giovedì 4 ottobre 2012

Onorevoli ladri nell’Italia che muore di fame


Tra il 1994 e il 2008 la partitocrazia ladrona ha speso 570 milioni di euro, ma i rimborsi ricevuti sono stati pari a 2,253,612.233 milioni di euro. Esiste una parte d’Italia che continua a spassarsela alla grande sulla pelle dei contribuenti: i politici. Certamente la cosa più odiosa è il giro di clientele mafiose e di porcherie di ogni genere che i partiti muovono.
Di scandalo in scandalo, dunque, la stagione delle ladronerie politiche non finisce mai, mentre la ricchezza, soprattutto quella finanziaria, arrivata a rappresentare centinaia di volte quella reale, si concentra sempre più in pochissime rapaci mani ed è governata dalle leggi del mercato e del profitto a beneficio di un pugno di sfruttatori:
Filippo Penati (Partito Democratico), consigliere regionale della Lombardia, il 20 luglio 2011 viene indagato dalla Procura della Repubblica di Monza per concussione e corruzione in merito a presunte tangenti intascate sulla riqualificazione dell’ex Area Falck di Sesto San Giovanni. Il suo segretario di partito, Pierluigi Bersani, non sapeva nulla!
Francesco Belsito (Lega Nord), ex vicepresidente Fincantieri, il 10 gennaio 2012, in qualità di Tesoriere della Lega Nord, stanzia oltre 7 milioni di rimborsi elettorali in investimenti in Tanzania, Cipro e Norvegia. Emergono poi altri movimenti sui conti correnti liguri della Lega: assegni per un valore complessivo di 450mila euro. Poi risultano trasferiti dai conti liguri circa 700mila euro ad altri conti correnti della Lega Nord, su cui avrebbe la firma sempre Belsito come amministratore del partito e lo stesso leader e segretario federale Umberto Bossi è stato costretto a chiarire di aver approvato personalmente le operazioni di Belsito e di aver investito all’estero invece che in Btp italiani perché a suo dire l’Italia era a rischio default. Nel marzo 2012, attraverso un’inchiesta sui finanziamenti della Lega, Belsito viene indagato per le ipotesi di reato di appropriazione indebita e truffa aggravata ai danni dello Stato, proprio in relazione ai finanziamenti pubblici che la Lega percepisce come rimborsi elettorali, e che sarebbero stati utilizzati dalla famiglia Bossi. Nel mese di maggio Bossi è iscritto nel registro degli indagati dalla procura di Milano con l’accusa di truffa ai danni dello Stato a causa dello scandalo dei rimborsi elettorali.
Luigi Lusi (Partito Democratico), Senatore della Repubblica ed ex tesoriere della Margherita di Francesco Rutelli, è indagato per aver sottratto i soldi dei rimborsi elettorali in virtù del suo incarico di tesoriere della Margherita, creando una contabilità parallela, che sarebbe sfuggita ai controlli dei revisori dei conti, perché prelevati in piccola quantità. Secondo l’accusa i soldi sarebbero stati trasferiti in Canada, frazionati in novanta bonifici, sul conto della società TTT srl e Paradiso, della quale era unico proprietario. Infine, approfittando dello Scudo Fiscale (una delle tante leggine vergogna del governo Berlusconi), avrebbe fatto rientrare il capitale, investendo in immobili a Roma e in altre provincie, usando i parenti come prestanome e depositando il resto sul proprio conto corrente. Il 31 gennaio 2012 è stato iscritto nel registro degli indagati della Procura della Repubblica di Roma: l’accusa è appropriazione indebita per aver sottratto la somma di circa 13 milioni di euro dalle casse della Margherita Democrazia e Libertà, per scopi personali.
Franco Fiorito (PDL), ex consigliere regionale del Lazio e capogruppo PDL, agli inizi di settembre viene fuori che “er Batman” avrebbe dirottato ingenti quantità di denaro destinato al suo partito ed alla Regione sui suoi conti bancari italiani ed esteri (in due anni, 109 bonifici, dal conto del Pdl al proprio conto corrente, di importo compresi tra 4mila e 8mila euro, per un totale di 753mila euro, riportanti la causale: “Articolo 8 della legge regionale 14/98″). Emerge inoltre una sorta di “sistema” per sfruttare i fondi pubblici, destinati per legge ai vari gruppi consiliari, per fini personali da parte dei singoli consiglieri laziali. Il 12 settembre è dichiarato indagato per peculato. Nomina quale suo difensore l’avvocato Carlo Taormina.
Il 18 settembre, la Corte dei Conti stima in 21 milioni di euro, la torta che si sono suddivisi dodici partiti laziali che hanno partecipato alla competizione per le regionali del 28 e del 29 marzo 2010. Il massimo dei rimborsi è andato alla lista “Renata Polverini presidente” con 2,3 milioni. Il 24 settembre, Renata Polverini (Governatore della Regione Lazio ed ex sindacalista tutta casa e Ior) è costretta alle dimissioni. Il 28 settembre vengono indagati anche amici e parenti di Fiorito, per assegni con addebiti inspiegabili, si configura il reato di associazione per delinquere, mentre lo scandalo sui fondi rubati dai Consigli Regionali del PDL si allarga a Piemonte ed Emilia Romagna.

Questi sono solo pesci piccoli, la vergogna, nel BelPaese con 60 milioni di pecore, continuerà…


Tratto da: Onorevoli ladri nell’Italia che muore di fame | Informare per Resistere http://www.informarexresistere.fr/2012/10/04/onorevoli-ladri-nellitalia-che-muore-di-fame/#ixzz28JtREDUU
- Nel tempo dell'inganno universale, dire la verità è un atto rivoluzionario! 

Nessun commento:

Posta un commento