martedì 24 aprile 2012

Lo avrai, camerata Kesselring...

Lo avrai

camerata Kesselring


il monumento che pretendi da noi italiani


ma con che pietra si costruirà


a deciderlo tocca a noi.


Non coi sassi affumicati


dei borghi inermi straziati d
al tuo sterminio


non colla terra dei cimiteri

dove i nostri compagni giovinetti


riposano in serenità


non colla neve inviolata delle montagne


che per due inverni ti sfidarono


non colla primavera di queste valli


che ti videro fuggire.


Ma soltanto col silenzio dei torturati


più duro d'ogni macigno


soltanto con la roccia di questo patto


giurato fra uomini liberi


che volontari si adunarono


per dignità e non per odio


decisi a riscattare


la vergogna e il terrore del mondo.


Su queste strade se vorrai tornare


ai nostri posti ci ritroverai


morti e vivi collo stesso impegno


popolo serrato intorno al monumento


che si chiama


ora e sempre


RESISTENZA



(Piero Calamandrei, Lapide ad ignominia)

Piero Calamandrei Discorso sulla Costituzione agli studenti di Milano 1955


la Banca d’Italia conferma: le tasse non bastano per la ripresa, anzi!


Continuando con questa politica di austerità senza interventi per la crescita il Paese compromette i propri servizi pubblici e rischia che gli effetti negativi vissuti finora si protraino e peggiorino. L’obiettivo principale da seguire oggi è sicuramente il taglio del cuneo fiscale che influenza pesantemente le scelte dei cittadini italiani, dei suoi lavoratori e delle sue imprese in termini di crescita, consumo e produttività.
A confermare tale argomentazione c’è anche il vice direttore generale della Banca d’Italia Salvatore Rossi, il quale ha partecipato ieri ad una audizione alla Camera affermando che “la pressione fiscale è molto alta in Italia sia nel confronto storico che internazionale, [per cui si] mette a repentaglio il rilancio della crescita che rappresenta l’obiettivo principale che noi dobbiamo porci: interrompere un lungo periodo a bassa crescita e stagnazione”. “E’ indubbio – conclude – che per cogliere l’obiettivo bisognerà trovare il modo di ridurre la pressione fiscale”
“In linea con gli impegni assunti nell’ambito della Procedura per i disavanzi eccessivi, nel 2012 il disavanzo sarebbe nettamente inferiore alla soglia del 3% del Pil” e grazie ai risparmi si potrebbero ottenere “oltre tre punti nel periodo 2014-2016 con conseguente giovamente dei contribuenti ligi ai doveri fiscali per eventuali riduzioni delle aliquote legali finanziata dai risultati del contrasto all’evasione”.
E’ inutile negare che il risanamento dei conti pubblici abbia avuto “nel breve periodo inevitabili effetti negativi sull’attività economica [pur avendo] consentito di arginare la perdita di fiducia degli investitori nella capacità dello Stato italiano di onorare i propri debiti scongiurando scenari ancora più recessivi”, però ”il contenimento della spesa non deve compromettere la qualita’ dei servizi pubblici offerti ai cittadini: una sistematica rivisitazione dell’intervento pubblico rappresenta anzi l’occasione per migliorarla. Segnali importanti per i cittadini verrebbero da una minore complessita’ e dal contenimento del costo delle istituzioni pubbliche”.
Per avvicinarsi al pareggio di bilancio, che come ha già preannunciato Monti (http://www.enricoberlinguer.it/qualcosadisinistra/2012/04/18/lausterita-non-e-che-una-forma-di-liberismo-mascherato) non potrà verificarsi prima del 2013, è necessaria certamente l’ottimizzazione delle spese e della gestione del patrimonio pubblico; tuttavia la spending review è malvista proprio dagli stessi ministri che impongono pesi continui sui cittadini e che non riescono a trovare l’accordo necessario entro la fine del mese (proteste pare siano arrivate dai ministeri della Difesa e dell’Interno), tuttavia il ministro dello Sviluppo Economico Passera,  ha annunciato l’arrivo di “oltre cento miliardi da investire in interventi di breve-medio periodo tra infrastrutture, lavori, riforme fiscali a favore delle aziende che investono, recupero dello scaduto”, cose che un po’ ci fa sperare, ma ci rende ancche increduli.
Sarebbero quei tipi di interventi che ci piacerebbe vedere, insieme alle scelte per il risanamento comunque necessarie (se solo fossero più eque!), “a sostegno della crescita”, le stesse misure che, a quando pare, anche la Banca d’Italia attende speranzosa, perchè se c’è una cosa che abbiamo imparato dalla Grecia è che il passo da una Paese in regime economico volto al pareggio di Bilancio a tutti i costi e uno entrato nella vorticosa spirale della recessione e della depressione è breve, davvero troppo breve.

