"Ma quando la terra sta bruciando sotto i nostri piedi e il fuoco del dubbio e l' insicurezza bruciano tutto ciò che toccano, l'unica risposta consiste nell'attaccare con violenza e senza alcun ritegno. Domenica, quando la farsa di arresti ed espulsioni grottesche si produrrà una volta ancora, gli attivisti mieteranno un'altra vittoria: ancora una volta essi dimostreranno che Israele ha qualcosa da nascondere, che, nonostante tutta la sua propaganda, Israele è ben consapevole di avere scheletri nell'armadio e che tutti coloro che hanno il coraggio di avvicinarsi a quell'armadio subiranno lo stesso destino - l'espulsione."
E' Gideon Levy su Haaretz del 13 aprile, in un articolo facilmente profetico, come la vignetta qui sotto, disegnata per la campagna Bienvenue en Palestine.
Ieri mattina e per tutta la giornata l'arroganza israeliana si è scatenata contro centinaia e centinaia di attivisti provenienti da diversi paesi e aderenti alla missione "Benvenuti in Palestina" che intendevano andare nella Palestina occupata per partecipare ad iniziative di solidarietà, quali la costruzione di una scuola, la riparazione di pozzi, la messa a dimora di alberi. Gli attivisti - tutti in possesso di regolare biglietto - sono stati fermati addirittura negli aeroporti di partenza, perché le compagnie aeree si sono inchinate agli ordini di Israele, che ha trasmesso una black list di persone da non imbarcare sugli aerei in partenza per Tel Aviv. Altri, invece, sono stati arrestati al loro arrivo all'aeroporto Ben Gurion.
Ad alcuni attivisti italiani è stato impedito dai responsabili di Alitalia di imbarcarsi sul volo che avevano prenotato, altri sono stati fermati dagli agenti israeliani al loro arrivo a Tel Aviv. Un'attivista è stata immediatamente rispedita in Italia, altri sono riusciti ad ottenere di essere visitati dai diplomatici italiani, ma anche per loro si prospetta l'espulsione durante la giornata di oggi.
Ma nonostante l'enorme dispiegamento di forze, molti attivisti sono riusciti a passare i controlli, pur dichiarando di essere diretti in Palestina, cosa vietatissima, mentre viene incoraggiata, al contrario, la menzogna (vado al mare o a pregare a Gerusalemme) ed ora sono in Palestina; fra loro, alcuni italiani, che hanno già iniziato a prendere parte alle attività previste insieme alle associazioni ed ai comitati popolari palestinesi. Alla cronista che scrive, insieme ad altre sette persone, tutte incensurate, è stato impedito non solo l'ingresso in Israele, ma perfino l'imbarco su un volo dell'Alitalia! Ecco la testimonianza di una professionista inclusa nella lista nera consegnata da Israele alla compagnia italiana:
"Gli Israeliani mi hanno messo sulla lista nera e ieri non sono potuta partire per Tel Aviv per partecipare alla missione Benvenuti in Palestina. Siamo stati spiati, con gravissima violazione della nostra privacy. E il processo sommario che ci hanno fatto ha trasformato Fiumicino in territorio d'Israele! E' vergognoso, e vergognoso è come sono stati trattati i nostri compagni che ce l'hanno fatta ad arrivare...qualcuno ha passato la notte in prigione prima di essere espulso, questa mattina dovrebbero tornare, ma qualcuno di noi ce l'hanno fatta...a testimoniare che Israele qualche falla ce l'ha...come dimostrano i quaranta attivisti israeliani che dovevano accogliere le delegazioni internazionali messi dentro per avere solamente dispiegato fuori dell'aeroporto lo striscione con scritto "Benvenuti in Palestina" e ora sono lì insieme ai 40 dei 1500 che dovevano arrivare. Ho sempre amato l'abate Faria..."
E' Gideon Levy su Haaretz del 13 aprile, in un articolo facilmente profetico, come la vignetta qui sotto, disegnata per la campagna Bienvenue en Palestine.
Ieri mattina e per tutta la giornata l'arroganza israeliana si è scatenata contro centinaia e centinaia di attivisti provenienti da diversi paesi e aderenti alla missione "Benvenuti in Palestina" che intendevano andare nella Palestina occupata per partecipare ad iniziative di solidarietà, quali la costruzione di una scuola, la riparazione di pozzi, la messa a dimora di alberi. Gli attivisti - tutti in possesso di regolare biglietto - sono stati fermati addirittura negli aeroporti di partenza, perché le compagnie aeree si sono inchinate agli ordini di Israele, che ha trasmesso una black list di persone da non imbarcare sugli aerei in partenza per Tel Aviv. Altri, invece, sono stati arrestati al loro arrivo all'aeroporto Ben Gurion.
Ad alcuni attivisti italiani è stato impedito dai responsabili di Alitalia di imbarcarsi sul volo che avevano prenotato, altri sono stati fermati dagli agenti israeliani al loro arrivo a Tel Aviv. Un'attivista è stata immediatamente rispedita in Italia, altri sono riusciti ad ottenere di essere visitati dai diplomatici italiani, ma anche per loro si prospetta l'espulsione durante la giornata di oggi.
Ma nonostante l'enorme dispiegamento di forze, molti attivisti sono riusciti a passare i controlli, pur dichiarando di essere diretti in Palestina, cosa vietatissima, mentre viene incoraggiata, al contrario, la menzogna (vado al mare o a pregare a Gerusalemme) ed ora sono in Palestina; fra loro, alcuni italiani, che hanno già iniziato a prendere parte alle attività previste insieme alle associazioni ed ai comitati popolari palestinesi. Alla cronista che scrive, insieme ad altre sette persone, tutte incensurate, è stato impedito non solo l'ingresso in Israele, ma perfino l'imbarco su un volo dell'Alitalia! Ecco la testimonianza di una professionista inclusa nella lista nera consegnata da Israele alla compagnia italiana:
"Gli Israeliani mi hanno messo sulla lista nera e ieri non sono potuta partire per Tel Aviv per partecipare alla missione Benvenuti in Palestina. Siamo stati spiati, con gravissima violazione della nostra privacy. E il processo sommario che ci hanno fatto ha trasformato Fiumicino in territorio d'Israele! E' vergognoso, e vergognoso è come sono stati trattati i nostri compagni che ce l'hanno fatta ad arrivare...qualcuno ha passato la notte in prigione prima di essere espulso, questa mattina dovrebbero tornare, ma qualcuno di noi ce l'hanno fatta...a testimoniare che Israele qualche falla ce l'ha...come dimostrano i quaranta attivisti israeliani che dovevano accogliere le delegazioni internazionali messi dentro per avere solamente dispiegato fuori dell'aeroporto lo striscione con scritto "Benvenuti in Palestina" e ora sono lì insieme ai 40 dei 1500 che dovevano arrivare. Ho sempre amato l'abate Faria..."
Fonte: http://ilmondodiannibale.globalist.it
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