lunedì 18 giugno 2012

Il negozio dove non si paga


Articolo tratto da Nonsprecare.it
Ce li abbiamo tra le mani tutti i giorni e segnano in bene e in male il nostro presente e il nostro futuro: chissà chi ricordaquando sono nati i soldi e perché. L’obiettivo iniziale era creare uno strumento unico per misurare una prestazione di cui si aveva bisogno in modo obiettivo. Poi, nei secoli, sono arrivati gli interessi, le cambiali, le speculazioni e l’inflazione: tutte storture di un mondo basato sul denaro.
Ma alla fine, i soldi servono solo a comprare delle cose: e se tornassimo invece a scambiare gli oggetti, senza intermediazioni di filigrana? La news di oggi è la soluzione a questo dubbio ed ecco come nasce l’idea di “Passamano”, un “negozio” davvero particolare dove non servono banconote, né monete per prendere ciò che serve. “Passamano” è ilprimo non-negozio basato sulla filosofia del recupero e del riutilizzo, dove cioè si “compra” senza pagare, perché gli oggetti non hanno prezzo.
Anzi, qui si possono prendere e portare senza denaro in cambio, come descrive un articolo a firma di Roberta Ragni sul sito greenme.it. Nato grazie a un gruppo di volontari che non ricevono compenso e che chiedono solo una libera offerta facoltativa per coprire le spese fisse del negozio, il Freeshop Passamano è stato inaugurato, per essere messo a disposizione della collettività a Bolzano, precisamente in via Rovigo. Il progetto appartiene a una rete di iniziative che favoriscono il riuso dei beni e un approccio più cosciente con le risorse e lottano contro gli sprechi, la società dei consumi, l’usa e getta.
Ma come funziona? Semplice: ci vai, cerchi tra gli scaffali quello che ti piace e lo prendi senza pagare niente. Potrai poi mettere a disposizione qualcosa di tuo che non utilizzi più o lasciare offerte volontarie per il pagamento delle spese della struttura. “Passamano” è anche un info-point su consumo consapevole, riciclo e riutilizzo, eco villaggi, transition town, decrescita felice, animalismo, cucina vegetariana e vegana, turismo responsabile, diritti umani, con una biblioteca e una sala riunioni da 30 posti a sedere per serate e incontri tematici. Ma soprattutto è un laboratorio condiviso con chiunque volesse dare il proprio contributo in termini di tempo, disponibilità e collaborazione. “Ci sono cose che è più facile regalare che vendere – racconta Andrea Nesler al quotidiano locale Alto Adige- quando un oggetto ha un valore affettivo difficile stabilirne il prezzo di vendita, si rischia di svalutarlo, e allora è meglio regalarlo. Così, un ex sciatore è venuto e ci ha consegnato tutta la sua attrezzatura sportiva, perché ha un problema alla schiena e non può più scendere in pista. È venuto e ci ha raccontato la sua storia”. Non solo scambio di oggetti, quindi, ma anche di socialità e amicizia.

Nessun commento:

Posta un commento