ROMA – Nel 2011 l'imponibile evaso in Italia è cresciuto del 13,4% con punte record nel nord dove ha raggiunto l’ 14,7%. In termini di imposte sottratte all'erario siamo nell'ordine di 180,7 miliardi di euro l’anno. La stima è stata effettuata da KRLS Network of Business Ethics per conto dell’Associazione Contribuenti Italiani e sarà pubblicata prossimamente su “Contribuenti.it Magazine”.
Cinque sono le aree di evasione fiscale analizzate: l'economia sommersa, l'economia criminale, l'evasione delle società di capitali, l’evasione delle big company e quella dei lavoratori autonomi e piccole imprese.
La prima riguarda l'economia sommersa. L'esercito di lavoratori in nero si gonfia sempre di più è composto da circa 2,9 milioni di persone, molti dei quali cinesi o extracomunitari. In tale categoria sono stati ricompresi anche 850.000 sono lavoratori dipendenti che fanno il secondo o il terzo lavoro. Si stima un’evasione d’imposta pari a 34,3 MLD di euro.
La seconda è l'economia criminale realizzata dalle grandi organizzazioni mafiose italiane e straniere (Russia e Cina in testa) che, nel nord Italia è cresciuta nel 2011 del 18,7%. Si stima che il giro di affari non "contabilizzati" produca un’evasione d’imposta pari a 78,2 MLD di euro l’anno.
La terza area è quella composta dalle società di capitali, escluso le grandi imprese. Dall’incrocio dei dati è emerso che il 78% circa delle società di capitali italiane dichiara redditi negativi o meno di 10 mila euro o non versa le imposte. Molte di queste chiudono nel giro di 5 anni per evitare accertamenti fiscali o utilizzano “teste di legno” tra i soci o amministratori. In pratica su un totale di circa 800.000 società di capitali operative, il 78% non versa le imposte dovute. Si stima un'evasione fiscale attorno ai 22,4 MLD di euro l'anno.
La quarta area è quella composta delle big company. Una su tre ha chiuso il bilancio in perdita e non pagando le tasse. Inoltre il 94% delle big company abusano del “transfer pricing” per spostare costi e ricavi tra le società del gruppo trasferendo fittiziamente la tassazione nei paesi dove di fatto non vi sono controlli fiscali sottraendo al fisco italiano 37,8 MLD di euro all’anno. Nel 2011, le 100 maggiori compagnie del paese hanno ridotto del 14,2% le imposte dovute all'erario.
Infine c'è l'evasione dei lavoratori autonomi e delle piccole imprese dovuta alla mancata emissione di scontrini, di ricevute e di fatture fiscali che sottrae all'erario circa 8,2 miliardi di euro l'anno.
In testa nel 2011, tra le regioni, dove sono aumentati numericamente gli evasori fiscali, risulta la Lombardia, con +15,3%. Secondo e terzo posto spettano rispettivamente al Veneto con + 14,9% e la Valle d’Aosta con +13,6%. A seguire la Liguria con +13,5%, il Piemonte con 13,4%, il Trentino con 13,1%, il Lazio con +12,9%, , l'Emilia Romagna con +12,8%, la Toscana con +12,6%, le Marche con +11,3%, la Puglia con +10,6%, alla Campania +8,0 %, la Sicilia con +7,6% e l’Umbria con +7,1%.
La Lombardia, anche in valore assoluto, ha fatto registrare il maggior aumento dell'evasione fiscale. In percentuale, il dato lombardo aumenta, nel 2011, di circa il 15,9%.
In Italia i principali evasori sono gli industriali (33,2%) seguiti da bancari e assicurativi (30,7%), commercianti (11,8%), artigiani (9,4%), professionisti (7,5%) e lavoratori dipendenti (7,4%).
A livello territoriale l'evasione è diffusa soprattutto nel Nord Ovest (31,4% del totale nazionale), seguito dal Nord Est (27,1%). dal Centro (22,2%) e Sud (19,3%).
"Per combattere l’evasione fiscale – ha affermato Vittorio Carlomagno presidente di Contribuenti.it Associazione Contribuenti Italiani - bisogna riformare il fisco italiano introducendo la tax compliance, seguendo ciò che avviene nei principali paesi europei che hanno ridotto le aliquote fiscali, migliorato la qualità dei servizi pubblici e sopratutto eliminato gli sprechi della pubblica amministrazione. L’evasione fiscale è diventato lo sport più praticato dalle grandi imprese italiane. Fino a quando non migliorerà l’efficienza dell’amministrazione finanziaria e si taglieranno le spese della casta, il governo avrà bisogno di far cassa ad ogni costo, incassando i soldi “pochi, maledetti e subito” attraverso l’accertamento con adesione, un vero e proprio condono permanente. E si premieranno sempre i grandi evasori fiscali, che preferiscono pagare le tasse a forfait e con il massimo sconto”.
LA MAPPA DELL'EVASIONE FISCALE IN ITALIA (ANNO 2011)
Le categorie Le modalità Stima annua
dell’imposta evasa
ECONOMIA SOMMERSA Almeno 2.900.000 occupati svolgono un’attività irregolare come lavoratori dipendenti € 34,3 MLD
ECONOMIA CRIMINALE Controllo del territorio € 78,2 MLD
SOCIETA’ CAPITALE Il 78% delle società di capitali dichiara redditi negativi o meno di € 10 mila € 22,4 MLD
BIG COMPANY
Transfer pricing conti off-shore e società estere € 37,8 MLD
LAVORATORI AUTONOMI E PICCOLE IMPRESE Mancata emissione di scontrini, ricevute e fatture fiscali € 8,2 MLD
TOTALE € 180,9 MLD
Cinque sono le aree di evasione fiscale analizzate: l'economia sommersa, l'economia criminale, l'evasione delle società di capitali, l’evasione delle big company e quella dei lavoratori autonomi e piccole imprese.
