giovedì 25 luglio 2013

Tra F35 e defibrillatori…

Alla fine di maggio Rossella scrive una mail sul nostro sito nella quale si presenta dicendo: “mio figlio Lorenzo, 18 anni, a meno da un mese dal suo 19° compleanno (20 agosto – leoncino), dallo scorso 18 luglio non c’è più. Era andato in piscina con la fidanzata per passare una giornata di gioia dopo aver preso la maturità classica. Poco dopo essere entrato nella vasca, si è sentito male, ha avuto un arresto cardiaco, l’hanno portato fuori della vasca, hanno tentato la respirazione bocca a bocca, ma non c’è stato niente da fare. Purtroppo la piscina non era dotata di defibrillatore: forse, se ci fosse stato, Lorenzo sarebbe ancora qui con me”.
E continua chiedendo se fosse possibile dedicargli un mio spettacolo e raccogliere “delle offerte per acquistare un altro defibrillatore, che Ascanio potrebbe regalare a una istituzione da stabilire”. Così il 19 luglio, con l’aiuto degli organizzatori del festival autoprodotto Eclettica, ci prepariamo per la sottoscrizione. Il pomeriggio incontro Rossella nel piccolo stand dove fanno dimostrazioni per spiegare come si effettua un massaggio cardiaco e utilizzare un defibrillatore.
Mi dice: “la prima cosa che ho pensato in ospedale, in attesa di vedere mio figlio, è stata ‘fare qualcosa’. Quel fare qualcosa è iniziato già dal giorno del funerale. Ho dette a tutte le persone più care di non comprare fiori, ma fare una piccola colletta per poter regalare un defibrillatore che effettivamente abbiamo poi regalato all’ASD Calcio Colli Albani a 5.
Poi abbiamo fatto un’altra colletta e abbiamo regalato un defibrillatore a Castel del Giudice che è un paesino che si trova in alto Molise, Isernia. Il primo ospedale lo ha a quindici o venti chilometri di distanza, perciò un defibrillatore è una cosa utilissima.
Dopo queste due esperienze è nata l’idea del comitato “Facciamo Ripartire il Cuore.
Questi defibrillatori costano poco più di mille euro e devono essere presenti dove c’è alta frequentazione di persone.
I morti per arresto cardiaco sono quasi 70 mila l’anno e può colpire tutti.
Noi cerchiamo di regalare i defibrillatori soprattutto nelle periferia dove i centri sportivi sono più poveri. Una palestra di lusso non ha difficoltà a spendere mille euro”.
Che i morti per arresto cardiaco fossero così tanti non lo immaginavo. Così come non immaginavo che con un migliaio di euro si può dotare una scuola o un centro sportivo di un oggetto che può concretamente salvare la vita a qualcuno.
Per Rossella è diventata una missione. Ed è anche una maniera meravigliosa di fare politica senza partiti e bandiere. Perché spendere mille euro per un defibrillatore può essere anche soltanto un modo bello per aiutare il prossimo, ma quando le istituzioni evitano di investire nella salute a favore di capitoli di spesa meno edificanti la questione diventa politica.
Quanti defibrillatori si acquistano con un F-35?
E anche la scelta di aiutare chi vive in periferia è un atto politico.
A proposito… il defibrillatore acquistato con la sottoscrizione di pochi giorni fa andrà alla palestra Ad Maiore di Casalbertone.
Di Ascanio Celestini – Il Fatto Quotidiano


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