mercoledì 6 giugno 2012

Il benzinaio, il vaticano e i titoli dei giornali italiani


I giornali italiani hanno inventato in questi giorni che all’italiano medio interessano, davvero, attenzione, davvero, gli intrighi del vaticano.
Ciò significa che siamo a un livello di danbrownizzazione della realtà, per cui se la tua vita non è un epico e non hai cinquanta donne, otto macchine, sei appartamenti e almeno due identità e settemila amici su facebook (di cui duemila in lista di attesa) allora non sei nessuno, che questa gente stipendiata per scriver titoli tipo «Il vento scuote la casa di Dio» è riuscita, in una sorta di triplo carpiato antropologico, a operare una trasformazione e convincersi (solo loro) che al mio benzinaio e alla mia farmacista interessa sul serio del paggio che mentre serviva il te al papa gli fotteva i documenti (quali, non si è capito) da sotto il cuscino.
Alcune domande: costoro che fanno questi titoli (e quindi immagino i loro capi) non hanno capito che il mio benzinaio è interessato a poter convivere con il suo uomo argentino e magari adottare un figlio e poterlo accogliere in ospedale (il suo uomo) se si ammala senza doversi nascondere o vergognare e senza avere impedimenti burocratici assurdi che in paesi come Uruguay, Messico, Brasile hanno ormai archiviato da tempo?
E che quindi richiederebbe, dagli opinion-leader, un minimo di filtro critico per poter, prima o poi, accedere a questi diritti e uscire dal medioevo culturale?
Non è facile da capire? Che questo benzinaio ha una sorella che incontra serie difficoltà ad avere un figlio ed è single, e aspira a poterlo adottare o concepire senza doversi rivolgere a un giudice?
A questo italiano che fa il benzinaio e vive questi problemi nella sua sfera privata che è anche la sfera pubblica della vita civile e la maturità di un paese che si dice civile, non interessano gli “intrighi” del vaticano venduti alla pubblica piazza come se fossero davvero la cosa più importante del mondo: al limite, il mio benzinaio, si compra Dan Brown, che è fior di scrittore, ma sul serio, non questi che fanno i titoli e gli articoli sull’allarme spread, sulle borse a picco, sull’abisso della Grecia, su un cardinale che impunemente si occupa di divorzi (e sarebbe come se il mio benzinaio si occupasse di dire messa o confessarmi, sarebbe ben strano: vado a far benzina e lui mi confessa!), dicevo sempre lui, il benzinaio, va in libreria, e si compra una bella storia di intrighi e sa che quella è davvero finzione o non-finzione scritta bene, e si sente soddisfatto perché a) lo ha scelto lui, b) perché sa che chi gliel’ha raccontata è un raccontatore onesto. E in più scrive bene, e non è poco.
E Alberto Riva

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