martedì 16 luglio 2013

La #sinistra è diventata di destra: #scienza, #politica e bandiere

di Silvia Bencivelli, giornalista scientifica

Non so bene che cosa significhi essere di sinistra. Ho qualche idea sempre meno solida col passare degli anni, e dei giorni. Ma credo di essermi sempre sentita abbastanza di sinistra anch’io. Intendo: sono cresciuta in un mondo in cui di sinistra significava onesto, critico nei confronti dello status quo, attento ai più deboli, impegnato, aperto alle novità e disposto al cambiamento. Come facevo a non esserlo?
Però oggi vedo gente orgogliosamente di sinistra adottare comportamenti irrazionali e portarseli addosso come una bandiera. E vado in crisi. Per la sinistra e per la bandiera.
Perché per me l’irrazionalità è di destra: è l’affidarsi a qualcuno che ti dice che cosa pensare, è seguire le mode, è fare di tutta l’erba un fascio. E le bandiere sono di destra.
La scienza, invece, mi è sempre parsa costitutivamente di sinistra, perché fondata sul dubbio, sulla logica ma anche sulla condivisione e sulla partecipazione. Ma i suoi risultati no: i suoi risultati sono scienza e basta. Il protone, il mitocondrio, la cometa: non sono né di destra né di sinistra. L’atomo, la parete batterica, il Watt nemmeno. Eppure…
È di sinistra spendere un sacco di soldi per non-medicine che curano non-malattie e poi magari usare parole beffarde e ingrate per gli antibiotici? È di sinistra usare la parola chimica come peggiorativo? E naturale come aggettivo dall’incontrovertibile valore positivo? Tipo: qui dentro non ci sono sostanze chimiche, è tutto naturale! Come fa a essere una frase di sinistra, questa? Questa me la aspetto da uno che vuole turlupinarmi e tenermi nella mia ignoranza, come se non fosse tutto chimica. E come se le cose naturali non potessero essere cattivissime per noi: l’amanita falloide, la tossina tetanica, la zanzara tigre, il virus dell’epatite, l’aflatossina… 
Ed è di sinistra andare sempre alla ricerca di un cattivo da rappresentare con quelle solite tre o quattro categorie che, passati i diciotto anni, mi sarebbero anche venute a noia? Le multinazionali, il potere, la politica…Con tutte le varianti rappresentate dalle frasi che cominciano con servi di o schiavi di (non ho mai capito quale delle due versioni sia la peggiore). È di sinistra pensare tutto come in un western con indiani e cowboy? Scienziati indipendenti verso scienziati ufficiali.
E poi c’è la questione ambientale. È di sinistra l’ambientalismo? Sempre? E che cosa è diventato l’ambientalismo? L’orto del nonno era di sinistra? E adesso che cos’è?
Perché il nucleare è di destra? Perché le rinnovabili sono di sinistra?
Perché l’unica cosa che riesce a essere bipartisan in questo paese è il no alla ricerca sugli Ogm in campo agroalimentare che, nonostante ordinanze europee e appelli di scienziati e giornalisti scientifici, riesce ad avere l’unanimità alla Camera?
Ma soprattutto: perché la complessità non è più di sinistra?
Guardate questo articolo: pubblicato da un giornale di sinistra (della sinistra di Veronesi e Petrini), dice che negli ultimi dieci anni non si è osservato il riscaldamento del pianeta in barba a tutti i modelli climatici ma che il problema ambientale esiste e la catastrofe è vicina (tema ambientalista e quindi di sinistra).
Ora, i modelli climatici non dicono proprio questo. E la ricerca citata nel pezzo nemmeno.
La cosa istruttiva è che, a seguire, Libero (giornale di destra) abbia ripreso la notizia e ne abbia dato unalettura di destra mettendole un titolo apodittico e scorretto (Il riscaldamento globale non c’è) e aggiungendo l’occhiello malizioso Ambientalisti smarriti.
E poi non poteva mancare il Foglio di Giuliano Ferrara, con un catenaccio da novanta: Dopo anni passati a spiegarci che il clima cambia e la temperatura aumenta per colpa nostra, ora gli allarmisti cambiano idea. Il bello è che nessuno ha cambiato idea (mentre gli ambientalisti qui sono diventati allarmisti): questa è una risposta politica di un giornale di destra a un’affermazione confusa e imprecisa fatta da un giornale di sinistra. La scienza non c’entra più.
È anche per questo che mi mettono in crisi le cose di sinistra, ultimamente. Perché mi sembrano altrettanto cretine di quelle di destra, a volte persino di più. Perché mi sento tradita da una parte politica che (al di là delle questioni di politica interna ed economica…) vota per la sperimentazione di Stamina e a seguire contro la ricerca sugli Ogm. Perché sta seguendo gli stereotipi invece della razionalità e della complessità del pensiero che a me avevano sempre detto essere propria della sinistra. Perché si è dotata di bandiere che vanno dalle carote biologiche al fotovoltaico sul tetto delle case di Bolzano, e mi fa credere che basti così.

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