Roma, 10 aprile – Il ministro dell’Ambiente ha trasmesso per la promulgazione a palazzo Chigi lo schema di decreto che, in attuazione del “salva Italia”, ripartisce fra dicastero e Autorità per l’energia le funzioni in materia di regolazione e vigilanza in materia di acqua. Lo comunica una nota del ministero dell’Ambiente.
Nel provvedimento vengono individuate le funzioni da trasferire all’Autorità per l’energia e quelle che devono rimanere al ministero dell’Ambiente. La nuova regolamentazione, naturalmente, tiene conto in primo luogo dell’inequivocabile risultato del referendum del giugno 2011, oltre che delle competenza che le regioni e gli enti locali hanno sulla materia. All’Autorità, stando al decreto, spetteranno le funzioni che riguardano la tutela della concorrenza e dei livelli essenziali del servizio da fornire agli utenti mentre si mantiene in capo al dicastero la funzione di coordinamento, di pianificazione a ogni livello e, ovviamente, quelle di difesa dell’ambiente con gli interventi per il suolo e per la tutela e utilizzo delle acque. In concreto, una volta che il premier avrà firmato il decreto, sarà l’Autorità per l’energia a definire e aggiornare i criteri con i quali gli ambiti o i bacini quantificheranno la tariffa da applicare all’utente finale, a definire i livelli di qualità del servizio da fornire, a verificare i piani d’ambito anzitutto dal punto di vista economico e finanziario. Nell’adottare queste decisioni, l’Autorità dovrà muoversi in piena autonomia e con indipendenza di giudizio e valutazione, nel rispetto degli indirizzi di politica generale formulati dal Parlamento e dal governo.
Positive le prime reazioni della Federutility. “Il comunicato del ministro dell’Ambiente, Corrado Clini, sembra sottolineare l’autonomia e l’indipendenza dell’Autorità per l’energia nella gestione delle nuove competenze in materia di servizio idrico - commenta Mauro D’Ascenzi, vicepresidente della federazione che riunisce la totalità delle aziende dell’acqua oltre a imprese del gas e dell’energia. - Se è così non possiamo che essere soddisfatti. Sono anni che ripetiamo la necessità di un organismo super partes che fornisca elementi certi sui quali basare questa complessa attività industriale. Forse siamo l’unico caso in cui i controllati chiedono un controllore”. egazette
Nel provvedimento vengono individuate le funzioni da trasferire all’Autorità per l’energia e quelle che devono rimanere al ministero dell’Ambiente. La nuova regolamentazione, naturalmente, tiene conto in primo luogo dell’inequivocabile risultato del referendum del giugno 2011, oltre che delle competenza che le regioni e gli enti locali hanno sulla materia. All’Autorità, stando al decreto, spetteranno le funzioni che riguardano la tutela della concorrenza e dei livelli essenziali del servizio da fornire agli utenti mentre si mantiene in capo al dicastero la funzione di coordinamento, di pianificazione a ogni livello e, ovviamente, quelle di difesa dell’ambiente con gli interventi per il suolo e per la tutela e utilizzo delle acque. In concreto, una volta che il premier avrà firmato il decreto, sarà l’Autorità per l’energia a definire e aggiornare i criteri con i quali gli ambiti o i bacini quantificheranno la tariffa da applicare all’utente finale, a definire i livelli di qualità del servizio da fornire, a verificare i piani d’ambito anzitutto dal punto di vista economico e finanziario. Nell’adottare queste decisioni, l’Autorità dovrà muoversi in piena autonomia e con indipendenza di giudizio e valutazione, nel rispetto degli indirizzi di politica generale formulati dal Parlamento e dal governo.
Positive le prime reazioni della Federutility. “Il comunicato del ministro dell’Ambiente, Corrado Clini, sembra sottolineare l’autonomia e l’indipendenza dell’Autorità per l’energia nella gestione delle nuove competenze in materia di servizio idrico - commenta Mauro D’Ascenzi, vicepresidente della federazione che riunisce la totalità delle aziende dell’acqua oltre a imprese del gas e dell’energia. - Se è così non possiamo che essere soddisfatti. Sono anni che ripetiamo la necessità di un organismo super partes che fornisca elementi certi sui quali basare questa complessa attività industriale. Forse siamo l’unico caso in cui i controllati chiedono un controllore”. egazette
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