lunedì 28 novembre 2011

DE GREGORIO SHOCK, SVELA I SEGRETI OCCULTI DEL PD


Bersani & Co si rifiutarono di aderire alle campagne degli studenti perché tanto "erano minorenni e non votavano", si rifiutarono di appoggiare i referendum perché "tanto non passava il quorum". E in Lazio "meglio perdere"



Arriva da Youtube questo video che sta letteralmente esplodendo nel web. Concita De Gregorio, ex direttrice dell'Unità, il 26 novembre scorso a TILT, ha raccontato più di un episodio in cui i dirigenti del Pd hanno impedito di fare campagne politiche. Bersani & Co si rifiutarono di aderire alle campagne degli studenti perche' tanto"erano minorenni e non votavano", si rifiutarono di appoggiare i referendum perché "tanto non passava il quorum" e di sostenere il NO B DAY perché mica "era una manifestazione convocata dal PD". Riferisce Concita che un "altissimissimissimo" dirigente del partito democratico a domanda specifica sul non formidabile sostegno che il Pd stava all'epoca garantendo alla candidata alla presidenza della Regione Lazio, Emma Bonino, avrebbe così risposto: "Perché pensiamo sia meglio perdere. Perché, siccome la Polverini è la candidata di Fini e siccome è l'unica sua candidata della tornata, se vince, Fini si rafforza e, finalmente, si decide a mollare Berlusconi e a fare il terzo polo, insieme a Casini. E vale la pena perdere la Regione Lazio perché, se succede tutto questo, poi noi ci mettiamo con loro e vinciamo la partita più importante, quella che conta. Senza ovviamente che gli elettori ci mollino, senza perdere troppo consenso. Perché non saremo noi a condurre questa operazione, noi perdendo oggi daremo solo il via, il resto lo farà la crisi economica".

Fonte: Cadoinpiedi

comitato referendario per l'acqua bene comune



Il popolo dell'acqua torna in piazza: "Si rispetti l'esito del referendum"


Il corteo fino a piazza Bocca della Verità. Il Forum: "Ad oggi nulla di quanto deciso ha trovato alcuna attuazione".

Articolo di: Alessandro Fulloni
Foto di http://roma.corriere.it/gallery/roma    















 



«Siamo in centomila», dicono gli organizzatori. Magari hanno esagerato, ma erano comunque in moltissimi al corteo, partito da piazza della Repubblica a Roma, in un mare blu e azzurro di bandiere e palloncini, convocato «per il rispetto dell'esito referendario», dal Forum italiano dei movimenti per l'acqua. Tra slogan come «no ai vampiri dell'oro blu» e cori rivolti al presidente del consiglio «Monti tieni a mente che l'acqua non si vende», i manifestanti hanno traversato il centro di Roma. In testa i gonfaloni di alcuni Comuni, come Napoli che ha ripubblicizzato l'azienda di gestione dell'acqua e Giulianova e Palma Campania che sostengono la gestione pubblica dell'acqua. Dietro lo striscione che incita a «Ripubblicizzare l'acqua. Difendere i beni comuni». Meta finale, piazza Bocca della verità dove lo scorso 13 giugno si sono tenuti i festeggiamenti per la vittoria del referendum. Il rischio paventato è che «il risultato della consultazione del 12 e 13 giugno scorsi venga dimenticato». E che anzi, «si marci in direzione opposta a quel che è stato deciso dalle urne». Il nuovo interlocutore è il governo Monti a cui, spiega Riccardo Razionale del comitato romano, il rispetto dell'esito referendario: «Lo chiediamo al governo Monti, dato che con la finanziaria di agosto il governo Berlusconi aveva ignorato la volontà popolare».
UN REFERENDUM TRADITO - «Ad oggi nulla di quanto deciso – si legge un volantino del Forum - ha trovato alcuna attuazione: la legge d'iniziativa popolare per la ripubblicizzazione dell'acqua continua a giacere nei cassetti delle commissioni parlamentari, gli enti locali - ad eccezione del Comune di Napoli - proseguono la gestione dei servizi idrici attraverso Spa e nessun gestore ha tolto i profitti dalla tariffa».
IL CASO LAZIO - A Roma è nel Lazio, sono tanti i segnali giunti da associazioni e cittadini preoccupati dal «costo» dell’acqua. Che non sempre è quello pubblicato sulle bollette dove non compaiono voci come «difficoltà di approvvigionamento» ed «erogazione insalubre». Le stesse bollette peraltro in 36 comuni della regione, secondo una denuncia dell’Unione nazionale consumatori riporterebbero fatturazioni errate all’insù, per costi aggiuntivi pari a 150 milioni di euro). Senza contare il caso dei conti batosta – il record è di 14 mila euro per un commerciante di piazza Venezia - piovuto di recente sui commercianti romani per via di un blackout al servizio informatico Acea.
EMERGENZA ARSENICO - Il «dossier tribolazioni Lazio» comprende anche il caso dei pozzi inquinati attorno a Tivoli, dove le famiglie si approvvigionano tramite pozzi artesiani che non assicurano un’erogazione salubre, e l’emergenza arsenico che ha visto per anni, in circa una località su 4 della regione, il mancato rispetto dei limiti fissati dalla Ue riguardo la concentrazione della sostanza cancerogena. Senza contare altri piccoli – ma non meno preoccupanti – recenti problemi domestici, come la sabbia che esce dai rubinetti di casa, che si stanno ripetendo sul litorale romano, Aranova, Passoscuro, Dragona, Quartiere Malafede.

