Durban (Sudafrica), 12 dicembre – Via libera alla tabella di marcia che porterà all’adozione di un accordo globale salva-clima entro il 2015 per entrare in vigore dal 2020. Lo ha deciso la 17esima Conferenza mondiale sul clima a Durban, in Sudafrica, che ha trovato anche un accordo per il Kyoto2 dopo il 2012.
Per l’accordo globale si inizierà a lavorare già a partire dal prossimo anno. Per questo è stato incaricato un gruppo di lavoro ad hoc in base alla “piattaforma di Durban”. Il documento, che dà mandato al gruppo di lavoro di definire l’accordo globale entro il 2015, sottolinea l’urgenza di accelerare i tempi e di alzare il livello di riduzione. La forma giuridica dell’accordo sarà oggetto di ulteriori discussioni. Per quanto riguarda il Kyoto2 dopo il 2012 riguarderà sostanzialmente l’Europa e pochi altri paesi industrializzati, visto che Giappone, Russia e Canada hanno da tempo annunciato il loro no al secondo periodo del Protocollo. Il Kyoto2 ha la funzione di fare da ponte verso l’accordo globale.
“Siamo usciti dal cono d’ombra di Copenaghen. L’accordo - ha commentato il ministro dell’Ambiente, Corrado Clini, che nei giorni scorsi ha partecipato personalmente alla trattativa - supera i limiti del Protocollo di Kyoto e ha una dimensione globale, offrendo all’Europa, e soprattutto all’Italia, la possibilità di costituire la piattaforma per lo sviluppo con le grandi economie emergenti, Brasile, Cina, India, Messico e Sudafrica”.
Nel “pacchetto Durban” approvato dalla Conferenza anche il via libera all’operatività del Fondo verde per aiutare i paesi in via di sviluppo a sostenere le azioni contro il riscaldamento globale. Si tratta di 100 miliardi di dollari al 2020.
L’approvazione dei testi è avvenuta intorno alle cinque del mattino ora locale (le 4 in Italia), dopo una tempistica che ha sforato di oltre un giorno la normale durata del summit, iniziato il 28 novembre scorso e che sarebbe dovuto terminare, secondo i piani, venerdì. Nelle ultime ore era emersa la volontà della presidenza sudafricana della Conferenza Onu di procedere a oltranza per uscire da Durban con l’approvazione dei documenti. Battendo il martelletto, come da pratica ufficiale, alla Plenaria, il presidente della Conferenza, Maite Nkoana-Mashabane, ha detto: “Abbiamo fatto la storia”. Soddisfatto si è detto il Brasile. Per ambientalisti e piccole isole, invece, il testo non è abbastanza forte: difficile mantenere sotto i due gradi l’aumento della temperatura globale come indicato dagli scienziati, termine per non arrivare a effetti catastrofici di non ritorno. egazette
Per l’accordo globale si inizierà a lavorare già a partire dal prossimo anno. Per questo è stato incaricato un gruppo di lavoro ad hoc in base alla “piattaforma di Durban”. Il documento, che dà mandato al gruppo di lavoro di definire l’accordo globale entro il 2015, sottolinea l’urgenza di accelerare i tempi e di alzare il livello di riduzione. La forma giuridica dell’accordo sarà oggetto di ulteriori discussioni. Per quanto riguarda il Kyoto2 dopo il 2012 riguarderà sostanzialmente l’Europa e pochi altri paesi industrializzati, visto che Giappone, Russia e Canada hanno da tempo annunciato il loro no al secondo periodo del Protocollo. Il Kyoto2 ha la funzione di fare da ponte verso l’accordo globale.
“Siamo usciti dal cono d’ombra di Copenaghen. L’accordo - ha commentato il ministro dell’Ambiente, Corrado Clini, che nei giorni scorsi ha partecipato personalmente alla trattativa - supera i limiti del Protocollo di Kyoto e ha una dimensione globale, offrendo all’Europa, e soprattutto all’Italia, la possibilità di costituire la piattaforma per lo sviluppo con le grandi economie emergenti, Brasile, Cina, India, Messico e Sudafrica”.
Nel “pacchetto Durban” approvato dalla Conferenza anche il via libera all’operatività del Fondo verde per aiutare i paesi in via di sviluppo a sostenere le azioni contro il riscaldamento globale. Si tratta di 100 miliardi di dollari al 2020.
L’approvazione dei testi è avvenuta intorno alle cinque del mattino ora locale (le 4 in Italia), dopo una tempistica che ha sforato di oltre un giorno la normale durata del summit, iniziato il 28 novembre scorso e che sarebbe dovuto terminare, secondo i piani, venerdì. Nelle ultime ore era emersa la volontà della presidenza sudafricana della Conferenza Onu di procedere a oltranza per uscire da Durban con l’approvazione dei documenti. Battendo il martelletto, come da pratica ufficiale, alla Plenaria, il presidente della Conferenza, Maite Nkoana-Mashabane, ha detto: “Abbiamo fatto la storia”. Soddisfatto si è detto il Brasile. Per ambientalisti e piccole isole, invece, il testo non è abbastanza forte: difficile mantenere sotto i due gradi l’aumento della temperatura globale come indicato dagli scienziati, termine per non arrivare a effetti catastrofici di non ritorno. egazette
Nessun commento:
Posta un commento