28 Aprile Giornata Vittime Dell'Amianto


Quattromila morti all'anno e oltre 20 milioni di tonnellate  di territorio ancora da bonificare.
La questione legata all'amianto, si può dire, è antica quanto l'utilizzo di questo materiale.
Sin dalla fine dell'800, alcuni studi scientifici avevano osservato come l'esposizione all'asbesto potesse costituire una delle cause scatenanti di alcune gravi malattie dell'apparato respiratorio, come il mesotelioma pleurico e il carcinoma polmonare.
E durante la Seconda guerra mondiale una ricerca condotta in Germania registrò come, diminuendo l'esposizione all'amianto, le malattie respiratorie per i lavoratori diminuissero.
In Italia,   principalmente in Piemonte, dove a Casale Monferrato per molti anni è stata attiva una fabbrica di Eternit; e nel nord est (Gorizia e Monfalcone), ma anche al sud – il problema amianto è da molti anni al centro di incessanti dibattiti fra il Governo e le Associazioni per le vittime dell'amianto. La prima norma definitiva è del 1992, con la Legge 257 che ordinò ildivieto di utilizzo dell'amianto e la bonifica di tutti i manufatti che lo contenevano. Altrettanto importante, nella stessa legge venne sancito il riconoscimento delle malattie connesse all'esposizione all'amianto comemalattie professionali.
Questo, tuttavia, non ha impedito ad alcune aziende di continuare l'utilizzo dell'amianto – chiamato Eternit Fibronit – nei procedimenti di fabbricazione e nei prodotti, con la conseguenza che il numero delle vittime, di fatto, non si è mai arrestato.
Basta una sola fibra d'amianto (del diametro di un millesimo di millimetro), per causare un principio di malattia mortale.
Per questo, oggi, in tutto il mondo varie Associazioni gridano in ogni lingua e in ogni dove“Vogliamo un mondo senza amianto!”
E’  auspicabile  che tutti i Governi  si attivino affinchè la bonifica sia reale e non fittizia e che si stabiliscano regole chiare ed efficaci per una tutela dell’ambiente, inoltre si spera nell’attivazione  di un fondo dedicato ai familiari delle vittime.
“In Italia, oggi, si svolgono importanti  iniziative: convegni, dibattiti o semplici e  silenziose fiaccolate  che accompagneranno nel ricordo coloro che hanno perduto la vita per un tozzo di pane.
Un costo molto alto pagato da vittime innocenti che hanno subito l’affronto dei potenti.
Ancora oggi l’Eternit (nome che suona come una beffa)   miete vite umane“.
C. Severino

lunedì 23 aprile 2012

Addà venì Grillone

di Claudio Negrioli

Addà venì Grillone, mi dicevo tra me e me parafrasando una minaccia in romanesco, profferita a bocca stretta e con i pugni chiusi dai proletari e sotto-proletari incazzati di un tempo, il tempo del baffuto nonchè defunto spauracchio Stalin, Beppone anche lui per gli amici, anzi pardon, per i compagni...

Mi è venuto spontaneo questo pensiero,equiparare Beppe al cruento castigamatti sovietico, nel mentre assistevo in primissima fila al comizio-spettacolo di Beppe Grillo, al parco piscine di Desenzano sul Garda.

Il Beppone nazionale, già comico, con però la voce stanca e la piega amara agli angoli della bocca incorniciata dal pizzetto argentato, come stigmate della sofferenza acquistata in anni e anni di contro-potere mediatico ma anche pratico, si è esibito il 18 Aprile in un comizio di presentazione e appoggio ai candidati locali del "Movimento 5 stelle" in lizza per le prossime elezioni comunali che si svolgeranno nella- un tempo- ridente cittadina lacustre, il 6-7 Maggio 2012.

Davvero tanta la gente in piedi ad ascoltarlo, accorsa nonostante il cielo gonfio trasudante pioggia di primavera.

Lui urlaparlava da un palco-casotto rialzato, ...

... ancora caldo per l'esibizione di un gruppo musicale a gratis, circondato dai candidati - militanti del 5 stelle, alcuni con casco. Notevole la presenza in cornice, di interessanti esponenti del gentil sesso, a dare al tutto un tocco di gaja umanità evoluta e ben disposta.

Dicevo dunque, che il contesto mi rendeva ottimista e l'idea di tornare alla crocetta stavolta per segnare, fino a prova contraria, bella gente che si prenderebbe cura delle persone e del territorio a fin di bene e senza scopo di lucro mi ha solleticato assai, ma fortunatamente il mio problema di coerenza personale (anarchico no voto) si è autorisolto, nel senso che nel comune dove dovrei votare, il Movimento non si presenta, e neanch'io mi presenterò a mettere la mia x su emerite sconosciute oltre che antipatiche facciazze più o meno rubiconde o semplicemente avinizzate dei politicanti locali, alfieri dei partiti tradizionali, quelli che bollano il fare e il dire del movimento di Grillo come anti-politica qualunquista.

Ma l'aria umida di pioggia, ma anche di umanità, che si respirava nello spazio aperto attorno al Guru parlante non era rancida di rassegnazione, ma anzi odorava di nuovo, di fresco e pulito,oserei dire.

Ho visto e sentito e mi sento di affermare che lì aleggiava la nuova idea della politica, partecipativa e dal basso, praticata dai cittadini informati, l'unica in grado di opporsi pacificamente ma in modo vincente contro la partitocrazia degenerata che ha capitolato senza colpo ferire su quel che rimaneva della sovranità seppur teorica, del popolo e dei suoi rappresentanti in Parlamento di fronte al bombanchiere Monti, insediatosi abusivamente con un "golpe bianco" pilotato dal sodale Napolitano, sullo scranno più alto del Governo dello Stato, instaurando di fatto una dittatura per servire non certo il Paese, ma bensì la finanza canaglia e globalista della quale Mario l'androide è figlio riconosciuto.

Non si pensi che il fenomeno Grillo sia un fatto estemporaneo, fastidioso per il regime magari, ma tutto sommato innocuo, cominciano a capirlo anche i politici e i pennivendoli con la faccia da xxxx che vediamo tutti i giorni esibirsi nel teatrino della politica mainstream, che infatti lo temono come il fustigatore letale dei loro corrotti costumi predatori e parassitari.

Il Movimento 5 stelle, MCS, del quale Grillo è fondatore e megafono è composto da migliaia di militanti di base che si confrontano telematicamente e in tempo reale sulle tematiche che emergono dal dibattito in Rete, vera potente piazza virtuale dove si forgia il pensiero nuovo,quello integrato con l'Internet, roba ostica per la maggioranza dei nostri impresentabili e farraginosi Onorevoli, notoriamente analfabeti informatici, o poco più.

E c'è pure un programma (clicca su programma) molto serio e dettagliato, non aria fritta, che se implementato e realizzato produrrebbe davvero la Ri-evoluzione pacifica che tutti ci auguriamo, voglio dire noi del 99%.

