Oltre al danno, la beffa. La notizia era
apparsa in un rettangolino sul Corriere della Sera, l’altro giorno,
nelle ultime pagine. La nuova riforma della Protezione Civile varata dal
Governo Monti ha introdotto una novità in linea con il pensiero
liberista che finora l’ha animato: mai più lo Stato pagherà per i danni causati da calamità naturali.
Dopo aver introdotto la “tassa sulle disgrazie”, attraverso l’aumento dell’accise della benzina, il Governo ha quindi introdotto la possibilità per il cittadino che voglia tutelarsi da calamità naturali di sottoscrivere un’assicurazione privata. E chi non se la può permettere? Si arrangi, le casse del Tesoro sono vuote e il messaggio, chiaro e devastante, è uno solo: non contate più sullo Stato.
Poi si chiedono perché qualcuno va
dietro alle sirene del populismo e della demagogia: come non si può
essere inferociti contro una cosa del genere? Con un tempismo perfetto,
di fronte a 6 morti, 50 feriti, 3mila sfollati, danni per milioni a beni storici e artistici, l’unica certezza è questa: lo Stato non pagherà.
E’ questa l’Italia che vogliamo? Quella
del cinismo dei tecnici, che guardano solo ai conti? Caro Bersani, il PD
in Parlamento avrebbe dovuto fare le barricate contro una vergogna del
genere… possibile che arriviate sempre dopo? Possibile che dovete sempre
darci motivo per farci cascare le braccia (per non dire qualcos’altro)?
Una cosa è certa: in Emilia-Romagna non
arriverà un euro. E voglio proprio vedere con che faccia certa gente
esprimerà solidarietà alle vittime.
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