mercoledì 1 febbraio 2012

Senza rinnovabili le auto elettriche aumentano l’inquinamento


Alessandro Grandi
Auto elettriche e a motore a scoppio. Il problema inquinamento ambientale è sempre d’attualità. Produrre energia con fonti rinnovabili sarebbe la soluzione ideale per alimentare le batterie delle auto elettriche? Ne abbiamo discusso con Andrea Borali di Greenpeace.
“Il vecchio adagio che cita ‘il diavolo sta nei dettagli’ è vero soprattutto per quanto riguarda questo argomento delicato” dice Andrea Boraschi responsabile campagne Energia e Clima di Greenpeace.
“Purtroppo – continua Boraschi – molti dei meccanismi di creazione di un mercato energetico sostenibile, sottostanno alle concessioni che la politica ‘dona’ alle grandi lobby legate alle fonti fossili. E’ così ad esempio, per tutti i meccanismi di finanza che insistono sul mercato delle emissioni di Co2, per cui il cosiddetto ‘emission trading scheme‘ è una cosa che nominalmente prevede che ogni tonnellata di Co2 emessa corrisponda a un costo che deve sostenere l’azienda che lo emette. Poi, sappiamo che esistono dei crediti di emissioni che vengono regolarmente regalati dai governi per varie ragioni, come supporto per l’economia, per non limitare le produzioni e così via.
E anche la mobilità è interessata a questi crediti?
“Il rapporto uscito dice che la vendita di un’auto elettrica garantisce a un’azienda automobilistica tanti crediti quanti ne servono a coprire la vendite di tre auto particolarmente inquinanti. Quindi, in realtà quella che potrebbe essere una forma di mobilità buona facilmente si trasforma, a causa di questo bug giuridico e normativo, in un incentivo non all’abbattimento delle emissioni ma a un loro aumento”.
E in merito alla produzione dell’energia elettriche che andrebbe poi ad alimentare le vetture ci sono problemi?
“Questa è un’altra grande questione. Esiste una vera e propria discrasia temporale. Oggi il mercato automobilistico sarebbe pronto per produrre flotte importanti di auto elettriche. La tecnologia è matura, ce lo consente. Per contro, non abbiamo un sistema di produzione di elettricità che sia sufficientemente sostenibile tanto da supportare anche questo eventuale incremento. Per esempio, se per assurdo trasformassimo tutto il parco auto di cui disponiamo in auto elettriche, avremmo un aggravio estremamente pesante sulla produzione di elettricità che ancora oggi avviene in misura minoritaria attraverso le fonti rinnovabili. Tutto questo significa in realtà, che si andrebbe a sostituire il petrolio, con altre fonti che però sarebbero in prevalenza carbone, gas e nucleare.
Quindi sostanzialmente si produrrebbe energia elettrica da fonti inquinanti?
Abbiamo fatto una stima: un aumento delle auto elettriche pari al 10 percento del totale delle auto vendute potrebbe portare a un aumento complessivo delle emissioni di Co2 del 20 percento. Le cause? Per prima cosa i supercrediti che i veicoli elettrici consentono ai produttori di accumulare rispetto alla vendita di auto altamente inquinanti. In secondo luogo per le modalità attraverso cui si pensa di alimentare la batteria di questi veicoli.
E la soluzione ideale quale potrebbe essere per Greenpeace?
Innanzitutto, chiunque si pone davanti a un ragionamento di strategia per il settore della mobilità pensa che deve essere potenziato il trasporto pubblico e limitato quanto più possibile il trasporto su gomma, per il resto oggi appare preferibile l’opzione che vada verso normative che vadano a colpire le emissioni dei motori a benzina.
E

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