Ed è con negli occhi le immagini del Beppe in uscita dal parco, incanalato tra gente sorridente e forse sognante,stanco e affamato, ma pure disposto a fermarsi e parlare con tutti, compresi i C.C. di turno che sorridenti anche loro bofonchiano minacciette paciose alle sue raccomandazioni sull'ordine, la legge e la disciplina che auguro a Beppe Grillo e al MCS la migliore performance elettorale di queste Amministrative.

Claudio Negrioli (Clausneghe)

Ma cosa ne pensa Grillo del mondo del lavoro? (e di tante altre cose?)


Il “fenomeno” Grillo è diventato, negli ultimi giorni, l’argomento di discussione preferito di giornali e tv. Il Movimento 5 Stelle, dicono fantomatici sondaggi, sarebbe accreditato come la terza forza elettorale, dopo pd e pdl. Tutti concordi nel definire Grillo e i grillini come fautori di una ventata nuova nel panorama politico ammorbato da scandalo ed inchieste. Quasi tutti i mezzi di informazione (che Grillo disprezza apertamente definendo i giornalisti “una feccia come i politici“) sono impegnati ad incensarlo e a mettere in evidenza i pregi dell’offerta politica che egli rappresenta.
Ma il punto chiave è proprio quest’ultimo: qual è l’offerta politica del Movimento 5 Stelle? In questi giorni mi è capitato di confrontarmi (o, per lo meno, di tentarci) con militanti e simpatizzanti del M5S. Ho provato a chiedere loro in più riprese se, oltre a parlare del loro cavallo di battaglia preferito (i finanziamenti ai partiti, i rimborsi elettorali, ecc) avessero una qualche opinione in merito ad altri argomenti a mio parere altrettanto degni di importanza. Ho provato, ad esempio, a chiedere quale fosse la loro idea di politica economica per il Paese  Cosa vogliono Grillo ed i grillini? Più liberismo? Più Stato? Qual è il loro sistema di tassazione ideale per il nostro Paese?
Ho provato anche a chiedere cosa ne pensassero dello scempio ai diritti dei lavoratori, perseguito con tenacia dall’attuale governo di tecnici “antipolitici“. Cosa ne pensassero dell’opera di Marchionne alla Fiat, del fatto che un tesserato ad un sindacato sia apertamente discriminato da un’azienda e che un sindacato non firmatario di un accordo non possa avere accesso in fabbrica.
Ebbene, ho provato a chiedere queste ed altre cose, la risposta è sempre stata: “le idee noi ce le abbiamo ben chiare, basta leggere il programma“. Alla fine mi sono convinto, sono andato sul sito del M5S e sono andato a spulciarmi il programma. “Fammi andare a vedere – ho pensato - la sezione “lavoro” del programma di Grillo“. Ma, con mio grande stupore, ho scoperto che NON ESISTE UNA SEZIONE LAVORO. Il programma di un partito (o movimento, che dir si voglia), strombazzato a reti unificate come il catalizzatore dei consensi degli scontenti, come il nuovo che avanza, non ha un opinione sul mondo del lavoro.
Una stringata riga la troviamo nella sezione “economia”: “abolizione della legge Biagi”. E poi? E dopo averla abolita? Il programma tace su questo. A proposito di economia, che ne pensa Grillo di come risolvere il problema del debito pubblico? Grillo stesso ha detto “non pagandolo“. Ma il programma del M5S invece dice “Riduzione del debito pubblico con forti interventi sui costi dello Stato con il taglio degli sprechi e con l’introduzione di nuove tecnologie per consentire al cittadino l’accesso alle informazioni e ai servizi senza bisogno di intermediari“. Veramente il M5S crede che si possa ridurre uno stock di debito di quasi 2000 miliardi “tagliando gli sprechi”?
Una lettura del programma del Movimento 5 Stelle mette in risalto quanto sia poco preciso Grillo sugli argomenti che, solitamente, dividono gli animi e le categorie. E quanto esso sia invece chiarissimo sulle cose in cui tutti sarebbero senza dubbio d’accordo. Introdurre nuove tecnologie per l’informazione? E chi non è d’accordo. Vietare i condannati in Parlamento? E chi non è d’accordo (a parte i condannati, ovviamente).
Su tutto il resto, Grillo tace. E guai a chiedere lumi a qualcuno dei suoi seguaci! La sua reazione sarà, nove volte su dieci: “Tutti parlano contro di noi perchè facciamo paura, ma tu per chi voti? Bersani, Vendola? Noi siamo gli unici a non prendere finanziamenti pubblici…..”

Pensare politicamente


L’Associazione Comuni Virtuosi e il Politecnico di Milano uniscono le loro forze per condividere l’organizzazione di una serie di momenti di formazione nelle prossime settimane.
“Un corso riservato solo ai politici: deputati, consiglieri, assessori, sindaci, candidati. Vi sarà la possibilità di apprendere conoscenze nel campo dell’urbanistica e dell’ambiente con un taglio utile a chi fa politica” – dichiara il Professor Paolo Pileri, responsabile della Scuola per il Politecnico, insieme a Marco Boschini coordinatore dei Comuni Virtuosi.
Il corso tocca alcuni tra i più urgenti temi del governo del territorio: suolo, agricoltura, natura e paesaggio. Si offriranno spunti culturali e pragmatici e si promuoverà il confronto di esperienze tra i partecipanti.
Gli appuntamenti sono previsti per il 25 maggio nella sede del Politecnico a Milano e il 15 e 16 giugno a Mezzago (MB). Le iscrizioni sono aperte, al costo di € 200,00 a giornata, € 500,00 per tutto il corso.

venerdì 20 aprile 2012

Presidente Monti a quando la relazione sull’export di armi italiano?


