mercoledì 18 aprile 2012

Il pareggio di bilancio ora è legge costituzionale


A nulla sono valsi gli appelli e le lettere aperte: il PD non si è astenuto e il pareggio di bilancio è diventato legge costituzionale. Morale, per dirla alla Bersani, d’ora in avanti saremo “castrati da ogni politica economica.” Il perché il segretario del PD abbia cambiato idea, con l’avvento di Monti, non l’ha voluto spiegare: sta di fatto che con il voto di oggi quel che resta della politica italiana ha deciso, senza permettere ai cittadini di esprimersi in merito, sul suicidio della politica a favore dell’economia e, soprattutto, delle banche.
E’ di un’ora fa la notizia che il Fondo Monetario Internazionale prevede il pareggio di bilancio per il nostro Paese non entro il 2013, bensì nel 2017: ci aspetterebbero, quindi, per rispettare la nostra “nuova” Costituzione, altri 5 anni di manovre lacrime e sangue.
Avevo scritto il 12 aprile una lettera aperta a Pierluigi Bersani al riguardo, chiedendogli di astenersi e permettere così il referendum confermativo. Motivavo anche, pareri di premi nobel ed economisti tutt’altro che marxisti, il perché fosse una follia inserire il pareggio di bilancio in costituzione. Nessuna risposta. Che poi uno si chiede cosa diamine se li faccia uno twitter e facebook, se poi non usa lo staff per tenere i contatti con i cittadini. Soprattutto, che cosa ti segua a fare su twitter… per farti sentire importante?
Paul Krugman, premio nobel per l’economia nel 2008 (ottenuto perché aveva previsto la crisi dei derivati, inascoltato e deriso dai colleghi di mezzo mondo) sul New York Times ha parlato di “Suicidio Economico dell’Europa“.
Ecco, con il voto di oggi, oltre al suicidio economico dell’Italia, Bersani ha decretato pure la fine di quel “primato della politica” tanto caro a D’Alema, aprendo la prima crepa nel ridicolo argine che stanno cercando di opporre alla c.d. “antipolitica”.
Penso a quando l’anno prossimo questa gente mi chiederà il voto. Penso al gesto dell’ombrello che gli farò, con pernacchia al seguito, quando mi daranno, per l’ennesima volta, del qualunquista e del tafazzista.
Si chiedeva Enrico Berlinguer nel 1981 se non fosse venuta l’ora di costruire una società che non fosse un immondezzaio, come era invece quella costruita sul votare “turandosi il naso”. Mi dispiace, io il naso non me lo turo più. E a voi del PD non vi voto più.
QdS Pierpaolo Farina

9 commenti:

  1. complimenti a coloro che sono seduti in parlamento e che si dichiarano progressisti...
    ...qualcuno però dica loro che non è sufficiente definirsi tali...se a questo si somma il fatto che toglieranno l'esenzione dei ticket per i disoccupati e le loro famiglie possiamo tranquillamente dire di avere un parlamento composto esclusivamente da parassiti...almeno i conservatori possono continuare a dire di essere tali gli altri no!!!
    SimoPrc

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  2. Non sono un sostenitore della costituzionalizzazione del pareggio del bilancio.
    Più che altro sono un sostenitore del bilancio in pareggio nel medio termine, inserirendo alcune condizioni, che vanno nella direzione di una certa flessibilità (ogni 4-5 anni il bilancio dovrebbe essere in pareggio), che consenta di derogare alla rigidità dello strumento (come, appunto, nel caso di congiunture economiche negative o calamità naturali, non prevedibili) .

    Anno per anno credo sia eccessivo, soprattutto perché vi è molta discrezionalità nella determinazione del bilancio annuale, che si regge su stime e non su dati certi. il bilancio dello Stato non è un pozzo senza fondo e che le risorse pubbliche non si possono reperire mediante l’indebitamento sistematico.

