Il Bundesrat (molto simile al nostro Senato, eletto su base federale e oggi a maggioranza SPD-Verdi) ha rimandato alla Commissione di mediazione il Fiscal Compact, proposto dal governo Merkel. I Länder (gli Stati-regione tedeschi) chiedono invece 3.5 miliardi di euro per 5 anni e in opposizione al Fiscal Compact hanno chiesto il varo di un salario minimo di 8.50 euro l’ora: attualmente in Germania esiste l’Hartz IV, un reddito minimo per chi è disoccupato e ha già versato un anno di contributi o è in cerca di lavoro una volta terminati gli studi.
In Germania c’è già aria di campagna elettorale, le elezioni si terranno a settembre di quest’anno. Cambierà qualcosa nella locomotiva europea? Probabilmente no, ma c’è un punto su cui riflettere che ci riguarda molto da vicino.
La notizia qui sopra è stata presa dal sito di informazione svizzero ticinonews ed è stata riportata anche dal Giornale Radio della RAI. Il resto tace. I soloni di destra, sinistra e oltre sono probabilmente ancora troppo occupati nel continuare la campagna elettorale e fare previsioni su chi terrà in mano il cerino quando si formerà il nuovo governo. Tanto noi siamo furbi e sappiamo da sempre che il nostro nemico è la Germania tutta, mica il neoliberismo di casa nostra e casa loro. Chi ha orecchie per intendere intenda, gli eletti si diano invece una mossa e comincino a lavorare.
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