“Presidente Monti, a quando la Relazione sulle esportazioni di armamenti italiani?”. E’ la precisa domanda che la Rete Italiana per il Disarmo e la Tavola della Pace rivolgono al Presidente del Consiglio, Mario Monti, diretto responsabile della pubblicazione del documento che, secondo la legge 185 del 1990 che regola le esportazioni italiane di natura militare, deve essere predisposto e consegnato al Parlamento entro il 31 marzo di ogni anno.

“Ad oltre due settimane dalla data prevista dalla normativa vigente, la Presidenza del Consiglio non ha ancora reso noto questo documento di fondamentale importanza per il Parlamento e per la società civile, poiché dettaglia le autorizzazioni all’esportazione e le consegne di armamenti italiani nel mondo” – dichiara Francesco Vignarca, coordinatore della Rete Italiana per il Disarmo. “Mentre i precedenti governi Prodi e Berlusconi dal 2006 hanno puntualmente pubblicato sul sito della Presidenza del Consiglio anche un sintetico ‘Rapporto’ con i dati principali, l’attuale Presidenza del Consiglio non solo non ha ancora adempiuto al compito previsto dalla legge, ma non ha finora risposto ufficialmente alle nostre richieste di confronto. Tutto ciò diversamente dalle buone prassi degli ultimi anni” – conclude Vignarca.

La “Relazione sulle operazioni autorizzate e svolte per il controllo dell'esportazione, importazione e transito dei materiali di armamento nonché dell'esportazione e del transito dei prodotti ad alta tecnologia” è il documento che certifica le operazioni autorizzate e svolte in materia ed è stata puntualmente predisposta a partire dal governo Andreotti già dal 1991.

“Mentre restiamo in attesa della relazione, non possiamo non dirci preoccupati per le recenti affermazioni del Presidente del Consiglio in materia di esportazioni di armamenti” – commenta Flavio Lotti, coordinatore nazionale della Tavola della Pace. “Durante la sua visita in Israele, il presidente Monti ha dichiarato nella conferenza stampa col premier israeliano Benyamin Netanyahu «l’intenzione del governo di finalizzare al più presto i dettagli del contratto Alenia-Aermacchi sulla fornitura ad Israele di 30 velivoli M346 da addestramento». Secondo Monti un contratto in un ambito così sensibile consentirà un salto di qualità nei rapporti tra i due Paesi. In effetti – conclude Lotti – la vendita per un miliardo di euro di aerei addestratori per i piloti dei caccia d’attacco F-35 (che Israele ha intenzione di acquisire dalla Lockheed Martin) in cambio dell’acquisto, coi soldi dei contribuenti italiani, di un pacchetto da un miliardo di euro di velivoli senza pilota e altro materiale bellico rappresenta un salto di qualità… ma non certo nella direzione della promozione della diplomazia della pace. Chiediamo, pertanto, che si rinunci a questo scambio di materiali bellici e che il Governo italiano riprenda l’impegno diplomatico per la soluzione del dramma del popolo palestinese e per la pace nel Medio Oriente”.

Negli ultimi anni i maggiori acquirenti di armamenti “made in Italy” sono stati i paesi nelle zone di maggior tensione del pianeta dal Medio Oriente alla penisola araba fino al sub-continente indiano. “L’ampia consistenza di queste forniture – commenta Giorgio Beretta, analista della Rete Disarmo – soprattutto negli anni recenti, ai regimi autoritari del nord Africa e dell’intero Medio Oriente che si sono macchiati di gravi violazioni in materia di diritti umani, non può passare inosservata ed è urgente che il Parlamento riprenda il ruolo che gli compete ed esamini con attenzione la compatibilità di queste esportazioni con il dettato della legge 185/1990 secondo la quale l’esportazione di armamenti deve essere conforme alla politica estera e di difesa dell'Italia”.

Una legge che il Governo sta ampiamente modificando: “Per recepire una direttiva dell’Unione europea che intende facilitare i trasferimenti intra-comunitari di sistemi militari, il Consiglio dei Ministri ha definito e presentato al Parlamento un disegno di legge che delega al Governo un’ampia riforma della legge 185/1990 – commenta Maurizio Simoncelli vicepresidente di Archivio Disarmo. “In questo modo si toglie al Parlamento quella funzione legislativa che lo qualifica: non dobbiamo dimenticare che la legge 185/1990 è il frutto di un intenso lavoro durante due legislature attraverso il costante confronto e con la partecipazione della società civile”.

Le organizzazioni del mondo del disarmo sottolineano la proposta di decreto legislativo formulata tende a smantellare tutti i controlli con gravi rischi sotto molti punti di vista. Ricordiamo che se le competenti Commissioni parlamentari non svolgeranno nei tempi previsti un esame approfondito vi è rischio di semplificare i controlli su trasferimenti di armi che potrebbero così finire a paesi sotto embargo o in stato di conflitto, come è già avvenuto in passato. Il rischio è anche che attraverso trasferimenti all'interno dell'Unione Europea si possano far giungere (attraverso le cosiddette “triangolazioni)” armi verso destinatari indesiderati come i gruppi terroristici, situazione già avvenuta ad esempio anche in Afghanistan.

“Non va poi dimenticato che gli strumenti di trasparenza a livello europeo sono molto meno dettagliati della relazione italiana prevista dalla legge 185 del 1990, la stessa di cui stiamo sottolineando il ritardo di pubblicazione – evidenzia Chiara Bonaiuti ricercatrice presso Oscar IRES Toscana - che da questo punto di vista è considerata una migliore pratica internazionale. L’attuale proposta del Governo non copre la grave lacuna legislativa attuale che per le operazioni di intermediazione di armi da fuoco, nel caso in cui la merce non attraversi il territorio nazionale, non prevede alcuna possibilità di intervento”. Un vulnus che ha già permesso a trafficanti senza scrupoli e organizzazioni criminali di trasferire armi nei peggiori teatri di guerra senza alcuna possibilità di controllo.