MILIONI DI ITALIANI PER L’ACQUA PUBBLICA - Dal Forum ribadiscono le loro preoccupazioni. «Il 12 e 13 giugno scorsi -rilevano i promotori del referendum- la maggioranza assoluta del popolo italiano ha votato per l'uscita dell'acqua dalle logiche di mercato, per la sua affermazione come bene comune e diritto umano universale e per una gestione pubblica e partecipativa del servizio idrico». Ecco perchè «il risultato referendario deve essere rispettato e trovare immediata applicazione».
LA CAMPAGNA «OBBEDIENZA CIVILE» - «Per questo, il movimento per l'acqua si prepara a lanciare la campagna nazionale “Obbedienza civile” », ovvero una campagna che, obbedendo al mandato del popolo italiano, produrrá in tutti i territori e con tutti i cittadini percorsi auto organizzati e collettivi di riduzione delle tariffe dell'acqua, secondo quanto stabilito dal voto referendario».
Fonte: www.corriere.it

Natale ecologico con gli acquisti verdi


Per chi desidera essere ecologico nelle scelte di tutti i giorni, le feste possono essere il momento per donare ad amici e familiari un segno tangibile della propria sensibilità.
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Il bottone rosso lo trovi anche nella Home Page Persona, nella colonna di sinistra.
Dal Blog di Marco Boschini

Contro la violenza alle donne scendono in campo le commercianti

Bareggio Le commercianti di Bareggio in campo per la giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne. 

Questa mattina abbiamo fatto visita agli esercizi commerciali del paese, dove abbiamo ascoltato i pareri delle negozianti e del Sindaco, Monica Gibillini.

GUARDA IL VIDEO di Mario Romorini Città Oggi Web

Puzza di gas nella zona industriale di Bareggio: numerose le chiamate al 115


Bareggio Da dove proviene la forte puzza di gas che da due giorni a questa parte si avverte nella zona industriale di Bareggio? Sull'episodio stanno svolgendo accertamenti i vigili del fuoco allertati per tre interventi nel giro di poche ore. Prima venerdì sera, poi sabato verso le 18 e, sempre sabato verso le 21.

Sabato sera i vigili del fuoco volontari di Corbetta hanno eseguito in accurato sopralluogo in tutta la zona di via Torino, via De Gasperi e via Isonzo, insieme al nucleo NBCR (Nucleare, Batteriologico, Chimico e Radiologico), ma senza trovare anomalie. Sono rimasti sul posto fino a mezzanotte e mezza controllando tutte le cabine della zona. Eppure la puzza di gas c'è ed è anche pesante.

Le chiamate al 115 sono iniziate dalle 18 in poi, tanto da far sospettare che si tratti di una ditta che scarichi gas. Le indagini per scoprire da dove scaturisca la fuga continueranno.

Gra.Mas.

