che quel traccheggiamento continuasse per anni ai danni di Bareggio e dei bareggesi. 

Fra qualche mese si tornerà a votare.

Alcuni (quanti?) protagonisti dell'infelice e dannosa avventura amministrativa del centrodestra bareggese torneranno in lizza alla ricerca del consenso dei cittadini. Di quei cittadini che così generosamente li avevano premiati nel 2008. Incontreranno la stessa benevolenza?  Pensiamo e ci auguriamo di no.

Il Partito Democratico, in ogni caso, guarda con serietà e con serenità all'appuntamento elettorale forte della capacità - dimostrata anche nella bella e festosa giornata di domenica 25 novembre - di aprirsi alla straordinaria partecipazione dei sostenitori e dei cittadini nel percorso delle Primarie nazionali del centrosinistra e nella scelta locale del proprio candidato sindaco, individuato nella persona di Giancarlo Lonati - segretario del PD bareggese - al quale va l'augurio sentito di buon lavoro da parte di tutto il partito.

Un partito consapevole della concretezza delle opzioni politiche e programmatiche e della quantità e qualità complessiva delle risorse umane ed intellettuali che esso è in grado di mettere in campo al servizio dei cittadini. A partire dagli amici e compagni che hanno  concorso nelle Primarie locali: Simona Tagliani, Roberto Correnti e Luigi Tambasco, ai quali va il ringraziamento per l'impegno generoso e lo sforzo profuso nel corso del loro leale confronto.

Un partito certo della fiducia che - pure in tempi complessi e problematici del rapporto tra politica, istituzioni e cittadini - saprà tanto meritare quanto saggiamente investire in buona politica e in buona amministrazione.

E’ un impegno che ci assumiamo nei confronti di tutti i cittadini e segnatamente di quei meravigliosi “volontari” democratici che domenica scorsa, sacrificando tempo e affetti familiari e personali, si sono dedicati a scrivere, riuscendovi pienamente, una bellissima pagina di democrazia.   

Bareggio, 29/11/2012

Onu, sì alla Palestina "Stato osservatore"



L'Assemblea generale con 138 sì, 9 no e 41 astenuti approva la risoluzione. Abu Mazen: "Siamo qui per la pace". Netanyahu: "Dall'Anp parole ostili e velenose". Clinton: "Decisione controproducente". Europa divisa alla prova del voto l'Italia è favorevole e Israele protesta: "Molto delusi da Roma"



NEW YORK - Con 138 sì, 9 no e 41 astenuti l'Onu accoglie la Palestina come "Stato osservatore". Lo storico voto si è tenuto al Palazzo di Vetro dopo che il presidente dell'Anp aveva preso la parola davanti all'Assemblea generale per presentare al risoluzione che alla fine è stata approvata. "La Palestina viene all'Assemblea Generale oggi perchè crede nella pace e la sua gente ne ha un disperato bisogno. Dateci il certificato di nascita", aveva detto Abu Mazen convinto di "rilanciare il processo di pace" anche se con paletti ben piantati. "E' arrivato - ha detto il leader palestinese - il momento di dire basta all'occupazione e ai coloni, perché a Gerusalemme Est l'occupazione ricorda il sistema dell'apartheid ed è contro la legge internazionale". E ha ribadito che i palestinesi "non accetteranno niente di meno dell'indipendenza sui territori occupati nel 1967 con Gerusalemme Est". Immediata la risposta di Benjamin Netanyahu "non cambierà alcunché sul terreno, non avvicinerà la costituzione di uno Stato palestinese, ma anzi la allontanerà", ha aggiunto, assicurando però che "la mano di Israele resta tesa verso la pace". E poi commentando il discorso di Abu Mazen ha detto: "Parole ostili, velenose non da uomo che vuole la pace". Mentre per Hillary Clinton la risoluzione, "che non sancisce la nascita dello Stato palestinese", è "controproducente per il principio due popoli, due Stati".
"Bene - ha invece plaudito al voto la Santa Sede - la pace ha bisogno di passi coraggiosi".

Prima del voto sul riconoscimento della Palestina come Stato osservatore non membro dell'Onu. Israele e Stati Uniti avevano chiaramente espresso la propria opposizione alla richiesta e alimentato una campagna per il no, mentre Russia e Cina sono favorevoli al riconoscimento.

All'appuntamento l'Europa è arrivata divisa. Molti Paesi negli ultimi giorni hanno fatto conoscere il loro voto favorevole: tra questi Spagna, Francia, Irlanda, Grecia e Islanda. La Germania invece si è astenuta: lo ha annunciato il ministero degli Esteri tedesco, precisando comunque che Berlino è favorevole alla creazione di uno Stato palestinese, ma ritiene che il modo migliore per arrivarci sia tramite il negoziato con Israele. Hanno scelto l'astensione anche la Gran Bretagna, l'Olanda e la Repubblica Ceca.

L'Italia, da parte sua, ha deciso di dare il proprio sostegno alla risoluzione. La decisione è stata annunciata nel pomeriggio da una nota di Palazzo Chigi. La decisione, si legge nella nota, "è parte integrante dell'impegno del governo italiano volto a rilanciare il processo di pace con l'obiettivo di due Stati, quello israeliano e quello palestinese, che possano vivere fianco a fianco, in pace, sicurezza e mutuo riconoscimento". "A questo fine, il governo si è adoperato in favore della ripresa del dialogo e del negoziato, moltiplicando le occasioni di incontro con le parti coinvolte nel conflitto Medio-Orientale, in particolare da parte del presidente del Consiglio, ricevendo conferma della loro volontà di riavviare il negoziato di pace e giungere all'obiettivo dei due Stati".

Per giustificare il sì italiano, Mario Monti ha telefonato sia a Netanyahu che a Abu Mazen. Al presidente dell'Anp il premier ha chiesto di accettare il riavvio immediato dei negoziati di pace senza precondizioni e di astenersi dall'utilizzare l'odierno voto dell'Assemblea Generale per ottenere l'accesso ad altre Agenzie Specializzate delle Nazioni Unite, per adire la Corte Penale Internazionale o per farne un uso retroattivo. Allo stesso tempo Monti ha rassicurato Netanyahu sulla "forte e tradizionale" amicizia fra Italia e Israele ed ha garantito il fermo impegno italiano ad evitare qualsiasi strumentalizzazione che possa portare indebitamente Israele, che ha diritto a garantire la propria sicurezza, di fronte alla Corte Penale Internazionale.

Non si sono fatte attendere reazioni. L'ambasciatore israeliano a Roma si è detto "molto deluso", mentre dopo l'annuncio il presidente Abu Mazen ha "espresso il proprio ringraziamento al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e al premier Mario Monti". Lo ha comunicato all'Ansa Nemer Hammad, consigliere dello stesso Abu Mazen. "Questo è un voto nella direzione giusta e naturale per un grande Paese come l'Italia", ha detto Hammad, convinto che "una stagione in cui l'Italia aveva perso la sua identità e il suo ruolo nel Mediterraneo sia passata".
Repubblica

LETTERA APERTA AL MINISTRO DELL’INTERNO, ANNAMARIA CANCELLIERI

DI CARLO BERTANI
carlobertani.blogspot.it

Gentile Ministro Cancellieri,
per fortuna non capita a tutti di dover affrontare il trattamento che ha subito il povero Riccardo Welponer, in autostrada presso Mantova, con l’aggravante che gli autori del pestaggio sono stati due poliziotti. Uno dei quali è ritratto nella foto.