La prima riguarda l'economia sommersa. L'esercito di lavoratori in nero si gonfia sempre di più è composto da circa 2,9 milioni di persone, molti dei quali cinesi o extracomunitari. In tale categoria sono stati ricompresi anche 850.000 sono lavoratori dipendenti che fanno il secondo o il terzo lavoro. Si stima un’evasione d’imposta pari a 34,3 MLD di euro.
La seconda è l'economia criminale realizzata dalle grandi organizzazioni mafiose italiane e straniere (Russia e Cina in testa) che, nel nord Italia è cresciuta nel 2011 del 18,7%. Si stima che il giro di affari non "contabilizzati" produca un’evasione d’imposta pari a 78,2 MLD di euro l’anno.
La terza area è quella composta dalle società di capitali, escluso le grandi imprese. Dall’incrocio dei dati è emerso che il 78% circa delle società di capitali italiane dichiara redditi negativi o meno di 10 mila euro o non versa le imposte. Molte di queste chiudono nel giro di 5 anni per evitare accertamenti fiscali o utilizzano “teste di legno” tra i soci o amministratori. In pratica su un totale di circa 800.000 società di capitali operative, il 78% non versa le imposte dovute. Si stima un'evasione fiscale attorno ai 22,4 MLD di euro l'anno.
La quarta area è quella composta delle big company. Una su tre ha chiuso il bilancio in perdita e non pagando le tasse. Inoltre il 94% delle big company abusano del “transfer pricing” per spostare costi e ricavi tra le società del gruppo trasferendo fittiziamente la tassazione nei paesi dove di fatto non vi sono controlli fiscali sottraendo al fisco italiano 37,8 MLD di euro all’anno. Nel 2011, le 100 maggiori compagnie del paese hanno ridotto del 14,2% le imposte dovute all'erario.
Infine c'è l'evasione dei lavoratori autonomi e delle piccole imprese dovuta alla mancata emissione di scontrini, di ricevute e di fatture fiscali che sottrae all'erario circa 8,2 miliardi di euro l'anno.
In testa nel 2011, tra le regioni, dove sono aumentati numericamente gli evasori fiscali, risulta la Lombardia, con +15,3%. Secondo e terzo posto spettano rispettivamente al Veneto con + 14,9% e la Valle d’Aosta con +13,6%. A seguire la Liguria con +13,5%, il Piemonte con 13,4%, il Trentino con 13,1%, il Lazio con +12,9%, , l'Emilia Romagna con +12,8%, la Toscana con +12,6%, le Marche con +11,3%, la Puglia con +10,6%, alla Campania +8,0 %, la Sicilia con +7,6% e l’Umbria con +7,1%.
La Lombardia, anche in valore assoluto, ha fatto registrare il maggior aumento dell'evasione fiscale. In percentuale, il dato lombardo aumenta, nel 2011, di circa il 15,9%.
In Italia i principali evasori sono gli industriali (33,2%) seguiti da bancari e assicurativi (30,7%), commercianti (11,8%), artigiani (9,4%), professionisti (7,5%) e lavoratori dipendenti (7,4%).
A livello territoriale l'evasione è diffusa soprattutto nel Nord Ovest (31,4% del totale nazionale), seguito dal Nord Est (27,1%). dal Centro (22,2%) e Sud (19,3%).
"Per combattere l’evasione fiscale – ha affermato Vittorio Carlomagno presidente di Contribuenti.it Associazione Contribuenti Italiani - bisogna riformare il fisco italiano introducendo la tax compliance, seguendo ciò che avviene nei principali paesi europei che hanno ridotto le aliquote fiscali, migliorato la qualità dei servizi pubblici e sopratutto eliminato gli sprechi della pubblica amministrazione. L’evasione fiscale è diventato lo sport più praticato dalle grandi imprese italiane. Fino a quando non migliorerà l’efficienza dell’amministrazione finanziaria e si taglieranno le spese della casta, il governo avrà bisogno di far cassa ad ogni costo, incassando i soldi “pochi, maledetti e subito” attraverso l’accertamento con adesione, un vero e proprio condono permanente. E si premieranno sempre i grandi evasori fiscali, che preferiscono pagare le tasse a forfait e con il massimo sconto”.
LA MAPPA DELL'EVASIONE FISCALE IN ITALIA (ANNO 2011)
Le categorie Le modalità Stima annua
dell’imposta evasa
ECONOMIA SOMMERSA Almeno 2.900.000 occupati svolgono un’attività irregolare come lavoratori dipendenti € 34,3 MLD
ECONOMIA CRIMINALE Controllo del territorio € 78,2 MLD
SOCIETA’ CAPITALE Il 78% delle società di capitali dichiara redditi negativi o meno di € 10 mila € 22,4 MLD
BIG COMPANY
Transfer pricing conti off-shore e società estere € 37,8 MLD
LAVORATORI AUTONOMI E PICCOLE IMPRESE Mancata emissione di scontrini, ricevute e fatture fiscali € 8,2 MLD
TOTALE € 180,9 MLD
L’ufficio stampa
FONTE: ASSOCIAZIONE CONTRIBUENTI ITALIANI
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