La Rete Italiana per il Disarmo e la Tavola della Pace hanno ottenuto - su richiesta di alcuni parlamentari sensibili a queste tematiche - di essere ascoltate in audizione la prossima settimana dalle Commissioni riunite Esteri e Difesa della Camera dei Deputati. In quella sede verranno esplicitate osservazioni e proposte, anche a commento dei dati di export militare italiano (che speriamo di vedere a breve pubblicati).

Per la prima volta si sta procedendo a modificare una legislazione sensibile dal punto di vista della sicurezza con lo strumento della legge delega e del successivo decreto legislativo del Governo. E' indispensabile che il Parlamento non abdichi alle sue prerogative costituzionali e proceda ad una valutazione attenta, puntuale e documentata delle profonde modifiche legislative. Le conseguenze di eventuali leggerezze si potrebbero ripercuotere sia sulle popolazioni destinatarie di quelle armi sia sulla nostra stessa sicurezza.
Fonte: Tavola della pace e Rete italiana Disarmo

In cosa consiste e come funziona il Patto dei Sindaci? Kyoto Club presenta la quinta "Goccia di sostenibilità"


La quinta "Goccia di sostenibilità", a cura di Antonio Lumicisi, del Ministero dell'Ambiente, sarà dedicata al Patto dei Sindaci. La "goccia" sarà trasmessa il prossimo martedì 24 aprile 2012 (ore 17,30). Kyoto Club

In cosa consiste e come funziona il Patto dei Sindaci? Quali opportunità economico-finanziarie vi sono per gli Enti locali aderenti?
Sono questi gli spunti e gli argomenti che si tratteranno durante la quinta "Goccia di sostenibilità" che sarà trasmessa il prossimo 24 aprile (causa festività del 25 aprile), in streaming alle ore 17,30.
La "goccia" sarà tenuta da Antonio Lumicisi, del Ministero dell’Ambiente.
Obiettivo della quinta goccia è quello di illustrare i principi e le finalità del Patto dei Sindaci, iniziativa lanciata dalla Commissione Europea nel 2008 e coordinata a livello nazionale dal Ministero dell’Ambiente, con particolare attenzione agli strumenti economico-finanziari a disposizione per gli Enti Locali che intendono percorrere la strada della sostenibilità.
Le "Gocce di sostenibilità" sono brevi interventi on line di esperti della durata di massimo 20 minuti, che potranno essere seguite in streaming; sarà poi possibile interagire con il relatore in diretta, tramite chat. I temi presentati saranno quelli di maggiore attualità; ad esempio le nuove leggi, decreti o provvedimenti nazionali o regionali, le buone pratiche su rinnovabili, mobilità sostenibile, efficienza energetica, recupero e riciclo, ecc. Le ‘gocce’ saranno registrate per poter essere riviste successivamente sul sito Kyoto Club.
Gli accessi saranno limitati a 80 utenti ed è richiesta la prenotazione on line e l’iscrizione alla mailing list di Koto Club. Per modalità di accesso al servizio e altre informazioni:

“Ascoltare: le tue risposte, la nostra forza”


Bareggio E' il titolo del nuovo progetto promosso dall’Amministrazione Comunale di ascolto attivo dei cittadini focalizzato su temi specifici, con lo scopo di aiutare a migliorare la programmazione e la gestione dei servizi demografici e dello Sportello tariffa rifiuti, per partecipare al sondaggio consultare il sito www.comune.bareggio.mi.it

CittàOggiWeb

Rassegna Settegiorni


INTERVISTA AI DUE COORDINATORI DEL PDL
«Non neghiamo i problemi col sindaco»
«Il rapporto con la Lega? Tutt'altro che rotto definitivamente. Il sindaco Gibillini? Inutile negare che vi siano problemi. Il bilancio? ...

25 APRILE: IL PROGRAMMA. Anche Bareggio celebra il 67esimo anniversario della liberazione dal nazi-fascismo. Mercoledì 25 aprile, ritrovo alle 9.30 nel piazzale della caserma ...

UNA ROTONDA PER ALBORETO. Sarà  intitolata al pilota Michele Alboreto la rotonda all'incrocio tra via Novara, via Falcone e viale Morandi. L'ha ...

IL CONSIGLIERE FRANCO BIFFI
«Finisco il mandato sostenendo Monica Gibillini. Poi si vedrà »
BAREGGIO. «Non ho nessuna ipotesi di collaborazione futura con nessuno. Conosco come liste civiche solo "Io amo Bareggio" e "Voi con ...

Un premio «tutto verde» al Comune: 1500 euro e due piantine di magnolia
BAREGGIO. Un riconoscimento economico di 1500 euro e due piantine di magnolia da piantumare nei giardini delle scuole di San Martino. ...

Il Comune ascolta...
BAREGGIO. «Ascoltare le nostre idee, la tua forza» è il progetto promosso dall'amministrazione comunale di ascolto attivo dei cittadini focalizzato su ...

La Lega Nord: «Istituite uno sportello per l'Imu»
BAREGGIO. Istituire uno «Sportello Imu» all'ufficio tributi. E' la proposta che la Lega Nord ha formulato, attraverso una lettera, al sindaco ...

Condannati a dodici mesi i «truffatori dello specchietto»
BAREGGIO. Condannati a un anno senza condizionale e a una multa di 850 euro. E' andata male ai due romeni (di ...

BAREGGIO - VIA MONTESANTO
La villetta va... in fumo
Bareggio. Una lunga colonna di fumo che fuoriusciva dal camino di una villetta in via Montesanto. Domenica sera, tre mezzi dei ...

giovedì 19 aprile 2012

"Migranti con scotch in bocca? Mi hanno detto che era normale"


Non fosse stato per lui nessuno ne avrebbe saputo nulla. Francesco Sperandeo, aiuto-regista in Tunisia ha avuto la prontezza di documentare il rimpatrio di quei due stranieri che viaggiavano sul suo stesso volo Roma-Tunisi.