Immedesimiamoci per un istante nella vittima: dallo specchietto giunge un’auto senza insegne di riconoscimento, velocissima e chiede strada. “Eh, un momento…” è la prima reazione di chi guida, soprattutto se stai conducendo un furgone: guarda nello specchietto a destra se la strada è libera, metti la freccia, poi spostati…

Meno che mai t’aspetti, subito dopo, che l’auto ti “chiuda” e ne escano due energumeni i quali ti prendono a botte – fino a farti quasi perdere i sensi – per poi abbandonarti contro il guard-rail.

Fermiamoci un attimo e riflettiamo che, una simile vicenda, frantuma in un secondo le nostre certezze che esista uno stato di diritto: l’habeas corpus, concepito secoli fa dalla giurisprudenza britannica, perde significato, diventa una carta vecchia e scipita. In quel momento, però, pensi ad altro: ma cosa ho fatto? Deve essersi chiesto Riccardo Welponer, perché sono stato trattato in questo modo? Chi erano quei due bastardi che si sentono padroni dell’autostrada e delle vite che vi scorrono? Perché proprio a me? E per quale ragione?

  La scena non deve aver avuto uno svolgimento così rapido, soprattutto se si riflette che un automobilista di passaggio ha avuto tutto il tempo d’annotare la targa dell’auto “pirata”. Immaginiamo cosa sarebbe successo se i due aggressori fossero stati rumeni o marocchini: no, per fortuna erano poliziotti, quelli che dovrebbero prevenire simili atti. 

Subito dopo l’auto riparte a gran velocità ed il povero Welponer (presumiamo) viene soccorso da altri automobilisti: sul posto giunge la Polizia Stradale che raccoglie le prime impressioni dalla vittima la quale viene invitata a denunciare il fatto presso la Squadra Mobile della Questura di Mantova. Proviamo a pensare cosa passa per la testa agli agenti della stradale: “Ma guarda te che delinquenti…”

Welponer si reca in Questura a Mantova e fa denuncia “contro ignoti” perché non sa nulla dei suoi aggressori e, fortunatamente, consegna il numero di targa ricevuto dall’automobilista di passaggio.

Gli uomini della questura di Mantova, appena iniziata la ricerca – immaginiamo – sudano freddo: è un’auto “civetta” della Polizia di Stato. Probabilmente chiamano qualche superiore e chiedono lumi.

Da questo punto in avanti le informazioni si fanno fumose e procederemo più per logica che per conoscenza dei fatti: Riccardo Welponer è il nipote di Nadir Welponer, ex segretario regionale del PD ed è facile credere che Riccardo abbia informato telefonicamente lo zio della vicenda.

Gli uomini della Questura di Mantova si trovano stretti fra la difesa di un collega e quella forma, tutta italiota, del “lei non sa chi sono io”: probabilmente, decidono di comportarsi come Ponzio Pilato (e come la legge prescrive), ossia forniscono al magistrato tutti i dati della vicenda.

A questo si riferisce l’aggressore – Luca Prioli, di Vicenza e segretario regionale del COISP (Sindacato indipendente della Polizia) – quando afferma (1):

“Certo è che chi ha fatto il mio nome in relazione a questa vicenda la pagherà cara, perchè nessuno doveva sapere che io mi trovavo in quella macchina...”

Un avvertimento in pieno stile mafioso.

Evidentemente, sperava in una “copertura” istituzionale che non c’è stata ed ora è nei guai, giacché quel rapporto della Questura di Vicenza, oggi, è sul suo tavolo, Ministro Cancellieri.

Che fare?

Se Prioli può giustificare qualcosa – ad esempio la fretta di quella missione – si contraddice, perché i due agenti hanno senz’altro perso più tempo nell’inutile aggressione: se si fossero limitati al classico “vaffa”, nulla di questo sarebbe successo e sarebbero giunti senz’altro prima.

Ma Prioli ha commesso una serie di reati mica da nulla: che ne dice Ministro?

Per prima cosa le lesioni personali (art. 582 C.P.) che comporta una reclusione da tre mesi a tre anni.
Dopo l’aggressione, i due poliziotti se ne sono andati, dimenticandosi che lasciavano una persona ferita (sono medici? potevano giudicare con uno sguardo le condizioni di Welponer?) appoggiata ad un guard-rail.

Perciò, sono colpevoli anche del reato di omissione di soccorso (art. 593 C. P.), che comporta la reclusione fino ad un anno.

Stando alle ammissioni dello stesso Prioli, i due stavano trasportando un detenuto: dalle affermazioni di Welponer si evince che gli aggressori erano due, dunque il fantomatico detenuto era solo ed abbandonato a se stesso.

Il reato corrispondente è quello, probabilmente, di omissione d’atti d’ufficio (art. 328 C. P.) che prevede la reclusione da 6 mesi a due anni, sempre che non sia prevista una diversa punizione da regolamenti interni della Polizia per mancata consegna.

Di là delle mere quantificazioni aritmetiche degli anni di galera, c’è un’aggravante: i reati sono stati commessi proprio da persone delegate alla difesa del cittadino. Se il comportamento del Welponer aveva violato qualche norma del Codice della Strada essi potevano multarlo, ma non è concepibile una simile forma di “legge del Far-West”. 

Il Prioli dimostra, poi, scarsi rudimenti nella lingua italiana: si è giustificato definendo l’episodio (2) un “alterco” ma – da che mondo è mondo – un alterco è verbale e non lascia la vittima (di percosse) mezza svenuta contro un guard-rail.  

Insomma, riteniamo che il Prioli ne abbia fatte più di Carlo in Francia, inanellando una serie di reati mica da ridere: sarà lei a giudicare se è ancora meritevole di portare una divisa.

A latere, notiamo che questi comportamenti squadristi da parte della Polizia di Stato si stanno moltiplicando: dalla “madre” di tutte le nequizie – la Uno Bianca – si passa all’azione squadrista della Diaz (“La più grave sospensione dei diritti umani in Italia dal dopoguerra”, come la definisce Amnesty International e, con toni appena più pacati, “puro esercizio di violenza di gravità inusitata” dalla Corte di Cassazione nella sua sentenza), poi arriva il caso Aldrovandi – un ragazzo che torna a casa dopo un concerto e viene massacrato senza un perché – infine Sandri, oggetto del “tiro a segno” di un agente che credeva d’essere Guglielmo Tell. E chissà quanti ne dimentico: lei, in ogni modo, ha tutti i casi nel suo archivio.
Il che, fa pensare che qualcosa non funzioni: troppo stress? Stipendi bassi? Beh, con i tempi che corrono…ma non è una buona ragione per massacrare la gente senza colpa. Ritengo, invece, che si tratti di pessima formazione: un insegnante sa bene che, se prende a schiaffi un ragazzo, viene licenziato. A volte mugugna, perché pensa “se questo fosse mio figlio…” però sa bene cosa significa “l’inviolabilità della persona umana” e si comporta di conseguenza. Perché un agente non lo sa? Perché nessuno glielo ha spiegato: anzi, probabilmente “qualcuno” lasciato capire che ci sarà sempre una sorta d’immunità. Questo non fa parte di quello che “ci chiede l’Europa”? Già…ma guarda. Un governo è responsabile anche delle azioni dei Pretoriani, lo rammenti. 

