di Pierpaolo Farina
Quel che è certo è che, in caso di rielezione, il secondo mandato di Giorgio Napolitano non sarà un mandato pieno.
Non farà altri sette anni. Probabilmente si dimetterà tra sei mesi o un
anno. Cioè, quando Berlusconi si sarà ripreso il Paese, a meno che il
Movimento Cinque Stelle non finisca per cannibalizzare il PD e diventi
non il primo partito alla Camera, ma la prima coalizione nel Paese.
E lo schema è molto semplice: con la nuova maggioranza bulgara Berlusconi imporrà se stesso al Quirinale,
finendo per distruggere la Repubblica italiana nata dalla Resistenza. E
a questo grande risultato ci stanno portando quelli che, quasi per
scherzo, per qualche tempo si sono definiti gli eredi di Enrico Berlinguer e di Sandro Pertini.
Intanto in Europa e a Wall Street
esultano per l’amico Giorgio che si rifà qualche altro mese e dà
l’incarico ad Amato e ai suoi 10 saggi. Chapeau al Partito Democratico,
che si spaccia pure per una forza di sinistra.
Intanto, Grillo ha chiamato a raccolta
tutti i cittadini per bene di fronte a piazza Montecitorio,
consacrandosi, nonostante gli errori politici dell’ultimo mese, come
l’unica alternativa anti-sistema. E vi dirò: se fossi a Roma, ci andrei
anch’io. Perché questo modo di fare politica mi ha disgustato.
Il PD oggi consegnerà nel lungo periodo
il Paese a Berlusconi e solamente perché non ha voglia di votare una
persona rispettabilissima come Rodotà al Colle. Vergognatevi.
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