Caro Pd,
il nuovo Presidente francesce Francois Hollande, riprendendo una proposta del suo partito, ha cominciato il suo mandato proponendo di tagliare gli stipendi dei dirigenti del settore pubblico. La forbice salariale dovrà essere compresa fra uno e venti. Questo significa che un amministratore delegato di un’azienda pubblica non potrà percepire più di venti volte lo stipendio minimo di un suo dipendente. La misura verrebbe applicata a tutte le società pubbliche, ovvero alle Poste, Ferrovie, Tv pubbliche, Enti che gestiscono i trasporti e così via. Un bellissimo segnale in tempi di crisi, un buon inizio per il governo francese. La proposta è condivisibile e sarà certamente accolta con entusiamo dal popolo francese. Il Pd e il suo segretario Bersani, se vorranno dare un esempio di correttezza e di sobrietà, prendano esempio da Hollande e comincino dalle Municipalizzate dove ci sono manager in quota Pd, che percepiscono stipendi altissimi che non giustificano assolutamente il loro operato. Si stabisca un “tetto” per tutti gli stipendi della Pubblica Amministrazione, che non possa superare di dieci volte lo stipendio più basso di un dipendente. Naturalmente sarebbe auspicabile estendere queste misure anche alla politica, dimezzando il numero dei parlamentari, dei consiglieri regionali, provinciali e comunali che, dovrebbero essere pagari in base alle ore effettivamente prestate. So benissimo che un provvedimento del genere dovrebbe avere una matrice governativa, ma intanto Bersani e il Pd potrebbero cominciare a dare l’esempio nelle amministrazioni locali. Sarebbe veramente un bell’esempio, un’inversione di tendenza, un atto moralizzatore della politica che deve assolutamente riconquistare la fiducia dei cittadini, se non vuole essere definitivamente spazzata via dal qualunquismo e dal populismo. La politica era e dovrà tornare ad essere l’opportunità di riscatto per la società del domani, al servizio dei cittadini, con spirito esclusivamente volontario, e senza scopi di lucro.
Un cordaile saluto,
Emanuele Ferrara da Prato
il nuovo Presidente francesce Francois Hollande, riprendendo una proposta del suo partito, ha cominciato il suo mandato proponendo di tagliare gli stipendi dei dirigenti del settore pubblico. La forbice salariale dovrà essere compresa fra uno e venti. Questo significa che un amministratore delegato di un’azienda pubblica non potrà percepire più di venti volte lo stipendio minimo di un suo dipendente. La misura verrebbe applicata a tutte le società pubbliche, ovvero alle Poste, Ferrovie, Tv pubbliche, Enti che gestiscono i trasporti e così via. Un bellissimo segnale in tempi di crisi, un buon inizio per il governo francese. La proposta è condivisibile e sarà certamente accolta con entusiamo dal popolo francese. Il Pd e il suo segretario Bersani, se vorranno dare un esempio di correttezza e di sobrietà, prendano esempio da Hollande e comincino dalle Municipalizzate dove ci sono manager in quota Pd, che percepiscono stipendi altissimi che non giustificano assolutamente il loro operato. Si stabisca un “tetto” per tutti gli stipendi della Pubblica Amministrazione, che non possa superare di dieci volte lo stipendio più basso di un dipendente. Naturalmente sarebbe auspicabile estendere queste misure anche alla politica, dimezzando il numero dei parlamentari, dei consiglieri regionali, provinciali e comunali che, dovrebbero essere pagari in base alle ore effettivamente prestate. So benissimo che un provvedimento del genere dovrebbe avere una matrice governativa, ma intanto Bersani e il Pd potrebbero cominciare a dare l’esempio nelle amministrazioni locali. Sarebbe veramente un bell’esempio, un’inversione di tendenza, un atto moralizzatore della politica che deve assolutamente riconquistare la fiducia dei cittadini, se non vuole essere definitivamente spazzata via dal qualunquismo e dal populismo. La politica era e dovrà tornare ad essere l’opportunità di riscatto per la società del domani, al servizio dei cittadini, con spirito esclusivamente volontario, e senza scopi di lucro.
Un cordaile saluto,
Emanuele Ferrara da Prato
PARIGI – Neanche il tempo di uscire dalle urne e François Hollande dà subito un segnale ai francesi: via i super stipendi, quelli governativi in primis. Una decisione articolata in due decreti: un decreto ridurrà del 30 per cento gli stipendi del capo dello Stato, del primo ministro e dei membri del governo. Farà seguito un secondo decreto, con il quale sarà stabilito un tetto alle remunerazioni dei dirigenti del settore pubblico. Un taglio salato ed improntato all'egalité, tanto cara ai cugini d'oltralpe. Gli stipendi dei manager pubblici, infatti, saranno decurtati con la formula dell' 1 a 20, ossia che lo spread tra lo stipendio più sostanzioso non dovrà superare le 20 volte di quello più esiguo. Considerati livelli salariali nelle partecipazioni statali, più alti che nel privato, gli stipendi massimi dovrebbero aggirarsi sui 400-420 mila euro. Sicuramente non sarà felice Henri Proglio, numero uno della Edf, il cui stipendio è di 1,6 milioni, cioè 65 volte superiore al salario più basso dell'impresa. La misura si applicherà a tutte le società controllate al 100% e anche a quelle in cui possiede più della metà del capitale.
RispondiEliminaINTANTO SARKO' - Una risposta piena di soluzioni concrete per uscire dalla crisi, magari pensando a Sarkò, che ha deciso di tornare a fare l'avvocato nel suo studio di Parigi, confermando così l'addio di Sarkozy alla politica. Una politica felicemente "lasciata (ai socialisti) nella merda”, secondo quanto avrebbero udito orecchie indiscrete in un dialogo tra l'ex presidente della repubblica francese e i suoi colaboratori il giorno delle elezioni perse.
Pare che Hollande sia dell'idea di intervenire militarmente in Siria sotto l'egida dell'ONU ma ci sarebbe il veto della Russia.
RispondiEliminaChe si dovrebbe fare?
E Bersani cosa dovrebbe fare?