A meno che il Prioli non fosse “in missione per conto di Dio”, ma in questo caso preferiamo tenerci gli originali: 



Fiduciosi nel suo intervento, restiamo in attesa.

Carlo Bertani
Fonte: http://carlobertani.blogspot.it
Link: http://carlobertani.blogspot.it/2012/11/lettera-aperta-al-ministro-dellinterno.html
28.11.2012

(1) Fonte: http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/11/23/mantova-picchiato-e-lasciato-sulla22-da-agenti-in-borghese-e-segretario-coisp/423730/ 
(2) Fonte: http://www.bassanopiu.com/tags/riccardo-welponer

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giovedì 29 novembre 2012

Dimissioni in blocco dei consiglieri comunali: finisce il mandato di Monica Gibillini


Bareggio L’avevamo sentita per telefono due giorni fa in merito all’incendio scoppiato in un negozio di parrucchieri cinesi a Bareggio. Alla domanda: “Come va?”, la risposta di Monica Gibillini è stata categorica: “Faccia una domanda di riserva per cortesia…”.

Con sei mesi di anticipo rispetto alla scadenza naturale finisce oggi il mandato dell’ex sindaco Gibillini. Questa mattina, come preannunciato, 17 consiglieri comunali hanno presentato ufficialmente le loro dimissioni. Alla base di tutto vi sarebbero le dichiarazioni rese durante la serata antimafia a Magenta. Ora spetterà al commissario prefettizio traghettare Bareggio fino alle prossime elezioni.

CittàOggiWeb

La Giunta si dimette in blocco: ormai finito il mandato del sindaco Gibillini


Bareggio Dimissioni in blocco della giunta. Questa mattina gli assessori Ermes Garavaglia, Alessandro Petilo, Roberto Lonati, Egidio Stellardi e Giuseppe Catturini hanno rassegnato le loro dimissioni a seguito delle dichiarazioni rese dal sindaco Monica Gibillini durante la serata contro la mafia a Magenta.

Mercoledì mattina i 17 consiglieri comunali li seguiranno ponendo fine al mandato della Gibillini. Sarà il Prefetto a nominare il commissario che guiderà Bareggio fino alle prossime elezioni.
CittàOggiWeb

La caduta in ritardo dell’Amministrazione di Bareggio


Nella settimana scorsa si è consumato finalmente l'ultimo atto della maggioranza di centrodestra che ha governato Bareggio negli ultimi 4 anni e mezzo e si è concluso nel modo peggiore che si potesse ipotizzare.
L'ultima seduta del consiglio comunale, convocato in adunanza segreta per discutere di quanto dichiarato dal Sindaco durante un'assemblea pubblica organizzata a Magenta per denunciare la presenza della criminalità organizzata nei nostri territori, è stata l'ennesima occasione perduta per fare politica locale, buona politica locale.
I consiglieri hanno preferito puntare l'attenzione esclusivamente su quelle che, secondo loro, erano accuse nei loro confronti, utilizzando tatticismi politici piuttosto che concentrandosi su cosa sia il fenomeno della criminalità organizzata in zona e su come i Comuni possano contrastarlo efficacemente, dimostrando così di essere tra coloro che, mentre il dito indica la luna, guardano il dito. Soprattutto alla luce di quanto sta succedendo sia nel nostro Comune (vedi incendio del negozio di parrucchiere di Corso Italia del 26 u.s.) sia nei Comuni limitrofi.
Riteniamo una grave occasione persa il non averne discusso e di questo la principale responsabile, ma non l'unica, è il Sindaco non essendosi presentata in Consiglio Comunale. Adunanza segreta o adunanza pubblica...poco avrebbe cambiato nella sostanza: i pubblici ufficiali di Bareggio (Sindaco, Consiglieri, Assessori) avrebbero avuto modo di discutere di quanto sta emergendo in maniera dirompente – potendo o meno fare nomi e cognomi, questa è la principale motivazione delle due differenti modalità di adunanza -, avrebbero potuto condividere opinioni su come intervenire e nulla avrebbe vietato una successiva assemblea pubblica.
Inutile smarcarsi adesso, tutto questo poteva avvenire già due anni fa, dato che le dichiarazioni del Sindaco sono solo un misero pretesto, preso a lesa maestà dalle forze politiche che siedono in consiglio comunale.
Che i cittadini sappiano attribuire ad ognuno di loro le appropriate responsabilità!
Quest'ultima Giunta è stata quella che ha voluto l'assessorato alla sicurezza, che ha ritenuto essenziale e prioritario cacciare dei cittadini considerati “devianti” perché giocavano a pallone in un campo, mentre non si è mai accorto né preoccupato di considerare quanto sta emergendo negli ultimi anni dalle indagini giudiziarie. No, da quanto si poteva leggere dai passati comunicati stampa di questa Giunta, Bareggio non aveva di questi problemi, nonostante testate nazionali, la cronaca, le ordinanze e il web raccontassero tutta un'altra storia.
Bene, Noi non la pensiamo così.
Crediamo che l'Ente locale, senza volersi sostituire alle forze dell'ordine e alla magistratura, può  agire a livello amministrativo per dare il proprio contributo al contrasto alla criminalità organizzata, in particolar modo nell'ambito degli appalti, delle prestazioni di servizi e delle relative transazioni monetarie con un controllo approfondito delle aziende appaltatrici e subappaltatrici che partecipano alle gare comunali.
L'auspicio adesso è che si chiuda davvero una delle peggiori parentesi amministrative che Bareggio ha vissuto e che si torni a perseguire l'obiettivo della migliore qualità di vita per i Bareggesi, soprattutto in considerazione delle sfide che si dovranno affrontare nei prossimi anni.
Noi vogliamo un'altra Bareggio.

Per il Circolo PRC di Bareggio                                         Per i Verdi di Bareggio
Simone Baroni                                                                  Fabrizio Masseroni

mercoledì 28 novembre 2012

Bareggio, il sindaco è solo gli assessori si dimettono, salta la giunta

Giuseppe Catturini, Ermes Garavaglia, Roberto Lonati e Alessandro Petillo hanno rimesso le deleghe
 
Bareggio, 28 novembre 2012 - Gli assessori della Giunta Gibillini si sono dimessi. Ieri mattina, Giuseppe Catturini, Ermes Garavaglia, Roberto Lonati e Alessandro Petillo hanno rimesso le deleghe. La squadra di governo non c’è più. Quella uscita dalle elezioni del 2008, segnate dal successo di Pdl e Lega guidati da Monica Gibillini (57,08%), era già stata modificata da sette avvicendamenti e dall’abbandono della Lega Nord. A pochi giorni dal Consiglio comunale a porte chiuse sull’intervento del sindaco all’assemblea pubblica «Magenta dice no alla mafia», gli assessori in carica si sono dimessi.