    Il PD probabilmente ha voluto questa scelta come una convinzione dell’utilità e bontà del percorso di risanamento avviato dal governo Monti, convinto che sia un bene per il Paese, e perché aderisce con convinzione e senza ambiguità ai trattati dell’Unione Europea.
    Io penso che purtroppo dell'ambiguità ci possa essere anche considerati i precedenti sino ad ora trascorsi e che questa possa in realtà' essere interpretata come l'ennesima imposizione dell’Europea.

    Votare a favore del pareggio di bilancio vorrebbe dire sancire il predominio dei poteri finanziari e delle logiche neo-liberiste sulla politica. In questo modo si favorirebbero le speculazioni finanziarie, andando contro gli interessi dei cittadini. Infatti questa decisione sancirebbe un'ulteriore diminuzione del potere sovrano degli Stati.

    Saluti
    Ivan

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    1. 1) I progressisti (il Pd) "toglieranno l'esenzione dei ticket per i disoccupati"? Errore. Aggiornarsi, per favore! E' esatto il contrario.

      2) "Votare a favore del pareggio di bilancio vorrebbe dire...ecc.".
      Votando a favore, dunque, il Pd sceglierebbe di "sancire il predominio...ecc.." favorendo "le speculazioni finanziarie, andando contro gli interessi dei cittadini" e determinando "un'ulteriore diminuzione del potere sovrano" degli Stati(l'Italia).
      Un po' troppo contraddittorio, forse, per chi si candida a guidare l'Italia, o no? E siccome non risulta che sia questo il programma del Pd, sarà utile conoscere le motivazioni ufficiali, puntuali e convincenti, della scelta.
      Che arriveranno certamente, non fosse altro che per tentare di rincuorare il perplesso Ivan. E non solo lui.

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    2. Io non sono perplesso, semplicemente non sono d'accordo su una scelta che ha fatto il PD che si chiama democratico ben appunto per questo.
      Probabilmente il commento anonimo e' sempre stato un allineato e coperto.

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    3. "allineato e coperto"... grande!

      sai quanti ce ne sono? vedrai adesso che andrete al governo quanti altri ne verranno fuori.

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    4. Accade che, nelle stesse ore, il candidato socialista alle presidenziali Francois Hollande bolli l’introduzione della stessa regola nella Costituzione francese, caldeggiata da Sarkozy, come “una pura operazione di relazioni pubbliche”, aggiungendo che, se sarà eletto, bloccherà il Fiscal Compact voluto dalla Germania, a meno che non venga corretto con misure per la crescita.

      Ma come! Bersani e Hollande non si erano visti esattamente un mese fa, insieme al leader dell’SPD tedesco Gabriel, per firmare il Manifesto di Parigi che doveva porre le basi per l’Europa di sinistra del prossimo futuro?

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    5. Le promesse di Hollande per la sua campagna sono:

      - promuovere il supporto statale alle imprese;
      - promuovere la crescita dell’occupazione (tra cui 60mila posti da insegnante pubblico e 150mila posti di lavoro per i giovani);
      - riportare l’età pensionabile da 62 a 60 anni;
      - aumentare la spesa pubblica di 20mld di € entro il 2017;
      - coprire la spesa pubblica aggiuntiva tassando le banche, i redditi alti ed i patrimoni ingenti.

      magari loro hanno meno evasione fiscale...

      ognuno ha la sinistra che si merita.

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    6. Oh là là, l'herbe du voisin etc..., et alors vive la France et vive...l'Hollande, mais aussi vive l'Italie et vive le Pd de Bersanì!
      Allineé Couvert

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  3. Pierpaolo Farina scrive: "Io il naso non me lo turo più. E a voi del Pd non vi voto più."
    Ecco, bravo Farina, non votare più il Pd. Se in passato lo hai votato, turandoti il naso, vuol dire che non volevi sentirne l'olezzo. E il Pd non puzza oggi e non puzzava allora.
    Può non piacerti più, ed è legittimo. Ma non puzza, amico!

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