mercoledì 19 giugno 2013

UNA RIVOLUZIONE ESTIVA: I COMPITI PER LE VACANZE AI GENITORI

Per le vacanze ai miei ragazzi ho regalato la Costituzione, e ho chiesto loro di viaggiare e di leggere. I compiti? Li farei fare ai genitori, per educarli a una maggiore sensibilità

Riporto anche qui l'intervento che ho svolto nel corso della rubrica L'Intervallo, in Jalla di Radio Popolare. 

Anche se le scuole sono finite, noi maestri continuiamo a compilare cose noiosissime fino al 30, poi la giostra si ferma.
Abbiamo lanciato la palla ai radioascoltatori sui compiti per le vacanze Io ho qui davanti a me proprio un bel libro che si chiama Vacanze blu, è uno dei tanti libri che stamattina ho preso in mano, con un bel Problemi all'aria aperta. Vi immaginate un bambino che legge problemi all'aria aperta? O fa le sottrazioni al mare? L'editoria se ne inventa di tutti i colori per cercare di ammaliare le tantemaestrine della penna rossa che amano dare i compiti per le vacanze. Ma chi li fa? Io a settembre trovo delle opere di letteratura meravigliose! Sì, perché scopri in realtà che a farli sono le mamme, potrebbero scrivere dei libri! 

A dire la verità non ho mai capito perché si danno i compiti per le vacanze, credo che sia per una sorta di senso di responsabilità della maestrina dalla penna rossa, che ci tiene a fare vedere che c'è anche durante le vacanze. 
Non credo che in tre mesi i ragazzini rischino di dimenticare le cose. Prendiamo le tabelline: impararle è come imparare ad andare in bicicletta o a sciare, se le hanno imparate bene, certo. Poi, se come a qualcuno piace dire, le tabelline sono state somministrate in maniera noiosa e nessuno le ha imparate divertendosi è chiaro che spariranno nel giro di una settimana! In realtà, ci sono molti modi anche in vacanza di ricordare le tabelline, senza per forza avere i compiti per le vacanze. Si possono fare i conti anche andando a prendere un ghiacciolo al bar della spiaggia. 

Io darei i compiti non tanto ai bambini, ma ai genitori, per fare in modo che diventino più sensibili, perché limitino il lavoro nei periodi di vacanza. I ragazzini hanno bisogno di viaggiare, io ho alunni che vanno in Sardegna e ti raccontano appunto della vacanza sulla spiaggia, della macarena ballata da mamma e papà, ma non ti raccontano di avere visto i Nuraghi, non sanno neanche cosa siano.

Personalmente, prima di salutarli, io ho regalato ai miei ragazzi la Costituzione, raccomandando loro di leggere qualche riga ogni tanto. Soprattutto, ci sono 4 regole che do sempre alla fine di ogni anno: 1) rompete sempre le scatole; 2) denunciate, protestate quando c'è qualche cosa che non va bene; 3) non siate mai indifferenti e infine 4) viaggiate, uscite dal paese, andate a vedere musei, posti, paesi, andate a scoprire ciò che non sapete ancora, non andate a rinchiudervi nei villaggi turistici. E poi, leggete quello che vi piace. 
Essendo precario, non sempre ritrovo i ragazzi a settembre, ma loro si tengono in contatto con me via facebook, via mail, in tutti i modi possibili. Certo, non tutta la classe, ma la maggior parte sicuramente mi porta delle esperienze di viaggio.

Dobbiamo sicuramente fare questa piccola rivoluzione estiva, quella di abolire i compiti delle vacanze. Diamoli magari a qualcuno che ne ha più bisogno, ma stimoliamo i nostri ragazzi soprattutto a leggere quello che a loro piace, anche ad andare al cinema: se questa estate ci fossero dei papà che portano a propri figli a vedere un bel film allora quello sarebbe già un compito! Io farei la rivoluzione proprio dando i compiti al papà e alla mamma, non più ai ragazzi. 

Nel rapporto con i genitori dei miei ragazzi a volte trovo dei muri, ma nella maggioranza delle situazioni, tipo quest'anno, c'è anche un rapporto affettuoso. I miei genitori hanno accolto questa proposta, che in realtà è implicita, perché i ragazzi vanno già a casa senza compiti e hanno praticamente già per tutto l'anno altri compiti.
Proprio stamattina la bidella mi dava da riconsegnare a un ragazzino che abita vicino a casa mia una carpetta che ha dimenticato a scuola, dentro la quale c'è il film Gomorra
Ecco, un bambino che a 10 anni si è accollato il compito di vedere il film Gomorra, senza che gliel'abbia chiesto l'insegnante, è un bambino che in qualche modo ha già fatto il compito per le vacanze.
di Alex Corlazzoli

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