«Nell’aprile 2011 ho accettato l’incarico di assessore in un momento di forte crisi per la maggioranza», scrive Roberto Lonati nella lettera di dimissioni protocollata in Comune. «Subito è apparsa chiaramente una difficoltà nella gestione dei rapporti personali e operativi: la mancanza di autonomia e la scarsa fiducia nei confronti della Giunta sono stati il tratto distintivo di questi mesi di lavoro. I fatti delle ultime settimane sono stati l’indicatore di quanto questa situazione fosse arrivata al limite».
«Il reiterato e personale attacco pubblico del sindaco per illegalità e mancanza di trasparenza nei confronti del Consiglio comunale mi ha portato a riflettere sul ruolo che mi è stato assegnato - spiega -. Nessun comportamento da me messo in atto è mai venuto meno ai principi di trasparenza e legalità. Per questo è impossibile proseguire questa esperienza».
Il sindaco ha accolto «con sorpresa» la decisione degli assessori , «nel giorno in cui la Giunta avrebbe dovuto riunirsi per discutere la proposta di revisione degli atti del Piano di governo del territorio in vista della decadenza del documento di piano e della comunicazione di aggiornamento sulla trasformazione dell’ex Cartiera».

«A luglio - spiega Monica Gibillini - su questo tema è emersa una forte divergenza tra me e gli assessori. Già nel 2010 le principali divergenze nella maggioranza avevano interessato temi urbanistici. Le dimissioni degli assessori impediscono alla Giunta di esaminare il piano economico predisposto dal tecnico incaricato dal Comune che dimostra la sostenibilità economica dello sviluppo dell’area così come definita nel Pgt».

«La mia posizione sulla ex Cartiera è sempre stata chiara e trasparente - prosegue -: attuare le previsioni urbanistiche per consentire al Comune di realizzare, senza ricorrere a risorse pubbliche salvo quelle derivanti dallo sviluppo dell’area, un miglioramento degli spazi e una struttura per servizi pubblici. Non ho mai capito, invece, la posizione della maggioranza: ieri la politica ha offerto un altro pessimo segnale ai cittadini. Quando si tratta di assumere decisioni importanti, certa politica sceglie di non decidere».
di Luca Balzarotti Il Giorno

Incendio doloso a Bareggio A fuoco il parrucchiere cinese

A poco più di una settimana dall’incendio che ha distrutto lo studio del commercialista e consigliere comunale di maggioranza Davide Delle Donne, un nuovo rogo colpisce il legnanese

Bareggio, 26 novembre 2012 - A poco più di una settimana dall’incendio che ha distrutto lo studio del commercialista e consigliere comunale di maggioranza Davide Delle Donne a Sedriano nella notte tra sabato e domenica è avvenuto un altro rogo di matrice dolosa dalle modalità simili, sul quale gli inquirenti stanno indagando a ritmo serrato. Questa volta a Bareggio. Anche se molto meno distruttivo del precedente, è certo che sia opera di qualcuno.
Poco dopo la una di domenica, ignoti hanno lanciato una bottiglietta con benzina verso la saracinesca di un negozio di parrucchieri cinesi in corso Italia a Bareggio, nel pieno centro del paese. Una zona dove da decenni si sono sviluppati negozi e attività commerciali. La serranda ha preso fuoco incendiando poi la vetrina. Anche il canale di scolo del condominio è rimasto danneggiato e perfino parte dell’interno del negozio. Sul posto sono giunti i vigili del fuoco volontari di Corbetta che hanno circoscritto l’area di intervento, seguiti da un mezzo proveniente da Rho.
“Mi sono recata in corso Italia e ho ascoltato i residenti oltre ad alcuni negozianti – ha detto il sindaco Monica Gibillini – erano tutti affranti e increduli per l’accaduto. Non era mai successo nulla di simile in tanti anni”. I pompieri sono rimasti sul posto per oltre due ore riuscendo ad impedire che le fiamme avanzassero anche all’interno del negozio. I danni sono ancora da calcolare. “Vorrei sottolineare la solidarietà delle persone che si trovavano nella zona quando è successo il fatto – continua Gibillini – alcuni ragazzi hanno citofonato ai condomini avvertendoli dell’incendio in corso e hanno allertato il 115. I pompieri di Corbetta sono arrivati sul posto nel giro di pochissimi minuti. Quando sono arrivata io, loro erano già al lavoro”.
Le indagini sono partite immediatamente e sono condotte dai carabinieri di Bareggio coadiuvati dai colleghi del comando compagnia di Abbiategrasso. Il negozio di parrucchieri cinesi di corso Italia esiste a Bareggio da oltre un anno e lavora sodo, come tutti i parrucchieri cinesi particolarmente competitivi sul mercato e che si sono insediati anche nel magentino. I militari stanno ascoltando anche eventuali testimonianze di chi possa avere assistito al fatto.
di Graziano Masperi Il Giorno

BASTA GIBILLINI!!!

Caduto il Sindaco Gibillini. Attendiamo ulteriori sviluppi.

Primarie PD Bareggio

Giancarlo Lonati 220
Simona 209
Correnti 151
Tambasco 127

A Sedriano non passa l'ennesima sfiducia alla giunta

A sedriano non passa l'ennesima sfiducia alla giunta. Il movimento antimafia si mobilita in maniera permanente per le dimissioni del sindaco e di tutta la sua cricca. Cominciano a traballare veramente.
Ieri sera (27 novembre) il consiglio comunale ha respinto l'ennesimamozione di sfiducia presentata contro l'assessore Ghidoli, (quella delle telefonate con Scalambra, quella delle gomitate ai giornalisti) ed ha approvato la costituzione di parte civile nel procedimento nel quale è impuatato il sindaco di Sedtiano, comunque un atto dovuto, ma che non basta e non deve bastare a nessuno il tentativo della
maggioranza PDL per ripulirsi la faccia. DEVONO DIMETTERSI, e solo la costante presenza di associazioni, movimenti e cittadini che non vogliono nemmeno l'ombra della mafia nei propri comuni può portare a vincere sta battaglia!
Ieri sera dopo il consiglio c'è stata l'ennesima contestazione agli esponenti celestiani da parte di un assortito gruppo di cittadini e antimafiosi.
L'elemento nuovo è che fuori e dentro il consiglio c'erano dei personaggi non meglio identificati ma che hanno fatto capire chiaramente che il gioco si fa duro... per loro! Addirittura qualcuno ha minacciato nei nostri confronti denunce e scattato foto ai manifestanti presenti. Sintomo di un clima di nervosismo  ma che
indica che la cricca celeste è sempre più in bilico. SOLO UNA PRESENZA
MASSICCIA QUESTA SERA (28-11) FUORI DAL CONSIGLIO COMUNALE PUò DARE
UNA SPALLATA DEFINITIVA AL MARCIO CHE C'E' NEL COMUNE DI SEDRIANO! E
ANCHE UN SEGNALE CHIARO IN TUTTA LA ZONA OVEST DI MILANO, DALL'AREA
EXPO A BUCCINASCO!

