venerdì 4 maggio 2012

Un precariato che ci costa 60 milioni di euro l’anno


Il “prepotente” Paolo Ferrero nella trasmissione Coffee Break di La7, condotta da Tiziana Panella, ha dovuto un po’ sgomitare per parlare di una situazione cui era venuto a conoscenza lo scorso 30 aprile, quando ha incontrato una delegazione di ex LSUnella sede dell’USB di Torre Annunziata (NA). Il segretario di Rifondazione Comunista ha mostrato alle telecamere il Libro Bianco che spiega la scandalosa situazione del personale delle pulizie (e non solo) impiegato nelle scuole pubbliche.
Lavoratori Socialmente Utili (LSU) nascevano dall’affiancamento alla cassa integrazione o alla mobilità di un’attività lavorativa utile all’interno degli Enti Pubblici. Con il tempo questi lavoratori sono stati in buona parte esternalizzati, cioè assunti in società private e cooperative, svolgendo però di fatto una mansione che sopperiva a vere e proprie carenze di organico. In particolare dal 2000 al 2001 vennero letteralmente spediti sotto la gestione del Provveditorato agli Studi (inquadrati come Collaboratori Scolastici). Di fatto ciò che ci si attendeva (L.144/99 art.45 comma 8) era l’assunzione negli organici pubblici nella misura del 30%, nel 2001 il MIUR ha invece eluso la legge e introdotto gli appalti per la pulizia delle scuole: nella pratica le ditte e le cooperative appaltatrici si sono viste regalare sgravi fiscali e contributi economici per i lavoratori assunti. Circa 1000 LSU (con contratto co.co.co.) hanno inoltre iniziato a svolgere funzioni amministrative nelle scuole, mantenendo però contratti precariche a parità di mansione svolta li pongono al di sotto dei lavoratori con contratto subordinato.
Oggi questi lavoratori sono stati ulteriormente mortificati dalla cassa integrazione, oltre ad essere stati declassati nell’inquadramento lavorativo, grazie anche alla connivenza di CGIL, CISL e UIL che hanno sottoscritto l’esternalizzazione e le manovre del MIUR.
Ma non solo. Il tutto avviene a SPESE NOSTRE.
Tenendo conto dei finanziamenti erogati dallo Stato alle ditte che hanno ottenuto l’appalto e dello stipendio (piuttosto misero tra l’altro) erogato agli ex LSU e il costo che invece questi lavoratori avrebbero se fossero stati assunti direttamente dal MIUR, il risparmio per lo Stato nel 2012 sarebbe di 60,8 milioni di euro, cui vanno aggiunti i costi che le regioni dovranno sostenere per i corsi di riqualificazione obbligatori per legge. E questa situazione va avanti da dieci anni.
Dalla cassa integrazione si arriverà inesorabilmente al licenziamento del personale ex LSU, il tutto per poter bandire nel 2013 una nuova gara di appalto, con la scusa della razionalizzazione e dell’ottimizzazione della spesa pubblica. Quello che chiedono questi lavoratori è che non siano loro ad essere estromessi, ma gli intermediari, che sono la vera fonte di spreco di denaro pubblico, e che vengano finalmente riconosciuti loro i numerosi anni di servizio all’interno delle strutture scolastiche.
Il Presidente del Consiglio Monti, il Ministro Fornero e il Ministro Profumo hanno ancora intenzione di continuare la tradizioneper cui si fanno favori agli amici sulla pelle dei lavoratori e con i soldi pubblici?

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