martedì 5 novembre 2013

ITALIA, I CONTI NON TORNANO

L'ultimo scontro tra le promesse e la realtà dei numeri è quello dell'Istat contro il ministro del Tesoro, Fabrizio Saccomanni. I punti di vista sulla crescita sono opposti. Ma a metterli in riga ci penserà l'Unione europea che deve dare un voto al nostro bilancio. Per vedere se può promuoverci al 2014.


I conti non tornano: l'Istat certifica una cosa, il Tesoro un'altra. Tutto questo alla vigilia del nuovo esame dei conti pubblici italiani che è atteso il 5 novembre a Bruxelles. La prova non è da poco: in Europa vogliono capire se nel 2014 c'è margine per tornare, finalmente, a crescere e a spendere. 

IL PRODOTTO INTERNO LORDO. L'istituto nazionale di statistica è ottimista ma non troppo: secondo il rapporto sulle prospettive dell'economia italiana, ci sarà quest'anno una contrazione del 1,8% mentre per l'anno prossimo si prevede uno 0,7 percento in più. 

I DATI DEL MINISTERO. I numeri forniti dall'Istat sono diversi da quelli dati in audizione al Senato dal ministro del Tesoro, Fabrizio Saccomanni, che aveva parlato di un calo del 1,7% quest'anno e una crescita dell'1,1% nel 2014. Da Londra, il membro del governo Letta ha quindi spiegato che la differenza è dovuta al processo di riforme strutturali e alle misure per il rimborso dei debiti della PA, che secondo lui potrebbero non essere stati considerati dall'Istat.

OCCUPAZIONE. La crescita, seppure esigua, del Pil il prossimo anno non basterà per l'Istat a invertire la tendenza negativa del mercato del lavoro: il tasso di disoccupazione, secondo il rapporto, arriverà fino al 12,1% entro dicembre 2013, per poi salire al 12,4% nel corso del 2014. "Nei mesi estivi la caduta dell'occupazione che ha caratterizzato la prima parte dell'anno si è arrestata", c'è scritto nel rapporto, "Ma la situazione del mercato del lavoro rimane fortemente deteriorata". 

CONSUMI. Quest'anno la spesa delle famiglie si ridurrà del 2,4%. Andrà leggermente meglio il prossimo anno: i consumi cresceranno, ma soltanto dello 0,2%, "nonostante il permanere delle difficoltà sul mercato del lavoro e la debolezza dei redditi nominali".

INFLAZIONE. Nel 2014 l'inflazione si attesterà al 1,6%, dice ancora l'Istat. Nell'ultimo trimestre dell'anno però i prezzi al consumo potrebbero aumentare a causa dell'incremento dell'Iva dal 21 al 22 percento. Anche se, secondo il rapporto, "il trasferimento completo sui prezzi finali dell'aumento dell'aliquota potrebbe essere frenato dalla perdurante debolezza dei consumi".

L'ESAME EUROPEO. Il 5 novembre i conti italiani tornano ancora all'esame della Commissione Europea. Per il sottosegretario all'Economia Pierpaolo Baretta l'Italia non sforerà il vincolo del 3% del rapporto deficit/Pil, ma anzi può contare su un ampio margine. 
L'Europa dovrà verificare se le misure prese sinora dal Governo sono efficaci, valutare le prospettive di crescita e quelle sulla disoccupazione e stabilire quanto e come l'Italia potrà spendere nel 2014, cioè se potrà contare sul "bonus" da tre miliardi per gli investimenti produttivi che il Governo ha già considerato nella legge di stabilità. 

cado in piedi

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