Perciò stasera bisogna esserci e in tanti, anche perchè "la bestia che muore" si dimena, e nel farlo potrebbe fare qualche danno. Presenza democratica e partecipazione l'unica risposta che dal basso possiamo
dare... aspettando un atto dal Prefetto.

STASERA H 20.30 DAVANTI AL CONSIGLIO COMUNALE DI SEDRIANO, VIA ROGERIO
DA SIDRIANO.
PORTATE PENTOLE E MESTOLI CHE CI FAREMO SENTIRE!


Scoperta l'isola che non c'è

Da che punto in poi - ci si domanda a volte - ci possiamo fidare ciecamente delle informazioni che troviamo in Internet? In altre parole, in quali situazioni si può ritenere un fatto come "scontato" e "inconfutabile", e quando invece no?

Ad esempio, se andiamo su Wikipedia e leggiamo che Napoleone è nato nel 1769 ed è morto nel 1821, ci possiamo fidare ciecamente di questa affermazione, oppure dobbiamo controllare altrove?

Se andiamo alla Library of Congress e leggiamo che fino ad oggi ci sono stati 44 presidenti americani, compreso quello in carica, ci possiamo fidare ciecamente di questa affermazione?

Se andiamo su Google Earth, oppure su Google Maps, e vediamo una bellissima isola del Pacifico che si trova a nord dell'Australia, possiamo fidarci ciecamente del fatto che esista davvero?

A quanto pare, almeno per il terzo caso, la risposta è no. Pare infatti che la splendida isola denominata Sandy Island, che su Google Earth compare a nord-ovest della Nuova Caledonia, non sia mai esistita. Se n'è accorto per caso un gruppo di scienziati australiani, ...

... che stavano navigando in quella zona per ricerche di altro tipo: insospettiti dal fatto che le carte di bordo indicassero una profondità di circa 1.400 metri, proprio nella zona in cui dovrebbe sorgere l'isola, hanno deciso di appurare da vicino come stessero le cose. E così, una volta arrivati sul luogo, hanno scoperto con loro grande stupore che al posto dell'isola non c'era assolutamente nulla: soltanto mare aperto.

Eppure quell'isola compare sulle cartine di mezzo mondo - a volte come Sandy Island, altre come "Sable Island" - da almeno una ventina di anni. Altri dicono anche di più. Ma come abbia fatto quest'isola a finire su tutte queste cartine - che poi sono state copiate una dall'altra, evidentemente - è diventato il classico quiz da un milione di dollari, perchè nessuno vuole assumersi la responsabilità di essere stato il primo "boccalone" a commettere l'errore.

Ma forse la "giustificazione" più divertente di tutte viene proprio da Google Earth: imbarazzati come pochi per "l'isola che non c'è", i responsabili del popolarissimo servizio in rete hanno dichiarato: "The world is a constantly changing place, and keeping on top of these changes is a never-ending endeavour'.' E cioè: "Il mondo è un luogo in mutazione costante, e rimanere sempre aggiornati con questi cambiamenti è un lavoro che non finisce mai".

Come dire, non fai in tempo a disegnare una montagna da una parte, che ti scompare subito un'isola dall'altra.

Massimo Mazzucco

Fonte: BBC

PS: Per i più "raffinati": anche nel secondo caso, quello dei presidenti americani, l'affermazione che siano stati 44 in realtà è errata. 44 sono i presidenti che furono nominati a partire da George Washington, dopo l'entrata in vigore della costituzione americana. Ma fra la fine della rivoluzione e l'entrata in vigore della costituzione vi furono almeno 6 presidenti, nominati ad interim, dei quali la storia sembra essersi completamente dimenticata.

COPPIE GAY: PERCHÉ SÌ ALLE ADOZIONI


Ciascuno di noi è un mix unico di caratteristiche fisiche, mentali, emotive, sessuali, culturali. Pensare che i bambini debbano avere nei genitori un "modello" di identità sul quale appiattirsi significa negare loro fin da piccoli le infinite possibilità di sviluppare la propria unica e irripetibile personalità


Ormai in pochi negano completamente - almeno in pubblico - qualunque riconoscimento di un minimo sindacale di diritti civili alle coppie gay (salvo poi non riuscire neanche ad approvare una legge contro l'omofobia). E questa è una buona notizia: il meccanismo del "tabù" è centrale nell'evoluzione dalle società primitive a quelle avanzate. Al di là di come la pensino nel loro foro interiore, il fatto che i rappresentanti del mainstream politico-culturale (ad eccezione di residui alla Giovanardi o alla Borghezio) siano costretti a usare un linguaggio quantomeno politicamente corretto sui gay è un buon segno. E ha consentito di fare un passo avanti introducendo nel dibattito un nuovo tema, quello delle adozioni da parte di coppie omosessuali: è la nuova frontiera, quella sulla quale ancora in molti, anche tra coloro che si dicono pronti a riconoscere alcuni diritti di base, nutrono forti dubbi. 

L'obiezione principale - ma anche la più infondata - alla possibilità di adozione da parte di coppie gay è che per crescere in modo equilibrato, i bambini abbiano bisogno di avere due figure di riferimento, necessariamente una maschile e una femminile, in mancanza delle quali i bambini crescerebbero con una sorta di "confusione" sui generi. L'obiezione rivela una crassa ignoranza e una scarsa considerazione della complessità degli individui. L'ignoranza è relativa al fatto che i sostenitori di questa tesi confondono il genere con l'inclinazione sessuale. Una lesbica non è affatto meno donna (così come un gay non è meno uomo ) - tocca ancora stare qui a ripeterlo - per il solo fatto di amare una persona del suo stesso genere. Le inclinazioni sessuali sono uno dei tanti aspetti della personalità di ciascuno di noi e contribuiscono a costruirne l'identità, ma non la determinano.

È vero, la natura ci ha fatto maschi e femmine. Ma ci ha fatto anche alti e bassi, grassi e magri, neri, bianchi e gialli. E ci ha fatto anche etero o omosessuali. Ciascuno di noi è un mix di caratteristiche - fisiche, mentali, emotive, sessuali, culturali - unico e irripetibile. Pensare che i bambini debbano avere nei genitori un "modello" di identità sul quale appiattirsi significa negare loro fin da piccoli le infinite possibilità di sviluppare la propria unica e irripetibile personalità.

L'obiezione, peraltro, potrebbe facilmente essere ribaltata: i bambini che crescono in famiglie "tradizionali" rischiano di avere un orizzonte molto limitato, di crescere convinti che esista un solo modo di essere donna o uomo, di non essere capaci di riconoscere la diversità e la complessità degli altri, ma anche di se stessi (quanti ragazzi, d'altro canto, combattono contro la propria omosessualità proprio perché cresciuti in ambienti che non la contemplavano come possibilità?). Un po' come dire che crescere in una famiglia di bianchi rischia di indurre i bambini a pensare che il modo "giusto" di essere persone sia quello di avere la pelle bianca.

