lunedì 11 marzo 2013

Alla faccia delle rinnovabili – Nel mondo gas e petrolio ricevono contributi pubblici sette volte superiori


econdo l’analisi dell’Earth policy institute, che si basa sui dati della International energy agency (Iea), nel 2011 alle fonti convenzionali sono andati ben 620 miliardi di dollari dagli stati. Alle rinnovabili solo 88 miliardi. I paesi che sostengono di più le “black energy” sono Iran, Arabia Saudita, Russia, India e Cina
Troppi fondi alle energie fossili: secondo l’Earth policy institute (Epi), che si basa sui dati dell’International energy agency (Iea), nel 2011 alle fonti convenzionali sono andati ben 620 miliardi di dollari, alle rinnovabili appena 88. L’Epi, nel sottolineare come i combustibili fossili godano di aiuti pubblici di molto superiori alle energie alternative, punta il dito contro le politiche dei governi che a parole combattono il cambiamento climatico e nei fatti erogano sussidi alle fonti che ne sono maggiormente responsabili.
Secondo la ricerca gli Stati, con in testa Iran, Arabia Saudita, Russia, India e Cina, avrebbero aumentato nel 2011 del 20% i sussidi pubblici ai combustibili fossili a 623 miliardi di dollari, di cui 100 alla produzione e 523 al consumo. I sussidi alle fossili hanno assunto varie forme riconducibili a due tipologie: gli incentivi alla produzione (franchigie e altri sgravi fiscali a chi estrae petrolio, gas e carbone, per esempio) e incentivi al consumo (sconti sulle bollette o sul pieno alla stazione di rifornimento).
Il petrolio resta la fonte più “sostenuta”, con 285 miliardi di dollari. Segue il gas con 104 miliardi, mentre il carbone si conferma “cenerentola” con 3 miliardi di dollari. In testa ai paesi mecenati delle fonti sporche, gli stessi produttori: Emirati arabi, Kuwait, Katar e Arabia Saudita in testa.
Egazette

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