Strasburgo, 9 gennaio – La Corte europea dei diritti umani di Strasburgo ha stabilito in una deliberazione non definitiva della Camera di consiglio che è stato violato il diritto alla salvaguardia della vita privata e familiare di 18 persone di Somma Vesuviana. La vicenda riguarda lo stato di emergenza (dall’11 febbraio 1994 al 31 dicembre 2009) in relazione alla raccolta dei rifiuti, trattamento e stoccaggio nella regione Campania, compreso un periodo di cinque mesi in cui i rifiuti venivano ammucchiati nelle strade I giudici hanno però ritenuto che la vita e la salute dei cittadini ricorrenti non siano state messe in pericolo dall’emergenza rifiuti e che gli studi scientifici presentati dalle parti sull’esistenza di un legame tra un aumento dei casi di cancro e l’emergenza immondizia arrivino a risultati divergenti. Allo stesso tempo, la Corte di Strasburgo non ha riconosciuto l’indennizzo di 15mila euro per danni morali richiesto dai ricorrenti asserendo che la constatazione della violazione del loro diritto alla vita privata e familiare è da considerarsi una riparazione sufficiente del danno morale subito. I giudici hanno anche stabilito che lo stato italiano dovrà versare all’avvocato Errico di Lorenzo, che oltre a rappresentare il gruppo è uno dei ricorrenti, 2.500 euro per le spese legali sostenute. L’avvocato aveva richiesto oltre 20mila euro
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