Le famiglie sono dei nuclei sociali molto piccoli, non si può pretendere che riproducano in miniatura tutta la complessità delle persone e delle società. Ai genitori spetta il compito di mostrare, far conoscere e apprezzare la complessità del mondo. Non quella di interpretare ruoli e stereotipi da tramandare di generazione in generazione.

Dal blog di Cinzia Sciuto 

Hai le pile scariche…?!?


Nei 200 milioni di pile gettate ogni anno in Italia rimane una considerevole quantità d’energia: 900 mila kWh, secondo le stime – una quantità che corrisponde all’incirca all’energia prodotta da 50 mila pannelli fotovoltaici in un’ora. È quanto emerge da una ricerca finanziata da Duracell eEuropean Recycling Platform (Erp). Analizzato un campione di 12 mila pile raccolte da circuiti di riciclo in vari Paesi europei (Italia compresa), si è scoperto che una pila su tre viene buttata con ancora il 40% di energia disponibile al suo interno: un gesto, questo, dovuto spesso a un generale fraintendimento.
SPRECO - «Oggi usiamo sempre più spesso strumenti high tech, come la fotocamera digitale, che richiedono tantissima energia», spiega Riccardo Fratticcioli, field officer di Erp, «e che possono smettere di funzionare con pile che contengono ancora il 60% di energia residua. Sprecare quanto rimane è un peccato, perché si tratta di energia che può far funzionare ancora a lungo una sveglia, un telecomando, un giocattolo per bambini o un piccolo apparecchio di questo tipo».
SMALTIMENTO - Accanto allo spreco di energia va segnalata la difficoltà relativa allo smaltimento, pratica ancora poco adottata dai consumatori. Pile e accumulatori esausti contengono metalli pesanti – come piombo, cromo, cadmio, rame, zinco e mercurio – che pur essendo presenti in minime quantità possono inquinare pesantemente l’ambiente (una pila che contiene un grammo di mercurio può inquinare 1.000 litri d’acqua). «Con il decreto legislativo 188 del 2008», continua Fratticcioli, «è stata recepita la normativa europea che rendeva il produttore responsabile della gestione dell’intero ciclo di vita dei prodotti immessi sul mercato. Questo vale anche per le pile, e per la loro raccolta e il trattamento finali. Chiaro che però come prima cosa deve passare il messaggio che le pile non devono essere gettate nel residuo, altrimenti il danno all’ambiente e al portafogli è assicurato».
COSTI - Secondo Giulio Rentocchini, presidente del Centro di coordinamento nazionale pile e accumulatori (Cdcnpa), «le pile portatili sono oggetti da cui la tecnologia sino a oggi è riuscita a ricavare pochissimo. Sono un’entità a costo, perché la pila va distrutta e smaltita per eliminare materiali dannosi per l’ambiente. Più ambiti sono gli accumulatori, perché dal loro trattamento si ricava il piombo, che può essere riutilizzato>. L’accordo siglato il 7 di novembre tra Cdcnpa e Associazione nazionale Comuni italiani (Anci) punta a rendere capillare e sistematica la raccolta sul territorio: un passo che, si crede, «porterà a grandi risultati».
Di Elisabetta Curzel – Corriere Ambiente.it

Mailbombing contro gli F35 e il DDL Di Paola


- lavoratori + F35

Mailbombing
contro il DDL Di Paola
Invia una mail ai deputati della Commissione Difesa e ai Capigruppo della Camera dei Deputati.

Cara amica, caro amico,

il 13 novembre 2012 la Camera dei Deputati ha iniziato la discussione del disegno di legge delega (DDL) di revisione dello strumento militare presentato dal solo ministro della Difesa Giampaolo Di Paola.

Grazie alla nostra pressione il Senato ha modificato questo provvedimento impedendo ai generali di trasformarsi in mercanti d’armi e aumentando il controllo parlamentare sugli arsenali. Ma non basta. Questo disegno di legge:

1.    taglia il personale per comperare i cacciabombardieri F35 e altre armi;
2.    trasforma le Forze Armate in uno strumento da guerre ad alta intensità incompatibile con l’articolo 11 della Costituzione;
3.    costringerà i comuni alluvionati o colpiti da una catastrofe naturale a pagare il conto dell’intervento dei militari;
4.    non prevede alcuna cancellazione degli sprechi e dei privilegi né una vera riqualificazione della spesa militare;
5.    impegna 230 miliardi per i prossimi 12 anni senza aumentare di un solo grado la nostra sicurezza;
6.    aumenta di fatto la spesa pubblica.

I vertici militari di questo nostro paese vogliono continuare a comprare armi sempre più moderne e sofisticate e non vogliono rinunciare ai loro privilegi. Ma, mentre si tagliano i servizi alle persone e agli enti locali che li devono fornire e milioni di famiglie non ce la fanno più, queste pretese diventano insopportabili.

Per questo è necessario accrescere subito la pressione sui deputati.

Invia subito una mail ai deputati della Commissione Difesa e ai Capigruppo della Camera dei Deputati. In allegato trovi la lettera tipo e gli indirizzi. Ti bastano 10 minuti.

Fallo ora, prima che sia troppo tardi!  E invita i tuoi amici a fare altrettanto!

Fallo per tutti quelli che stanno pagando il prezzo più alto della crisi e delle decisioni sbagliate di chi ci governa. Questa è una delle peggiori!

Flavio Lotti
Coordinatore Nazionale della Tavola della pace

Perugia, 26 novembre 2012

martedì 27 novembre 2012

Monti: non garantita sostenibilita' futura Sistema sanitario nazionale


Con demografia e invecchiamento nuove modalita' finanziamento (Il Sole 24 Ore Radiocor) - Roma, 27 nov - "Le proiezioni di crescita e invecchiamento della popolazione mostrano che la sostenibilita' futura dei sistemi sanitari, incluso il nostro servizio sanitario nazionale di cui andiamo fieri, potrebbe non essere garantita se non si individueranno nuove modalita' di finanziamento e organizzazione dei servizi e prestazioni". Lo ha dichiarato il presidente del Consiglio, Mario Monti, parlando in videoconferenza da Palazzo Chigi alla presentazione del progetto per la realizzazione del nuovo Centro per le Biotecnologie e la Ricerca Biomedica della Fondazione Ri.Med in corso a Palermo. "La posta in palio - ha sottolineato il presidente del Consiglio - e' altissima e anche l'innovazione medico scientifica, soprattutto in fase di industrializzazione, deve partecipare attivamente alla sfida, considerando il parametro costo-efficacia non piu' residuale, bensi' d'importanza critica".
Amm

lunedì 26 novembre 2012

Cari Deputati, pensateci bene! Appello urgente contro il DDL Di Paola

Dal 13 novembre 2012 la Camera dei Deputati sta discutendo il disegno di legge delega di revisione dello strumento militare presentato dal solo ministro della Difesa Giampaolo Di Paola che:

1.    taglia il personale per comperare i cacciabombardieri F35 e altre armi;
2.    trasforma le Forze Armate in uno strumento da guerre ad alta intensità incompatibile con l’articolo 11 della Costituzione;
3.    costringerà i comuni alluvionati o colpiti da una catastrofe naturale a pagare il conto dell’intervento dei militari;
4.    non prevede alcuna cancellazione degli sprechi e dei privilegi né una vera riqualificazione della spesa militare;
5.    impegna 230 miliardi per i prossimi 12 anni senza aumentare di un solo grado la nostra sicurezza;
6.    aumenta di fatto la spesa pubblica.

