lunedì 6 maggio 2013

Povero quel paese dove il writer è più pericoloso del mafioso


Nando dalla Chiesa l’ha chiamato il cono d’ombra, ovvero quell’insieme di fenomeni percepiti (o meglio, fatti percepire) di grande pericolosità sociale, tanto da oscurare le vere emergenze di questo paese. Che, giusto per rinfrescare la memoria, hanno principalmente a che fare con gli effetti degenerativi della Questione Morale e con quel network criminale di politici corrotti, imprenditori collusi e criminali mafiosi che ogni anno sottrae dalle casse pubbliche una cifra stimata tra i 400 e i 550 miliardi di euro.
Giusto per fare due conti, se ogni anno a bilancio lo Stato italiano avesse a disposizione le somme che entrano illegalmente in tasca agli appartenenti a quel network, in 4 anni avremmo azzerato il debito pubblico italiano e la parola “sacrificio” sarebbe solo un ricordo. Se evasione fiscale, corruzione e criminalità organizzata, di stampo mafioso o meno, venissero contrastate con la stessa determinazione con cui si perseguono i fenomeni del cono d’ombra, come gli scippatori, i clandestini e i devianti dall’ordine in generale, che hanno un impatto sociale decisamente più limitato dei signori del crimine con cui pezzi di Stato fanno ogni giorno affari, saremmo il Paese più avanzato e bello del mondo. Non ci mancherebbe nulla.
Invece la giustizia viene costantemente scassata per favorire quel network criminale, mentre i media di regime continuano a diffondere la paura del diverso, trovandovi il giusto capro espiatorio per tutto quello che non va.
I writer ne sono l’esempio più eclatante e recente. A Milano, addirittura, sei di loro sono stati rinviati a giudizio per associazione a delinquere: una sproporzione, perché se è pur vero che il Comune di Milano spende 400mila euro all’anno per ripulire i muri dai “pericolosissimi” graffiti (basterebbe fare come in altre città del mondo, creare luoghi dove possano esprimere la propria creatività), i danni erariali provocati allo stesso Comune da evasori, corrotti e criminali mafiosi, che magari si inseriscono in appalti e subappalti è 100 volte più grande.
Eppure, in questo paese malato e corrotto, il writer è giudicato più pericoloso del mafioso, anzi, gli viene paragonato: criminale, in quanto creativo. E’ triste che accada nella città del vento nuovo (e chi ci crede più?) di Giuliano Pisapia.
Il nuovo governo ha giurato e nel suo discorso di insediamento Enrico Letta non ha menzionato mai le vere emergenze di questo Paese: è un vizio antico dei democristiani. Pensano che non parlando di un problema, sparisca da solo. Filosofia per nulla seguita per i fenomeni del cono d’ombra, che, invece, vengono ingantiti: del resto, il graffito lo vedi tutti i giorni, mentre i centinaia di miliardi rubati ogni anno dal network criminale no. Amen.

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