martedì 24 luglio 2012

L’apocalisse, o forse no!


Monica, mia moglie, mi ha ricordato che l’ideogramma cinese che esprime il concetto di CRISI è lo stesso che rappresenta la parola OPPORTUNITA’.
In questo momento di banche e nazioni e famiglie e modelli allo sfascio, mai come ora c’è lo spazio, la possibilità di un altro sistema, un altro sviluppo, un altro futuro.
Appare evidente che questo modo di trascinare avanti il mondo ha fallito. La crescita, lo sviluppo a tutti i costi, l’espansione a danno del pianeta, non è più praticabile. Ce lo diciamo da almeno trent’anni e le abbiamo provate tutte, pur di perseverare nel “peccato originale” della crescita infinita, per il timore di dover rinunciare, ridurre, perdere qualcosa, qualcuno.
Il risultato è però che oggi, quello stesso Dio Mercato al cui altare abbiamo predicato, pregato, sacrificato il nostro presente, ci chiede il conto, spietato. A saltare per aria non sono più pezzi di società, famiglie disperate che “non arrivano alla fine del mese”. Ora, a saltare, sono banche, grandi imprese, interi pezzi di nazioni. Nazioni intere
E’ crisi, nera. Ma anche opportunità. Per ripartire, daccapo. Ricominciando a immaginare, praticandolo, un futuro altro e sostenibile. Fatto di sobrietà. Azione collettiva. Pratiche diffuse di socialità e bellezza, convivialità e integrazione.
Fatto di scelte coraggiose, anche, le uniche percorribili in questo scenario di apocalisse perennemente annunciata che ci toglie il fiato, e la speranza di qualcosa di diverso. Altro. Possibile.
Dobbiamo riprenderci il nostro futuro. Mettendo in campo strumenti che in questi anni, nonostante tutto, qualcuno ha sperimentato (con successo) per noi.
Costruiamo dal basso, giorno per giorno, il posto migliore possibile in cui valga la pena vivere. E andiamoci adesso, in buona compagnia.

Marco Boschini

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