lunedì 6 maggio 2013

E’ ORA DI FINIRLA

DI CARLO BERTANI
carlobertani.blogspot.it

Gentile Enrico Letta,

abbiamo ascoltato le sue parole: sempre equilibrate, sottili, intriganti, a volte velleitarie, poi orgogliose, infine vuote, come quelle di qualsiasi governo che entra in carica. Cosa aspettate? L’Estate – come sempre – per poter fare le varie leggi-porcata come usualmente v’adoperate? 

Mi dispiace, non avrete più il beneficio dell’assenza degli italiani perché occupati in ameni giochi sulla spiaggia: sulle spiagge ci sarete solo voi, insieme al 10% della popolazione che possiede il 50% della ricchezza nazionale. Oramai, siamo allo stremo: se ci saranno vacanze, saranno di pochi giorni – magari col treno – per lo più a trovare qualche amico. Alberghi, residence, stabilimenti balneari, bar, ristoranti...sono attesi dalla stagione turistica più buia del dopoguerra: anche questo un bel risultato della vostra classe politica.

In campagna elettorale avete promesso la luna, poi “v’è toccato” fare il governo con Berlusconi – affari vostri – ma l’elettorato italiano s’era espresso in modo ben diverso: due italiani su tre s’erano espressi per un governo di radicale rottura con il passato. Invece. 

Ci si potrà incolpare all’infinito – se il rifiuto è iniziato da Grillo o da Bersani, se è continuato con Bersani e terminato con Grillo – ma non andremo da nessuna parte: fatto è che, adesso, Berlusconi vuole l’eliminazione totale dell’IMU, per godere di un successo indiscusso e mettervi all’angolo. 

Se concederete al Cavaliere questo privilegio – lei lo sa bene – non resterà altro: tutte le risorse saranno prosciugate dal taglio di 12 miliardi dell’IMU e, la società italiana, non ne avrà quasi nessun beneficio. Perché? 

Prima di continuare, ricordiamo ai meno attenti che fu Prodi, nel 2006, ad eliminare l’ICI sulle prime case e sui redditi più bassi. Dopo, giunse la famosa stoccata televisiva di Berlusconi – ovvio, i suoi amici palazzinari erano rimasti a bocca asciutta ed il suo elettorato lo richiedeva a gran voce – così, siccome ogni promessa è debito, si passò subito all’incasso, delegando al tandem Tremonti-Brunetta il compito di trovare i soldi. S’era nel 2008 e la crisi arrembante veniva negata: i ristoranti sono pieni – raccontava il Berlusca – certo, per i soliti noti. 

Brunetta e Tremonti trovarono nella Gelmini la vittima sacrificale – una che nemmeno sa cos’è un neutrino e fa il Ministro dei Tunnel... pardon dell’Istruzione – una persona viscida ed incompetente, pronta a tutto per compiacere il suo patron Berlusconi. Anche a triturare la scuola italiana. 

Difatti, arrivò la “riforma Gelmini” – la quale, altro non era che il diktat Brunetta-Tremonti – che la Gelmini controfirmò subito: la lesse? Dubitiamo. 

Con gli 8 miliardi “risparmiati” sulla scuola non si pagò più l’ICI: tutti contenti, soprattutto quelli che vanno in giro sulla Porsche Cayenne. Gli altri, già non la pagavano più. 

Quale fu il prezzo della riforma Gelmini e, poi, di quella Fornero sulle pensioni? E’ presto detto. 

Il penultimo posto in Europa per quanto riguarda le competenze informatiche e di comunicazione, e l’ultimo al mondo per quanto riguarda l’età media dei docenti: il nuovo ministro dovrebbe fare un giro nelle scuole, così potrebbe vedere in cattedra una generazione nata quando ancora nelle campagne c’erano i cavalli da tiro, una via di mezzo fra i suoi genitori ed i suoi nonni. Sono disperati, non più in grado d’interloquire con i ragazzi i quali – i famosi “nativi digitali”, mi scappa una risata – sono bravissimi a navigare su Facebook, un po’ meno se qualcuno gli chiede di sistemare l’indice di un database. 

Ma l’ICI fu salva e la promessa di Berlusconi al suo elettorato mantenuta. 

Oggi, caro Letta, le chiediamo di far tornare il Ministero dell’Istruzione (possibilmente Pubblica) un dicastero col portafogli: le “prassi” della controfirma d’ogni decreto che abbia valenza economica dei ministri della Funzione Pubblica e dell’Economia vanno eliminate. Ossia, se ne discuterà in Consiglio dei Ministri, altrimenti il ministero dell’Economia sarà sempre “maior” e gli altri “minus”. 

Infine, non ce ne frega nulla del Bilderberg, della Trilaterale, dell’Aspen Institut e di tutti gli altri consessi dei quali lei fa parte: chi l’ha votato l’ha fatto credendolo un parlamentare italiano, non un elemosinante in giro per l’Europa. Come? Ce lo chiede l’Europa? Chiedete all’Europa cosa succederebbe se l’Italia chiudesse i battenti e se ne andasse. Lo sa, vero? 

Da ultimo, non passi sotto silenzio gli ultimi avvenimenti: quell’uomo – disperato – che si è messo a sparare all’impazzata in Piazza Colonna. E’ un segno dei tempi: gli italiani – disperati – non sanno più come richiamare la vostra attenzione. 

Fate una legge proporzionale e basta – mediante la quale possiamo contarci – senza sbarramenti ed altri trucchi, e nemmeno c’ammansisca più in salsa tartara l’abolizione delle Province, perché tutti sappiamo che, senza prima una revisione delle competenze, non è possibile farlo. E le Regioni ed i colossali buchi nei bilanci della sanità? 

Tolga l’IMU sulla prima casa, dia la pensione agli esodati ed a quelli della scuola che ne avevano già maturato il diritto, e riveda radicalmente la riforma delle pensioni e del lavoro. Le risorse le troverà nell’abolizione dei sussidi elettorali, nei risparmi sugli F-15, sull’abolizione delle missioni “di pace” all’estero, sul taglio degli stipendi e delle pensioni d’oro di parlamentari, ministri, consiglieri regionali, provinciali e sindaci. Norma retroattiva: per noi sono sempre retroattive! 

Dunque, se Berlusconi se ne vuole andare e far cadere il governo, lo lasci pur andare, rimetta la delega e torniamo a votare: Napolitano dovrà rassegnarsi e rimanere in carica oltre i cento anni. 

Altrimenti? La prossima volta non so chi, ancora, prenderà qualche voto, Grillo compreso. 

Carlo Bertani
Fonte: http://carlobertani.blogspot.it
Link: http://carlobertani.blogspot.it/2013/05/e-ora-di-finirla.html
3.05.2013

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