Centotrentadue milioni di euro. Così, senza colpo ferire. Nel paese che fa fatica a decidere quanti siano gli esodati e che rimugina sulla misura in cui tagliare le pensioni minime, in un batter d’occhio spuntano fuori 132 milioni di euro per la Marina Militare. Un particolare della Gazzetta Ufficiale nasconde una trentina di contratti d’oro, approvati in poco tempo e fatti passare – praticamente – sotto silenzio. I beneficiari? Finmeccanica, Aermacchi e Agusta Westland, aziende di armamento, coinvolte – tra l’altro – in indagini di diverse procure, compresa quella recentissima di Napoli, che vede coinvota la Lega Nord.
Una posizione – curiosamente – che travalica gli schieramenti politici e mette d’accordo, per esempio, Audusto Di Stanislao (Idv) con Guido Crosetto (Pdl), che, comunque, pur parlando di “un certo imbarazzo” nel fare una spesa simile, sostiene la necessità di finanziare un’industria che dà lavoro a oltre 100mila persone. Osservazione sacrosanta, da un certo punto di vista, ma tra i signori della guerra c’è un’altro capitolo di spesa che farà discutere, quello delle ‘cure spirituali’. Per il conforto religioso dei soldati, infatti, è emerso che lo Stato tiene sul libro paga 176 cappellani, 5 vicari
episcopali, il provicario generale e l’arcivescono ordinario militare e altrettanti loro colleghi in pensione. Alla fine del 2012, il conto sarà di 15 milioni di euro.
episcopali, il provicario generale e l’arcivescono ordinario militare e altrettanti loro colleghi in pensione. Alla fine del 2012, il conto sarà di 15 milioni di euro.
E il mensile
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