mercoledì 9 maggio 2012

Ballottaggio al 1° turno, come Londra risparmia alle amministrative


Mentre in alcune città ancora non si conoscono i risultati definitivi (a Palermo siamo ancora fermi a 580 sezioni su 600) e tutti sono alle prese con i vari traumi post-elettorali (PDL in primis), forse si potrebbero risparmiare per le prossime amministrative svariati milioni di euro, evitandosi i ballottaggi al 2° turno. E non c’è nemmeno bisogno di essere creativi, basta copiare dall’estero, in particolare da Londra.
Nella capitale del Regno Unito per eleggere il candidato sindaco non si va al ballottaggio: si dà la possibilità agli elettori di esprimere due voti, in ordine di preferenza: il candidato sindaco viene eletto così dalla somma delle prime e delle seconde preferenze.
E’ il caso delle ultime comunali: Boris Johnson, conservatore, ha vinto con il 51% proprio grazie alle seconde preferenze. In questo modo non si è andati al ballottaggio, non si sono spesi ulteriori soldi per le campagne elettorali e il sindaco è stato eletto al primo turno. Risparmio rispetto al passato: svariati milioni di sterline.
In Italia, invece, non solo facciamo i ballottaggi alla vecchia maniera, ma caso unico in Europa li spalmiamo su due giorni, pensando così di accrescere l’affluenza. E’ assurdo tenere chiusa una scuola seggio elettorale al lunedì per permettere il voto. Così come sono assurdi i ritardi nello spoglio perché città che vai, sistema che trovi (come a Palermo, che ha una legge elettorale comunale tutta sua che ora ha nei fatti falsato il risultato del primo turno per un errore di interpretazione ai seggi).
Siamo in tempi di crisi? E allora facciamole queste benedette riforme per facilitare la vita ai cittadini, in modo da risparmiare anche svariati milioni di euro. Prima che poi a qualcuno venga in mente che la democrazia ci costa troppo e, acclamato dalle folle, chiuda il Parlamento per una ventina d’anni.

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