Articolo di: Mariagrazia Gerina - unita.it
Foto di http://images.style.it/
       
Non fosse stato per lui nessuno ne avrebbe saputo nulla. Francesco Sperandeo, aiuto-regista di tante fiction televisive e regista di un cortometraggio girato in Tunisia (Bab al Samah. La Porta del perdono»), però, ha avuto la prontezza di documentare il rimpatrio di quei due stranieri che viaggiavano sul suo stesso volo Roma-Tunisi. «Nastro marrone da pacchi attorno al viso per tappare la bocca e fascette di plastica per bloccare i polsi». Protestare - racconta - non è servito a nulla. E però: «Sono riuscito comunque a rubare una foto!», si è messo a ticchettare su Facebook qualche ora dopo, postando quell’immagine che ha fatto il giro della rete, fino a diventare questione di cui il ministro dell’Interno dovrà riferire al Parlamento.

Come è andata? «Stavo viaggiando per lavoro. Sono salito sul volo Alitalia Roma-Tunisi delle 9.20. Loro erano già a bordo, in fondo all’aereo. E avevano il nastro marrone da pacchi a tappare le bocca, mentre i polsi erano bloccati con delle fascette di plastica».

Cosa ha fatto quando li ha visti? «Insieme a un collega con cui stavo viaggiando ci siamo alzati, siamo andati in fondo all’aereo e abbiamo chiesto per quale motivo quei due venissero trattati in quel modo».

Chi erano quelli a cui vi siete rivolti? «Non so precisamente, credo fossero agenti».

Cosa vi hanno risposto? «Ci hanno risposto che si trattava di una normale operazione di polizia, che non potevano darci spiegazioni e che dovevamo tornare al nostro posto

. Allora ho gridato: non credo che sia normale mettere il nastro attorno alla bocca di una persona. Non importa cosa avessero fatto, né per quali motivi venissero rimpatriati. Qui si tratta di diritti umani. Nulla, io credo, giustifica un trattamento di questo tipo. Per questo io e il mio collega abbiamo reagito: non potevamo guardare quella scena senza fare nulla».

Anche gli altri passeggeri hanno protestato? «No, niente affatto. Anzi: hanno gridato a noi di tornare a posto, perché stavamo ritardando la partenza dell’aereo. Una indifferenza che mi ha davvero impressionato».

Dopo le vostre proteste, gliel’hanno tolto il bavaglio? «Non subito. Hanno aspetto che l’aereo decollasse e poi gliel’hanno tolto».

Hanno detto qualcosa a quel punto? «Parlavano in francese. Si lamentavano di essere stati trattati in quel modo».

Ha avuto modo di parlarci direttamente o di capire chi fossero? «No».

Però ha scattato una foto e poi quando è sceso dall’aereo l’ha pubblicata su Facebook, perché? «Perché volevo diffondere quanto più possibile quello che avevo visto. Mi sentivo impotente, perché non avevo potuto fare nulla. Sentivo che tutti noi che avevamo assistito a quella scena avevamo perso qualcosa: i due tunisini, gli agenti che li accompagnavano, noi passeggeri». 
Fonte: www.unita.it

Al Parco Arcadia, lo sport delle neomamme


Bareggio Primavera è tempo di aria aperta e sport. Per questo, l’Associazione Sportiva Dilettantistica, affiliata a FIF, MammaFit ha ideato una bella iniziativa per le neomamme di tutta Italia.
Si tratta di un programma di allenamento per le mamme e per i loro bambini: una ginnastica basata su esercizi di allungamento e tonificazione, da svolgersi con l'ausilio degli strumenti propri delle famiglie con neonati - carrozzine, passeggini, marsupio -, i quali diventano parte integrante dell'allenmento.
Un'ora di attività per il benessere psico-fisico delle mamme che hanno partorito da almeno sei settimane.
Uno spazio di tempo da dedicare a se stesse e da trascorrere in compagnia del proprio piccolino, sotto la guida attenta di istruttori certificat MammaFit.

Una proposta di valore, alla quale il Comune di Bareggio ha scelto di partecipare attivamente con il 'Corso di ginnastica con il passeggino', previsto dal 17 aprile al 21 giugno presso il Parco Arcadia.
Le lezioni sono in programma nelle giornate di martedì e giovedì, a partire dalle ore 10.30 e il punto di ritrovo è l'ingresso principale, presso la fontana.
Guidate dall'istruttrice Daniela, le neomamme respireranno aria pulita e godranno della bella stagione assieme alla propria nuova famiglia, in una cornice agreste.

Per ricevere informazioni, è possibile visitare il sito http://www.mammaf.it/location/parcoArcadia, oppure inviare una e-mail all'indirizzo daniela.murania@mammaf.it.

(Foto: dal sito)
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Truffa dello specchietto: due condanne


Bareggio Finsero di urtare con la loro auto quella di un altro automobilista (mentre lui era in fase di sorpasso) e poi cercarono di convincerlo a consegnar loro del denaro per rimediare ai danni alla loro carrozzeria. Il fatto, riguardante l’ennesima truffa dello specchietto, accadde nel 2009 a Bareggio ed è arrivato a sentenza al tribunale di Abbiategrasso.

