giovedì 3 maggio 2012

Finiguerra, la rivoluzione gentile


Domenica 6 e lunedì 7 maggio si vota per le amministrative. In bocca al lupo a tutti i candidati onesti e perbene presenti in tutte le liste e in tutti i partiti, sperando vengano eletti loro e non gli altri che non si candidano per amore vero per la propria città o provincia, ma semplicemente perché alla ricerca di uno stipendio.
Il problema della politica al giorno d’oggi è questo: molti non la intendono più come lotta per un ideale di società migliore, ma semplicemente come ascensore sociale per migliorare la propria condizione economica. Non tutti, per fortuna. Ed è a quei tutti che vanno date migliaia di preferenze, perché è principalmente così che si combatte la cattiva politica, votando quella buona.
L’esempio di una politica buona, anzi, ottima, non urlata, non infarcita di facili slogan buoni per accaparrarsi voti, costruita su solidi fatti è quello offerto da Domenico Finiguerra.
Finiguerra, sindaco di Cassinetta di Lugagnano negli ultimi 10 anni, ha coniugato la parola Sinistra in un modo nuovo, anticipando di fatto tutte le rincorse “ambientaliste” ed “ecosostenibili” a cui sono stati costretti i partiti di oggi. Non lo ha fatto a parole, ma con i fatti, riconsegnando dopo 10 anni una città rivoluzionata, un posto migliore in cui vivere, dove i servizi funzionano, i portaborse non esistono e la comunità cresce nel rispetto dell’ambiente e togliendo qualsiasi opportunità di speculazione a palazzinari falliti e amici degli amici (che in Lombardia dilagano).
Domenico Finiguerra ora si è candidato a sindaco di Abbiategrasso, città in cui ha sempre vissuto. La città in cui mio nonno decise di stabilirsi dopo che la guerra gli aveva portato via tutto: la madre, la casa, gli affetti familiari. Quando arrivò in quella che oggi è Via Dante, la casa di mio nonno era circondata dal verde e dai campi. Oggi lui non c’è più e insieme a lui non ci sono più né il verde, né i campi: ecomostri, cemento, traffico, smog. Il giardino di mio nonno, le sue piante, sono praticamente una delle poche cose verdi rimaste in quella via.
Negli ultimi vent’anni Abbiategrasso è peggiorata. Non è più un bel posto in cui vivere. Sprechi, favori agli amici degli amici, clientelismo, familismo amorale: sembra un paesino della Calabria, altro che una città alle porte di Milano.
Sono in conflitto d’interessi, lo so, perché amo troppo Abbiategrasso. Mi auguro però questo: che lunedì prossimo Domenico Finiguerra diventi Sindaco di Abbiategrasso. Affinché torni, finalmente, un bel posto in cui vivere.

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