venerdì 17 maggio 2013

LE BUGIE NEL CARRELLO


di Dario Bressanini - 16 maggio 2013

Sono numerose le convinzioni errate, alimentate dal marketing, cui il consumatore si affida quando fa la spesa. Usare il proprio portafogli in modo più consapevole è difficile, ma non impossibile: basta leggere le etichette e approfondire in modo critico le informazioni


E' in libreria per i tipi di Chiarelettere "Le bugie nel carrello" di Dario Bressanini. Un saggio che si propone, grazie a un'accurata disamina scientifica delle notizie e delle convinzioni più diffuse in materia di alimentazione, di aiutare il consumatore ad orientare consapevolmente le proprie scelte d'acquisto, al di là del potere del marketing e della pubblicità.
Abbiamo rivolto alcune domande all'Autore, ricercatore universitario presso il dipartimento di Scienza e alta tecnologia dell'Università degli studi dell'Insubria a Como. 


Quali sono le "bugie" o convinzioni errate più frequenti cui il consumatore si affida quando fa la spesa?

Sicuramente una tra le convinzioni più radicate ed anche errate cui i consumatori si affidano, è quella in base alla quale una cosa naturale è necessariamente benefica. C'è l'equazione mentale: "naturale uguale buono". E questo non è assolutamente vero. Ci sono così tanti veleni in natura che non è possibile pensare che qualsiasi cosa naturale debba per forza far bene all'organismo. E questo meccanismo viene sfruttato dalmarketing, per cui tantissimi prodotti che troviamo al supermercato vengono reclamizzati come naturali, senza però raccontare quali sono le reali proprietàNel libro racconto il caso di alcuni salumi confezionati che riportano la dicitura: "con conservanti di origine naturale". Allora, i conservanti sono conservanti. Ci sono motivi per utilizzarli e altri per evitarne un abuso. Il punto è che usare la parola "naturale", in questo caso, scientificamente non significa niente. Le proprietà dei conservanti sono esattamente le stesse. Però in qualche modo viene veicolato il messaggio, molto sottile, che si tratta di qualcosa di naturale e quindi non può far paura.

Quanto pesa il marketing nelle scelte di acquisto e quanto la carenza di informazioni scientificamente valide?

Il marketing conta tantissimo, e non lo invento certo io. Ci sono alcuni prodotti per i quali c'è un intero mondo che li circonda (non solo il marketing). Parlo del vino, ad esempio. Il vino è uno dei prodotti con variazioni di prezzo enormi. E non sempre queste variazioni di prezzo si riscontrano in un assaggio fatto alla cieca, cioè senza sapere che vino stiamo assaggiando. Questo accade perché un determinato vino viene raccontato in un certo modo. Addirittura, e questo lo riporto nel libro, è il prezzo a influenzare le scelte. Siamo molto influenzati dal prezzo, e se una cosa costa molto siamo portati a pensare che sia di ottima qualità.
Hanno fatto un esperimento, in cui hanno messo una serie di sensori a delle persone che hanno assaggiato un vino: in un caso hanno fatto loro assaggiare un vino da 5 dollari, e i sensori hanno registrato un certo gradimento.
Quando alle stesse persone hanno fatto assaggiare un altro vino, annunciando che si trattava di un vino più costoso, tutte hanno detto che si trattava di un vino di qualità migliore e i sensori hanno registrato un'attività diversa. Questo per dire che il nostro cervello è molto sensibile anche al prezzo. E ciò non vale solo per il vino.

Come possiamo difenderci, orientando al meglio le nostre scelte d'acquisto?

Usare il proprio portafogli in modo più consapevole è difficile. La prima cosa da fare è leggere l'etichetta di quello che compriamo. A volte sul frontespizio di un prodotto si leggono informazioni che poi vengono smentite dalla stessa etichetta. Prendiamo ad esempio le confetture "senza zucchero", o "senza zuccheri aggiunti". Se leggiamo l'etichetta si scopre che è stato aggiunto del succo di mela concentrato, che alla fine è zucchero. Quindi, impariamo a leggere le etichette.
Poi, come seconda arma di difesa, possiamo cercare di avere un po' più di informazioni circa il prodotto che andiamo a comperare, senza farci ingannare dagli spot sempre più frequenti che ci dicono quanto fa bene all'organismo un determinato prodotto. Bisogna prendere sempre con le pinze certe informazioni. 

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