mercoledì 17 ottobre 2012

Crisi e risparmio di energia - Con la legge di stabilità tornano le notti al buio

Roma, 15 ottobre – Il governo spegne la luce di notte nelle città. E prevede così di risparmiare 500 milioni di euro all’anno.
Per ridurre la spesa e contenere l’uso di risorse energetiche, con decreto del presidente del Consiglio sono stati stabiliti gli standard tecnici per lo “spegnimento dell’illuminazione ovvero suo affievolimento, anche automatico, attraverso appositi dispositivi, durante tutte o parte delle ore notturne”. Il provvedimento, che sta facendo molto discutere, è contenuto nella bozza di Legge di stabilità.
“Si tratta di ottimizzare, di non sprecare dei soldi senza venir meno alle regole fondamentali di sicurezza”, si affretta a spiegare il ministro dello Sviluppo economico, Corrado Passera, respingendo le critiche alla misura “cieli bui” da qualcuno definita come un possibile coprifuoco. “È un buon suggerimento venuto dalla gente, così come quello recepito nei provvedimenti di aiuto alle start up”, aggiunge Passera.
“Un’unica legge nazionale sull’inquinamento luminoso era attesa da decenni, sinora c’è stata un’autentica anarchia”, festeggia Sergio Ortolani, professore ordinario del dipartimento di Fisica e astronomia Galileo Galilei dell’università di Padova. Di tutt’altro parere il capo del Pd bolognese, Raffaele Donini: “L’operazione cieli bui mi sembra il degno provvedimento di un governo troglodita - accusa senza mezzi termini. - Spegnere le luci di notte per risparmiare soldi? È come se un podista, per rendere più agevole il suo cammino, anziché cambiarsi le scarpe si tagliasse i piedi”.
E l’Eni che cosa ne pensa? “Non viviamo di queste cose, per fortuna”, dice l’amministratore delegato del gruppo petrolifero, Paolo Scaroni. “Noi i soldi li facciamo producendo petrolio in Africa e vendendolo negli Stati Uniti”, ha proseguito a margine di un’audizione alla commissione Industria al Senato minimizzando l’impatto della misura sui conti della società. 
Ecco i numeri che hanno ispirato il provvedimento: i comuni italiani spendono ogni anno oltre un miliardo di euro per l’illuminazione pubblica. Ma circa la metà di questa cifra potrebbe essere risparmiata adottando specifiche cautele o dotando i lampioni di tecnologia led, ovvero di lampade a basso consumo. A fare i calcoli era stata l’associazione Cielo Buio, i cui consigli hanno ispirato il lavoro portato avanti in questi mesi dal supercommissario alla spending review, Enrico Bondi. In pratica, secondo studi europei citati da Cielo Buio, il consumo pro capite per l’illuminazione pubblica è in Italia oltre il doppio della Germania e della media europea: 105 chilowattora contro i 42 tedeschi e i 51 della Ue.
E a differenza di molti paesi europei, in Italia la sorgente più impiegata per illuminare resta la lampada da 150 Watt, mentre oltre il 50% delle strade potrebbe essere illuminato con sorgenti da soli 70 Watt.
E-Gazette

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