Martedì mattina il giudice De Vincenzi li ha condannati a dodici mesi di reclusione senza condizionale e multa di 850 euro. Si tratta di A.N., classe 1983 e A.A., classe 1962 di Torino. La truffa era stata vanificata dall'arrivo di una pattuglia di carabinieri di passaggio. Al loro arrivo, uno dei due si era dato alla fuga. dagli esami è risultato che i graffi sull'autovettura degli imputati non erano compatibili con quelli sull'auto della parte lesa. Quindi, il sinistro non è mai avvenuto e i graffi sono stati provocati appositamente. I due avevano con loro anche un coltellino con una lama spezzata che è stato sequestrato.
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mercoledì 18 aprile 2012

Il pareggio di bilancio ora è legge costituzionale


A nulla sono valsi gli appelli e le lettere aperte: il PD non si è astenuto e il pareggio di bilancio è diventato legge costituzionale. Morale, per dirla alla Bersani, d’ora in avanti saremo “castrati da ogni politica economica.” Il perché il segretario del PD abbia cambiato idea, con l’avvento di Monti, non l’ha voluto spiegare: sta di fatto che con il voto di oggi quel che resta della politica italiana ha deciso, senza permettere ai cittadini di esprimersi in merito, sul suicidio della politica a favore dell’economia e, soprattutto, delle banche.
E’ di un’ora fa la notizia che il Fondo Monetario Internazionale prevede il pareggio di bilancio per il nostro Paese non entro il 2013, bensì nel 2017: ci aspetterebbero, quindi, per rispettare la nostra “nuova” Costituzione, altri 5 anni di manovre lacrime e sangue.
Avevo scritto il 12 aprile una lettera aperta a Pierluigi Bersani al riguardo, chiedendogli di astenersi e permettere così il referendum confermativo. Motivavo anche, pareri di premi nobel ed economisti tutt’altro che marxisti, il perché fosse una follia inserire il pareggio di bilancio in costituzione. Nessuna risposta. Che poi uno si chiede cosa diamine se li faccia uno twitter e facebook, se poi non usa lo staff per tenere i contatti con i cittadini. Soprattutto, che cosa ti segua a fare su twitter… per farti sentire importante?
Paul Krugman, premio nobel per l’economia nel 2008 (ottenuto perché aveva previsto la crisi dei derivati, inascoltato e deriso dai colleghi di mezzo mondo) sul New York Times ha parlato di “Suicidio Economico dell’Europa“.
Ecco, con il voto di oggi, oltre al suicidio economico dell’Italia, Bersani ha decretato pure la fine di quel “primato della politica” tanto caro a D’Alema, aprendo la prima crepa nel ridicolo argine che stanno cercando di opporre alla c.d. “antipolitica”.
Penso a quando l’anno prossimo questa gente mi chiederà il voto. Penso al gesto dell’ombrello che gli farò, con pernacchia al seguito, quando mi daranno, per l’ennesima volta, del qualunquista e del tafazzista.
Si chiedeva Enrico Berlinguer nel 1981 se non fosse venuta l’ora di costruire una società che non fosse un immondezzaio, come era invece quella costruita sul votare “turandosi il naso”. Mi dispiace, io il naso non me lo turo più. E a voi del PD non vi voto più.
QdS Pierpaolo Farina

La crisi apre i rubinetti - Il 75% degli italiani beve l’acqua “a chilometro zero”

Milano, 16 aprile – Il 75,5% degli italiani sceglie la cosiddetta acqua a chilometro zero. Cresce anche la frequenza di utilizzo: il 46,9% dice di berla “sempre o quasi sempre” superando nettamente il 40% circa registrato nel 2008. In particolare, il nordest vince la medaglia d’oro per il consumo abituale di acqua del rubinetto, trattata e non, con il 61,7%. Maglia nera, invece, per il sud Italia dove il 44,1% non la beve o la beve solo una o due volte l’anno.
I numeri sono resi noti da Aqua Italia, l’Associazione che raggruppa le aziende del settore del trattamento dell’acqua, federata ad Anima - Confindustria.
Le ragioni che spingono gli italiani ad apprezzare l’acqua del rubinetto, trattata e non, sono, in primis, il gusto (27,5%) seguito dalla comodità di non dover più trasportare casse di acqua dal supermercato fino a casa (25,6%), il risparmio economico che va dalle trecento alle mille volte rispetto alla bottiglia (21,2%) e i maggiori controlli rispetto alla cugina imbottigliata (17,9%). Diminuisce sempre di più la percentuale di chi non la berrebbe per nessuna ragione che scende al 10,9%, valore quasi dimezzato rispetto al 19% del 2008. Infine, il 23,4% degli italiani possiede almeno un apparecchio domestico di affinaggio dell’acqua.
La ricerca è stata commissionata all’istituto indipendente Cra ed è stata svolta su un campione di 2.030 individui dai 18 anni in su. egazette

Italia, pareggio di bilancio in Costituzione


La Costituzione della Repubblica italiana viene emendata, introducendo il principio del pareggio di bilancio. La misura è stata approvata poco fa dal Senato della Repubblica, con 235 voti favorevoli, 11 contrari e 24 astenuti.
Il decreto legge di riforma dell’ art.81 della Costituzione, proposto dal Governo, diventa legge con questa quarta e ultima lettura, prevista per le riforme costituzionali. A favore più dei 2/3 dei componenti, è evitato così il referendum confermativo.
In favore della riforma costituzionale si sono espressi Pdl, Pd, e il Terzo Polo (Udc, Fli e Api); contrari Lega e Idv: astenuta Coesione nazionale-grande Sud. In dissenso dal proprio gruppo Mario Baldassarri (Fli), non ha partecipato al voto, così come Nicola Rossi (Misto). Si sono invece astenuti, anch’essi in dissenso dai rispettivi gruppi, Mauro Cutrufo (Pdl) e Massimo Garavaglia (Lega)
E On-line

