mercoledì 20 marzo 2013

Quando Speranza difendeva D’Alema su Unipol-BNL ad Annozero


Roberto Speranza, 34 anni, enfant prodige bersaniano, è stato eletto capogruppo del Partito Democratico alla Camera con 200 voti su 284. Al Senato è stato eletto invece per alzata di mano Luigi Zanda. Dicono che questo è il segnale del rinnovamento del PD.
Ma davvero il rinnovamento passa per la data di nascita? Se così fosse, sarebbe ben poca cosa: cambiare infatti un “vecchio” con un “giovane” che la pensa allo stesso modo (e nel caso di Franceschini, non la pensa uguale a Speranza su molte cose), non mi pare questo gran rinnovamento.
Perché dico questo? Perché ancora mi ricordo la puntata del 20 dicembre 2007 di Annozero, in cui fu invitato anche Speranza, in qualità di “giovane” (allora era presidente della Sinistra Giovanile dei DS, confluita nel PD e che un anno dopo sarebbe diventata i giovani democratici).
Erano ancora i tempi di Beatrice Borromeo, la quale introduce il giovane della Basilicata chiedendogli se ai giovani del PD non fosse caduto un po’ il mito di D’Alema, a causa dello scandalo Unipol-BNL, al minuto 2:01:38.
“Il giovane anziano”, come lo definirà dopo Vauro, per tutta risposta attacca la trasmissione (accusata di aver parlato per due ore di pettegolezzi), imbastisce una filippica contro la Forleo, contro la magistratura… sostiene che la crisi della politica non è dovuta alla Casta (lungimirante come una talpa con le fette di salame sugli occhi) e, messo in difficoltà con le domande, replica in puro stile berlusconiano facendo lui la domanda a Santoro. “Giovane anziano” berlusconizzato. Una meraviglia. E sarebbe questo il rinnovamento in casa PD? Si salvi chi può.

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