Mentre si tagliano i servizi alle persone e agli enti locali che li devono fornire e milioni di famiglie non ce la fanno più, noi sottoscritti chiediamo ai Deputati di cambiare questa legge delega e di avviare una seria riforma delle forze armate coerente con una nuova idea di sicurezza e una nuova visione del ruolo dell’Italia in Europa e nel mondo e compatibile con le possibilità economiche del Paese.

Tavola della pace, Libera, Acli, Agesci, Cgil, Arci, Articolo 21, Cipsi, Focsiv, Pax Christi, Legambiente, Lettera 22, Unione degli Universitari, Unione degli Studenti, Rete della conoscenza, Link Coordinamento Universitario, Beati Costruttori di Pace, Emmaus Italia, Rivista “Terra”, Lega per i diritti e la Liberazione dei Popoli, Centro per la Pace Forlì-Cesena, Solidarietà internazionale, Associazione “Voglio Vivere”, Movimento Europeo, Terra del Fuoco, Forum Trentino per la pace, Coordinamento nazionale comunità di accoglienza.

Perugia, 23 novembre 2012

BALLOTTAGGIO BERSANI RENZI


Dieci punti di scarto fra il segretario del PD e il sindaco di Firenze. Vendola terzo. Secondo il comitato organizzatore, a votare sono state complessivamente 3,5 milioni di persone


E' ballottaggio tra Pier Luigi Bersani e Matteo Renzi. Il segretario del Pd, secondo i dati ufficiali, ha ottenuto il 44,9% delle preferenze alle primarie del centrosinistra. Il sindaco di Firenze Matteo Renzi si è attestato al 35,5%, Nichi Vendola al 15,6%, Laura Puppato al 2,6% e Bruno Tabacci all'1,4%.
L'affluenza è stata altissima, tanto da obbligare gli organizzatori a non chiudere i seggi alle 20 in punto come previsto. Secondo il comitato organizzatore, a votare sono state complessivamente 3,5 milioni di persone. Un milione e mezzo di queste si era pre-registrata per il voto e la stragrande maggioranza lo ha fatto online.
''I risultati sono molto positivi, e sono particolarmente contento del clima. Ora bisogna andare a convincere i delusi del centrodestra, che possono essere coinvolti da noi''. Ricomincia da qui Matteo Renzi. ''I dati sono tutti da leggere'', spiega lo sfidante di Bersani, ''stiamo molto bene a Vicenza e perdiamo nettamente in Calabria. Ma quando fai i ballottaggi riparti da capo, è tutta una partita da vedere". Quanto ai voti di Sel ''do per assodato che Vendola scelga Bersani, non ho dubbi su questo'', afferma il sindaco. 
Cadoinpiedi

venerdì 23 novembre 2012

Rassegna Settegiorni


Il sindaco Gibillini cerca ancora un vice, «Io amo Bareggio» le risponde picche
La fine del mandato è ormai vicinissima. Le dimissioni dei consiglieri di Pdl Io amo ...

Un sabato a teatro per aiutare gli oratori di Bareggio e Motta
L'associazione culturale Ali per volare di Motta Visconti in collaborazione con l'oratorio di Bareggio e ...

Il Pd sceglie il suo candidato sindaco Venerdì 23 confronto pubblico tra i quattro in lizza: Lonati, Tagliani, Correnti e Tambasco
Domenica 25 novembre si conoscerà il nome del candidato sindaco del Partito democratico di Bareggio. ...

Cultura calabrese
L'associazione culturale Sansostenesi e simpatizzanti con il patrocinio della Federazione italiana circoli calabresi e del ...

«Ex cartiera, la lista civica "Voi con noi" punta a non fare niente»
Riceviamo e pubblichiamo da Ivan Andrucci Pd . La lista civica 5 stelle Voi con ...

Il premio «La ciliegia» a due commercianti storici
Mercoledì 21 novembre in consiglio comunale il primo cittadino Monica Gibillini e l'assessore al commercio ...

Una commedia per beneficenza


Bareggio L’Associazione culturale “Circolo dell’Arte e dello Spettacolo” di Bareggio con il patrocinio del Comune, ripropone la commedia teatrale in tre atti ‘L’Aria del Continente, per sabato 24 novembre alle 21 al Cineteatro S.Luigi il cui ricavato sarà devoluto in beneficenza alle attività sociali dell’Oratorio S. Luigi di Bareggio.

La commedia scritta da Nino Martoglio offrono l’occasione per riflettere sul confronto tra identità locali, quella siciliana e quella del “continente”, di attuale significato sociale.

CittàOggiWeb

giovedì 22 novembre 2012

PRIMARIE PD, L'EVOLUZIONE DELLA SPECIE SINISTROIDE


di Niccolò Valentini - 22 novembre 2012

In attesa che "un insetto" in stile collodiano spazzi via tutto questo schifo, votate Bersani alle primarie: non cambierà niente e probabilmente lui e i membri del PD si ritroveranno a spasso come successe a Bertinotti alle ultime politiche

Come ormai purtroppo tutti sappiamo a causa dei mal di testa provocatoci dai mass media italiani che volevano anch'essi il loro bel duello tra politici in stile Obama vs. Romney, domenica prossima ci saranno le primarie del Partito Democratico.

Molti avranno visto il dibattito in tv organizzato magistralmente da Sky TG24, come neanche gli americani avrebbero saputo fare. Spero solo per la vostra salute mentale che non l'abbiate visto per intero.

Lasciando da parte la Puppato e Tabacci, che torneranno certamente presto nel semi-anonimato da cui sono venuti, ed escludendo il governatore pugliese Vendola che se non fosse stato per quella maledetta "s" avrebbe potuto certamente fare il poeta, l'attore o il Presidente del Consiglio, rimangono fuori Renzi e Bersani.

Renzi in questi ultimi giorni sta dando il meglio di sé, tanto che comincio a pensare che sia ubiquo. Provate anche voi: accendete la tv a qualsiasi ora e su qualsiasi canale e ve lo ritroverete lì pronto a rottamare un ferro già vecchio. Ogni tanto dalla sua bocca esce una frase che non contiene la parola "rottamare" e che non è stata concepita per gettare fango sul partito di cui fa parte e su Bersani. In queste rari occasioni, a volte esprime perfino qualche buona idea, per lo più scopiazzata dal blog di Beppe Grillo...

