giovedì 25 ottobre 2012

Kyoto: l'Europa supererà l'obiettivo, ma l'Italia no


Da Qualenergia
Nel 2011 le emissioni europee sono scese del 2,5%. L'Europa a 15 è a meno 13,5% rispetto al 1990 e dunque supererà il target di riduzione delle emissioni cui si è impegnata con il protocollo di Kyoto: meno 8% entro fine anno. Ma alcuni Stati, tra cui l'Italia, sono in ritardo. Gli ultimi dati dell'Agenzia Europea per l'Ambiente.
L'Europa supererà il target di riduzione delle emissioni cui si è impegnata con il protocollo di Kyoto, scendendo dell'8% rispetto ai livelli del 1990 entro fine anno, anche se alcuni Paesi, tra cui l'Italia, sono ancora in ritardo rispetto ai propri obiettivi nazionali e così dovranno pagare. Anche verso l'obiettivo comunitario – meno 20% al 2020 – la strada dell'Unione sembra relativamente in discesa: in uno scenario senza sforzi aggiuntivi per quell'anno, si arriverebbe a meno 19%. Si stima che metà degli Stati membri riuscirà a superare i propri obiettivi nazionali solamente con le riduzioni di CO2 attuate "in casa".
Nell'ultimo anno, infatti, complice un inverno mite e una crescita economica modesta, le emissioni europee sono diminuite di un ulteriore 2,5%. Lo dicono gli ultimi dati dell'Agenzia Europea per l'Ambiente (EEA) raccolti nel report ‘Approximated EU greenhouse gas inventory: early estimates for 2011’ (vedi allegato, pdf) che va ad aggiornare il documento che registra l'andamento delle emissioni ‘Greenhouse gas emission trends and projections in Europe 2012’ (altro allegato, pdf).
Dal 1990, a fronte di una crescita complessiva del Pil del 48%, le emissioni della UE a 27 si sono ridotte del 17,5% (aviazione internazionale esclusa). Quelle della UE a 15 (che ha firmato il Protocollo di Kyoto) sono scese del 13,5%.
Dal 2010 al 2011, con una crescita del Pil dell'1,5%, le emissioni dell'Europa a 27 si sono ridotte appunto del 2,5% (del 3,5% considerando la UE a 15), soprattutto grazie al settore residenziale e commerciale. I gas serra emessi dai settori coperti dall'Emission Trading Scheme europeo (ETS) – industrie energivore e produzione elettrica - sono infatti scesi dell'1,8% contro il meno 3% di quelli esclusi.
Le riduzioni più marcate nell'ultimo anno (vedi immagine sotto, clicca per ingrandire) si riscontrano a Cipro (-13% avendole però aumentate del 43% dal 1990) e in Belgio, Finlandia e Danimarca (-8%). A livello assoluto il calo più rilevante sono i 36 milioni di tonnellate di CO2 equivalente emessi in meno in Gran Bretagna, seguiti dai 24 della Francia e dai 17 Mton della Germania.

In Italia le emissioni nell'ultimo anno sono diminuite del 2,2%, pari a 11 milioni di tonnellate di CO2eq, e dal 1990 sono scese del 5,6%, per 29 milioni di tonnellate. Siamo dunque indietro rispetto all'obiettivo nazionale per Kyoto: -6,5% rispetto al 1990 entro la fine del 2012 (sotto le riduzioni nei vari Paesi dal 1990, clicca per ingrandire).
Come dett,o sono scese nettamente le emissioni nei settori esclusi dall'ETS: -3% considerando tutta l'Unione Europea e -3,8%, contando solo l'Europa a 15. Si è dunquesulla strada per superare l'obiettivo per la prima fase di Kyoto, anche se alcuni singoli Stati non stanno tagliando abbastanza e resta da vedere quanto dovranno far ricorso a quei crediti esterni che potranno ottenere fino al 2015, per raggiungere gli obiettivi nazionali. Alcuni Paesi - fa notare l'EEA con riferimento esplicito all'Italia - devono ancora dotarsi di un piano adeguato per ottenere questi crediti.

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