giovedì 22 novembre 2012

SE ANCHE I CANDIDATI ALLE PRIMARIE DIMENTICANO LA SCUOLA


di Alex Corlazzoli - 21 novembre 2012

La parola scuola è uscita dopo un'ora e 10 minuti di dibattito televisivo, e nessuno dei candidati alle primarie del centrosinistra ha tirato fuori una seria riflessione sul tema. Non è più tempo di slogan, gli insegnanti esigono risposte precise



Riporto anche qui l'intervento che ho svolto durante la mia rubrica "L'Intervallo" in Jalla di Radio Popolare. 

Vorrei iniziare parlando dell'introduzione dell'obbligo di insegnare l'inno nazionale ai ragazzi nelle scuole. Credo che i miei ragazzi si siano già annoiati abbastanza in occasione dell'anniversario dell'Unità di Italia, mi ricordo che per mesi, come i polli in batteria, le maestre hanno insegnato l'Inno, per fare bella figura di fronte alle autorità, e mi ricordo che i bambini mi dicevano: "Uffa Maestro, ancora l'inno d'Italia!". Questo inno, che in realtà è meraviglioso, hanno finito per farlo odiare ai ragazzi.
In realtà, io penso che non ci sia bisogno di insegnarlo obbligatoriamente, mi sa che continuerò a insegnare De AndrèGaberVinicio Capossela, nelle mie ore di musica. L'inno di Mameli lo impareranno quando guardano le partite. 

Chissà che ne pensano i fantastici 5 del Partito Democratico. La parola scuola è uscita dopo un'ora e 10 minuti di dibattito televisivo. Il primo a pronunciarla è stato Vendola, ma in realtà nessuno, vuoi perché il conduttore non ha fatto una domanda esplicita, ha tirato fuori una seria riflessione sul tema suola. 
Io sono andato a leggermi tutti i programmi dei fantastici 5 poi gli ho mandato 5 domande sui loro canali twitter, sulla loro mail, perché io vorrei che mi chiarissero alcuni aspetti: solo Renzi e Bersani accennano al tema dell'innovazione nella scuola, che non figura invece nei programmi di Vendola, Tabacci e Puppato. Eppure, circail 15% dei quindicenni scolarizzati itaniani nel 2009, secondo i dati dell'Alma Mater Studiorum università di Bologna, non aveva accesso a un computer a scuola e circa il 25% non aveva la possibilità di accedere a internet. Ora, io vorrei sapere dai fantastici 5 come pensano di colmare questa grave lacuna italiana: con le lavagne multimediali che restano appese senza essere connesse perché non hanno la banda larga? O in che altro modo? Perché non basta citare innovazione. 
E poi in nessuno dei loro 5 programmi ho trovato una parola rispetto alle risorse da investire sui bambini migranti, che è un tema da affrontare con urgenza, perché gli insegnanti ogni giorno hanno a che fare con bambini di culture diverse, basti pensare che dal 1900 a oggi sono addirittura triplicati gli alunni con cittadinanza non italiana. Io stesso ho in classe questi bambini e mi accorgo che li stiamo perdendo, che stanno entrando a fare parte di quella percentuale dell'abbandono scolastico, di quel drammatico 18% che l'Italia si porta con se'. Purtroppo io non ho visto dei fantastici 5 una risposta precisa rispetto a questo tema, così come sul tema precari, che adesso è anche molto di moda. Ma vorrei parlare della qualità di vita dei precari, mi piacerebbe sapere dai fantastici 5 come pensano di colmare la diversità, io dico proprio, che c'è nel contratto, per coloro che sono assunti a tempo determinato e coloro che sono precari. 
Perché a un precario, ad esempio, non sono concessi neanche i permessi per andare a fare il famosoconcorsone, deve perdere una giornata di lavoro, dei soldi, mentre chi è a tempo indeterminato, potrà fare questo concorsone senza perdere soldi, ebbene c'è una disparità, che nessuno vuole impegnarsi a colmare. 
Ho inoltrato le mie domande su Twitter a tutti i fantastici 5, le ho mandate alle loro caselle mail prese dal sito ufficiale delle primarie del centro sinistra, ma non ho ancora avuto risposta, e non credo che arriverà mai.

Se devo esser sincero, mi aspettavo qualcosa di diverso. Mi aspettavo che, in un momento in cui in Italia la scuola è svilita dalla mancanza di investimenti, e soprattutto nel mondo dell'istruzione si respira un grande malessere, in qualche modo Renzi, Vendola, Puppato, Bersani o Tabacci parlassero di scuola, addirittura nei programmi di alcuni di questi candidati il tema scuola viene riassunto in pochissime righe. Eppure, durante il dibattito, avevano la possibilità di parlarne, una lacuna che non ho notato solo io, ma anche da molti altri insegnanti, che sui social network l'hanno stigmatizzata. Credo che sarebbe interesse dei candidati alle primarie dare delle risposte precise a quelli che potrebbero essere i loro elettori, gli insegnanti, entrando nel merito delle questioni. Questo non è più il momento degli splogan, gli insegnanti esigono delle risposte precise rispetto ai problemi del mondo dell'istruzione. 

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