Che dire di Bersani? Gli autori della striscia satirica "Gli sgommati" non avrebbero saputo rappresentarlo meglio, cioè in bianco e nero. Se andate in Emilia Romagna o in qualche altro paesino padano da quelle parti e vi fermate a bere una birra al bar della piazzetta, ne troverete tanti di Bersani, anziani pensionati seduti al tavolino a ricordare tutto il giorno come si stava meglio prima. La sua costruita genuinità contadina poteva funzionare forse negli anni Sessanta ma ora non ci crede più nessuno.

E' vecchio, e non intendo vecchio dal punto di vista anagrafico, è proprio nato vecchio, vecchio dentro. E' un "nongio", un non giovane che come tale può rappresentare solo una fetta morente della popolazione. Ha esaurito la sua vena creativa durante l'ultimo governo Prodi con le liberalizzazioni che poi è riuscito a fare solo a metà. Non sa neanche lui come si trova lì e sono certo che in cuor suo spera che tutto finisca il più presto possibile per andare a godersi anche lui i vitalizi accumulati negli anni. Secondo me alla primarie, nel segreto dell'urna elettorale, Bersani stesso voterà Renzi di nascosto, senza dirlo a nessuno: se vi sembra assurdo, guardatelo bene negli occhi la prossima volta che lo vedrete in tv e domandatevi quanta voglia ha secondo voi di passare altri 5 anni da segretario del PD, nella migliore delle ipotesi, o da Presidente del Consiglio nella peggiore.

In attesa delle prossime elezioni in cui mi auguro che un "insetto saltellante e parlante" come quello collodianospazzi via tutto questo schifo come un tornado, qualunque sia il vostro credo politico vi invito a votare Bersani alle primarie del PD.

Darwin diceva che a sopravvivere non è la specie più forte, né quella più intelligente, ma quella che si adatta meglio al cambiamento. Date retta a me: con Bersani andiamo sul sicuro, non cambierà niente e probabilmente lui e i membri del PD si ritroveranno a spasso come successe a Bertinotti alle ultime politiche. 
Cado in piedi

SE ANCHE I CANDIDATI ALLE PRIMARIE DIMENTICANO LA SCUOLA


di Alex Corlazzoli - 21 novembre 2012

La parola scuola è uscita dopo un'ora e 10 minuti di dibattito televisivo, e nessuno dei candidati alle primarie del centrosinistra ha tirato fuori una seria riflessione sul tema. Non è più tempo di slogan, gli insegnanti esigono risposte precise



Riporto anche qui l'intervento che ho svolto durante la mia rubrica "L'Intervallo" in Jalla di Radio Popolare. 

Vorrei iniziare parlando dell'introduzione dell'obbligo di insegnare l'inno nazionale ai ragazzi nelle scuole. Credo che i miei ragazzi si siano già annoiati abbastanza in occasione dell'anniversario dell'Unità di Italia, mi ricordo che per mesi, come i polli in batteria, le maestre hanno insegnato l'Inno, per fare bella figura di fronte alle autorità, e mi ricordo che i bambini mi dicevano: "Uffa Maestro, ancora l'inno d'Italia!". Questo inno, che in realtà è meraviglioso, hanno finito per farlo odiare ai ragazzi.
In realtà, io penso che non ci sia bisogno di insegnarlo obbligatoriamente, mi sa che continuerò a insegnare De AndrèGaberVinicio Capossela, nelle mie ore di musica. L'inno di Mameli lo impareranno quando guardano le partite. 

Chissà che ne pensano i fantastici 5 del Partito Democratico. La parola scuola è uscita dopo un'ora e 10 minuti di dibattito televisivo. Il primo a pronunciarla è stato Vendola, ma in realtà nessuno, vuoi perché il conduttore non ha fatto una domanda esplicita, ha tirato fuori una seria riflessione sul tema suola. 
Io sono andato a leggermi tutti i programmi dei fantastici 5 poi gli ho mandato 5 domande sui loro canali twitter, sulla loro mail, perché io vorrei che mi chiarissero alcuni aspetti: solo Renzi e Bersani accennano al tema dell'innovazione nella scuola, che non figura invece nei programmi di Vendola, Tabacci e Puppato. Eppure, circail 15% dei quindicenni scolarizzati itaniani nel 2009, secondo i dati dell'Alma Mater Studiorum università di Bologna, non aveva accesso a un computer a scuola e circa il 25% non aveva la possibilità di accedere a internet. Ora, io vorrei sapere dai fantastici 5 come pensano di colmare questa grave lacuna italiana: con le lavagne multimediali che restano appese senza essere connesse perché non hanno la banda larga? O in che altro modo? Perché non basta citare innovazione. 
E poi in nessuno dei loro 5 programmi ho trovato una parola rispetto alle risorse da investire sui bambini migranti, che è un tema da affrontare con urgenza, perché gli insegnanti ogni giorno hanno a che fare con bambini di culture diverse, basti pensare che dal 1900 a oggi sono addirittura triplicati gli alunni con cittadinanza non italiana. Io stesso ho in classe questi bambini e mi accorgo che li stiamo perdendo, che stanno entrando a fare parte di quella percentuale dell'abbandono scolastico, di quel drammatico 18% che l'Italia si porta con se'. Purtroppo io non ho visto dei fantastici 5 una risposta precisa rispetto a questo tema, così come sul tema precari, che adesso è anche molto di moda. Ma vorrei parlare della qualità di vita dei precari, mi piacerebbe sapere dai fantastici 5 come pensano di colmare la diversità, io dico proprio, che c'è nel contratto, per coloro che sono assunti a tempo determinato e coloro che sono precari. 
Perché a un precario, ad esempio, non sono concessi neanche i permessi per andare a fare il famosoconcorsone, deve perdere una giornata di lavoro, dei soldi, mentre chi è a tempo indeterminato, potrà fare questo concorsone senza perdere soldi, ebbene c'è una disparità, che nessuno vuole impegnarsi a colmare. 
Ho inoltrato le mie domande su Twitter a tutti i fantastici 5, le ho mandate alle loro caselle mail prese dal sito ufficiale delle primarie del centro sinistra, ma non ho ancora avuto risposta, e non credo che arriverà mai.

Se devo esser sincero, mi aspettavo qualcosa di diverso. Mi aspettavo che, in un momento in cui in Italia la scuola è svilita dalla mancanza di investimenti, e soprattutto nel mondo dell'istruzione si respira un grande malessere, in qualche modo Renzi, Vendola, Puppato, Bersani o Tabacci parlassero di scuola, addirittura nei programmi di alcuni di questi candidati il tema scuola viene riassunto in pochissime righe. Eppure, durante il dibattito, avevano la possibilità di parlarne, una lacuna che non ho notato solo io, ma anche da molti altri insegnanti, che sui social network l'hanno stigmatizzata. Credo che sarebbe interesse dei candidati alle primarie dare delle risposte precise a quelli che potrebbero essere i loro elettori, gli insegnanti, entrando nel merito delle questioni. Questo non è più il momento degli splogan, gli insegnanti esigono delle risposte precise rispetto ai problemi del mondo dell'istruzione.