Pareggio di bilancio e Costituzione, pericolosa fine d’epoca


La parola scelta è: equilibrio.
Sarebbe stato meglio equilibrismo. Il nuovo articolo 81 della nostra Costituzione, antifascista e repubblicana, reciterà così: «Lo Stato assicura l’equilibrio tra le entrate e le spese del proprio bilancio, tenendo conto delle fasi avverse e delle fasi favorevoli del ciclo economico». «Il ricorso all’indebitamento è consentito solo al fine di considerare gli effetti del ciclo economico e, previa autorizzazione delle Camere adottata a maggioranza assoluta, al verificarsi di eventi eccezionali». Eventi che saranno scritti in una legge ordinaria e non di revisione costituzionale.
È il pareggio di bilancio, altro che ‘equilibrio’.
Non è solo una battaglia persa dagli economisti di matrice o ispirazione keynesiana. È molto di più.
Con la formulazione del nuovo articolo 81 della carta costituzionale di fatto il pareggio di bilancio viene elevato a un valore. Diventa parte di norme che hanno un rango superiore. Diventa qualche cosa che sta nel documento fondativo del nostro paese. La spinta ideale e ideologica del Novecento finisce qui, lo sfregio è compiuto.
I compiti a casa, affidati dall’autistica terra tedesca in giro per una sbiadita Unione europea, disomogenea e disaggregata, sono stati fatti. Regola dettata da Bruxelles, in nome di una teoria economica e di una ideologia finanziaria che andrà a minare lo stato sociale. Non lo dico io, ma autorevoli economisti che si sono rivolti con una lettera appello al presidente Usa Barak Obama, così come un appello ha fatto anche in terra italiana – riportiamo qui sotto uno stralcio -.
L’Unione artefatta e sostanzialmente finta, ai comandi di leader senza carisma e con un parlamento dai poteri risibili, l’Europa fortezza, l’Unione europea voluta dai vertici che hanno obbligato la base a sorbirsi festeggiamenti e Inni alla gioia come se il processo di unificazione fosse desiderio di popoli è riuscita, sotto la ferrea presa di Angela Merkel a imporre, a dettare legge sulle politiche economiche e sociali d’Italia e non solo. Ha piazzato un suo ex commissario a riformare tutto in due anni, nel nome abusato dei giovani e della crescita.
C’è modo e modo, per crescere. Questo ennesimo capitolo di perdita di sovranità ricorda genitori arcigni che scelgono al posto dei propri piccoli, anche quando questi sono più vicini a un’età matura che a una spensierata e imbelle giovinezza.
Sarebbe il momento di dire ‘basta’. E non è escluso che lo si possa leggere fra i risultati di una pratica svuotata di significato, quella del voto. I partiti politici picchiano come fabbri sull’anti-politica, pessima parola usata male, perché temono lo scollamento definitivo con la società civile. Il documento di Alfano, Bersani e Casini sul controllo e non il taglio dei finanziamenti pubblici dice molto.
È anti-partiti la vera protesta che inizia a soffiare con forza. La politica non finisce con la fine della forma partito, o con la sua decadenza da basso impero. Partecipazione e meccanismi orizzontali sono stati scoraggiati, e addirittura repressi dalla militarizzazione delle forze di polizia che ricade completamente sulle decisioni della politica istituzionale che mutua personaggi da quella partitica attuale.
Il presidente del consiglio Mario Monti insiste sempre sul lascito generazionale, perché i figli abbiano un maggior numero di possibilità. Con il pareggio-equilibrio in Costituzione il desiderio del professore potrebbe essere destinato a naufragare. E non solo per i più giovani. Ma anche per i medio giovani, trentenni e quarantenni, per i maturi e per gli anziani e i vecchi.
L’unico che poteva invocare ‘i giovani’ era il mitico partigiano e Presidente, Sandro Pertini. Agitando per aria la sua pipa.
Il suo valore era l’antifascismo. Altro che concetti economici finanziari imposti.
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Stralcio dall’Appello della rivista Il Ponte
La Costituzione è un programma solidale. Casa, lavoro, salute, istruzione, ambiente, giustizia, tutto ha bisogno di interventi pubblici, e poco resta agli italiani se si appendono i diritti alle compatibilità.
Siamo consapevoli che occorrono severi controlli, e che una spesa sbagliata deruba il popolo. Ma attraverso una trappola rigorista si può commettere lo stesso furto, impedendo la spesa pubblica solidale
Luca Baiada, Domenico Gallo, Danilo Zolo, Livio Pepino, Mauro Piras, Marcello Rossi, Rino Genovese, Mario Monforte, Piero Belleggia, Roberto Passini, Francesco Cattabrini, Stefano Petrucciani, Alfio Mastropaolo, Gianni Ferrara, Claudio Bazzocchi

Angelo Miotto E on-line

martedì 17 aprile 2012

Resistere pedalare resistere: in bici il 25 aprile

Resistere Pedalare Resistere, percorsi di Liberazione: si chiama così l’iniziativa, giunta quest’anno alla sua terza edizione, promossa dalla FIAB, la Federazione Italiana Amici della Bicicletta, in occasione dell’anniversario della liberazione d’Italia.
Il 25 aprile prossimo le associazioni FIAB promuoveranno escursioni in bicicletta nei luoghi simbolo della liberazione in ogni parte d’ItaliaLa lista dei posti è in continuo aggiornamento: tante le iniziative in programma nelle diverse località italiane.
La FIAB vuole ricordare il ruolo delle due ruote come mezzo di resistenza. Un'occasione per parlare con gli altri cicloturisti e per ricordare insieme che il 25 aprile non è un giorno come gli altri, tra una pedalata e l'altra o durante una breve sosta. Si legge sul sito della Federazione: " I GAP svolgevano le loro azioni con questo mezzo e le staffette partigiane sono immediatamente associate alla bicicletta ed anche tra loro ci sono stati molti caduti. Ricordiamo anche le centinaia di kilometri pedalati da Bartali con documenti falsi nascosti nella bici. 
Anche l’ANPI, l’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia, appoggia l’iniziativa della FIAB e ricorda “La bicicletta nella resistenza“: " Durante i seicento giorni della Resistenza in Italia, la bicicletta fu il mezzo più importante per trasportare documenti/stampa clandestina/rapporti e ordini tra le brigate e per coordinare scioperi e agitazioni". E oggi un'iniziativa come quella del 25 aprile sulle due ruote è utile anche per "liberarci dal giogo del caro-carburante, dalle malattie causate dalla vita sedentaria, dallo smog, può restituirci la libertà di vivere un percorso più lungo, più sano, più lento…".