Stefano Rodotà ha risposto alle domande di Giampiero Calapà de Il Fatto Quotidiano. Al giurista già garante della privacy, presidente del Pds e deputato nel Pci, il giornalista chiede cosa ne pensa di quello che sta succedendo nel partito Democratico:
Cosa direbbe in un caminetto del Pd?
"È una storia che non mi appartiene più".
Capitolo Matteo Renzi, che secondo Rodotà sarebbe un buon interlocutore di una destra migliore di quella di Berlusconi:
In attesa del segretario, De Benedetti ha dato l'investitura a Renzi: l'unico nome spendibile.
"Al netto della sua destrezza comunicativa io guardo ai contenuti. Quelli di Renzi non sono i miei, non c'entrano nulla con la cultura di sinistra. Lasciamo perdere il giubbotto di Fonzie da Maria De Filippi (ride Rodotà), lui può davvero essere un buon interlocutore. Si deve parlare anche con la destra. Altra cosa è Berlusconi, che mette a rischio l'ordine costituzionale".
Su Letta, Rodotà ha un'uscita alla Nanni Moretti:
Letta ha portato il governo in ritiro in abbazia, mentre il Pd riunisce il caminetto.
"Non so che consiglieri d'immagine hanno, un disastro. "Fare spogliatoio": ma come parlano?!"
Il futuro della sinistra:
Professore, non è capo dello Stato, ma è ormai un punto di riferimento per la sinistra.
"Ho una maggiore legittimazione a proseguire il lavoro svolto in tutti questi anni, sento un carico di responsabilità spropositato. Durante il voto parlamentare per il Quirinale ero tranquillo, adesso ho una certa tensione: non ho la bacchetta magica, ma non posso tirarmi indietro".
Sabato parteciperà al "cantiere" di Sel. Si farà un nuovo partito? "Le cose fatte di fretta, come Rivoluzione civile di Ingroia, non funzionano. Bisogna ricostruire un'agenda della sinistra".
Primo obiettivo?
"Chiedere con forza al presidente Napolitano di rivolgere un appello alle forze politiche per fare subito la riforma della legge elettorale".
Al Movimento 5 Stelle Rodotà non guarda come a un pericolo, ma come a dei "volenterosi" che (sbagliando) stanno imparando a fare politica:
Dei grillini lei ha detto che hanno voglia di imparare a fare politica.
"Non è sindrome da professore. Si sono messi al lavoro con grande impegno. Ogni tanto incorrono in qualche scivolone, ma è normale, sono figli di molte realtà. Non firmo cambiali in bianco neppure con loro, ma sbaglia chi vede un pericolo in Grillo e di conseguenza attacca il web. E lo dico con tutto ciò che da Grillo mi distingue. L'assenza del vincolo di mandato parlamentare è un valore di democrazia, ad esempio: ho votato in dissenso dal Pci contro il concordato Craxi, so cosa significa".
Cosa direbbe in un caminetto del Pd?
"È una storia che non mi appartiene più".
Capitolo Matteo Renzi, che secondo Rodotà sarebbe un buon interlocutore di una destra migliore di quella di Berlusconi:
In attesa del segretario, De Benedetti ha dato l'investitura a Renzi: l'unico nome spendibile.
"Al netto della sua destrezza comunicativa io guardo ai contenuti. Quelli di Renzi non sono i miei, non c'entrano nulla con la cultura di sinistra. Lasciamo perdere il giubbotto di Fonzie da Maria De Filippi (ride Rodotà), lui può davvero essere un buon interlocutore. Si deve parlare anche con la destra. Altra cosa è Berlusconi, che mette a rischio l'ordine costituzionale".
Su Letta, Rodotà ha un'uscita alla Nanni Moretti:
Letta ha portato il governo in ritiro in abbazia, mentre il Pd riunisce il caminetto.
"Non so che consiglieri d'immagine hanno, un disastro. "Fare spogliatoio": ma come parlano?!"
Il futuro della sinistra:
Professore, non è capo dello Stato, ma è ormai un punto di riferimento per la sinistra.
"Ho una maggiore legittimazione a proseguire il lavoro svolto in tutti questi anni, sento un carico di responsabilità spropositato. Durante il voto parlamentare per il Quirinale ero tranquillo, adesso ho una certa tensione: non ho la bacchetta magica, ma non posso tirarmi indietro".
Sabato parteciperà al "cantiere" di Sel. Si farà un nuovo partito? "Le cose fatte di fretta, come Rivoluzione civile di Ingroia, non funzionano. Bisogna ricostruire un'agenda della sinistra".
Primo obiettivo?
"Chiedere con forza al presidente Napolitano di rivolgere un appello alle forze politiche per fare subito la riforma della legge elettorale".
Al Movimento 5 Stelle Rodotà non guarda come a un pericolo, ma come a dei "volenterosi" che (sbagliando) stanno imparando a fare politica:
Dei grillini lei ha detto che hanno voglia di imparare a fare politica.
"Non è sindrome da professore. Si sono messi al lavoro con grande impegno. Ogni tanto incorrono in qualche scivolone, ma è normale, sono figli di molte realtà. Non firmo cambiali in bianco neppure con loro, ma sbaglia chi vede un pericolo in Grillo e di conseguenza attacca il web. E lo dico con tutto ciò che da Grillo mi distingue. L'assenza del vincolo di mandato parlamentare è un valore di democrazia, ad esempio: ho votato in dissenso dal Pci contro il concordato Craxi, so cosa significa".
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