venerdì 1 giugno 2012

Pane, brioches e parate sobrie


Solo da questo sito sono passate ben oltre 100 mila persone in un giorno e mezzo per dire no alla parata militare. Oltre 100 mila cittadini che hanno chiesto con una serie infinita di toni e sfumature al Presidente della loro Repubblica di dare un segno. Perché solo di un segno si sarebbe trattato, decidere di sospendere la parata militare del 2 giugno, non certo di una soluzione per il popolo dell’Emilia Romagna colpito dal terremoto.
A ben guardare un segno le più alte cariche dello Sato lo hanno dato, e questo ci dice del successo della nostra (nostra in senso lato, non eravamo soli) iniziativa. Ma riducendo gli organici e cercando di applicare sobrietà alla parata (un ossimoro di cui essendo persone intelligenti erano certamente consapevoli), hanno dato soprattutto l’ennesimo segno della loro ignoranza. Perché qui non vogliamo mettere in discussione la buona fede di nessuno. Sarebbe oltraggioso verso le istituzioni. Ma quel gesto, quella parata “sobria” uscita dal conclave tra Napolitano, Fini, Schifani e Monti dimostra quanto le istituzioni siano del tutto ignoranti rispetto alle sacrosante aspettative dei “loro” cittadini.
Persino un personaggio come Arnaldo Forlani, nel 1976, aveva sentito quel che il popolo chiedeva.
Oggi il sentire comune è fuori da ogni palazzo. Le imbottiture delle poltrone, i pesanti tendaggi, i tappeti, ovattano qualsiasi rumore provenga dall’esterno, lo sappiamo bene. Per questo è necessario parire le finestre, uscire, trovare il modo di farsi arrivare quei suoni che arrivano da fuori. Ma evidentemente nemmeno di fronte alle tragedie i Palazzi han più la voglia o la forza di farlo.
Han creduto con un ossìmoro, di interpretare la volontà popolare. Probabilmente ci hanno creduto davvero. Ma  la loro sobria parata suona come la famosa frase che si continua ad attribuire a Maria Antonietta: “S’ils n’ont plus de pain, qu’ils mangent de la brioche”.E tutti sappiamo che fine abbia fatto la povera regina.
Maso Notarianni E

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