Città Oggi Web

Mercatino Missionario

spett redazioni locali

vi segnalo una bellissima iniziativa benefica che si fa ogni anno in quel di Sedriano "sotto" il Natale.
Si tratta del Mercatino Missionario, curato dalle signore del benemerito Gruppo Missionario Parrocchiale" Insieme si puo' " di Sedriano (presidente Annalisa Bergamaschi cell. 3338364611). Dura fino alla fine dell' anno ed è aperto nei giorni di Sabato (0re 10/1230 e ore 15.30/19), Domenica  (8.30/12.30 e ore 14.30/19), Martedi' (ore 14.30/17).Sono esposti bellissimi oggetti multietnici e accettano anche manufatti per arricchire il Mercatino.
Il ricavato delle vendite va a favore di numerosi Progetti Solidali:
. Diocesi di Santarèm (Parà) in Brasile (Meninos de rua);
. Costa d'Avorio (frati cappuccini curano la gente dal terribile morbo del Buruli in un loro ospedale in una situazione terribile di Guerre e violenze..);
. Tierra del Sol in Peru'in una zona molto povera, senza acqua nè fognature,  alcune suore fanno il possibile..altre suore operano vicino a Lima;
. la sedrianese Suor Italina opera da anni in Uganda, tra la fame miseria e malattie;
.suore orsoline hanno aperto scuole materne in Eritrea;
. un'altra suora sedrianese, suor Dalmazia, vive in Mozambico, in una zona di assoluta povertà;
..e infine il Gruppo Missionario sostiene anche il Progetto dei bambini romeni abbandonati di Macin (Romania)!
Insomma sarebbe giusto valorizzare al meglio questa lodevolissima iniziativa benefica che ogni anno distribuisce preziose gocce di solidarietà in Africa Sudamerica Romania.ciao
Antonio Oldani

venerdì 25 novembre 2011

Le donne dicono: basta!


Oggi è la Giornata mondiale per l’eliminazione della violenza sulle donne. L'Italia si mobilita. Le iniziative.

Articolo di: La redazione
       











In Italia...

… il tasso di occupazione femminile è pari al 46,3
… molte donne continuano a subire mobbing o essere licenziate per aver scelto di fare un figlio

…7 milioni di donne hanno subito violenza. 6 aggressori su 10 sono uomini italiani.
… molte altre donne continuano a subire immotivati soprusi fisici e psicologici da parte di mariti, compagni, padri, colleghi e sconosciuti

… in alcune regioni si approvano leggi, delibere, protocolli che impediscono la libera scelta della donna sul proprio corpo, la Legge 194 viene sottoposta continuamente ad attacchi

... la partecipazione delle donne in politica continua ad essere molto bassa

… l’eteronormatività non è una parola desueta, ma una realtà che continua a condizionare e limitare la vita di molte persone
… la cultura patriarcale continua a relegare le donne in ruolii sociali di subordinazione.
Il nostro non è un paese per donne

... la crisi economica, insieme all'eliminazione dell'articolo 18, rende la posizione lavorativa delle donne ancora più precaria e ricattabile
… le misure anticrisi, che ci vengono imposte in questi mesi ,non sono neutre: si aumenta l’età pensionabile delle donne dimenticando tutto il lavoro non remunerato che esse svolgono a casa e in famiglia, i tagli al welfare colpiscono di più le donne perchè saranno loro a coprire i buchi lasciati dallo smantellamento dello stato sociale
Questi dati sono riportati nel blog creato dalla Rete della Conoscenza, Link Coordinamento universitario e Unione degli studenti. Clicca qui:http://nonvogliamounacrisidelgenere.blogspot.com e partecipa anche tu alle iniziative della giornata. 
***

“È necessario promuovere modelli sani di mascolinità. Abbiamo bisogno che questa generazione di uomini rompa con un modello portato avanti dalle generazioni precedenti”. Lo afferma il Segretario Generale delle Nazioni Unite,Ban Ki-moon, nel suo messaggio per la Giornata Internazionale per l’Eliminazione della Violenza sulle Donne.
Il Segretario Generale ha sottolineato che gli abusi sessuali contro donne e bambine, la violenza all’interno degli ambienti domestici, al lavoro e a scuola, le mutilazioni genitali femminili e la violenza sessuale nei conflitti armati, si verificano in tutte le parti del pianeta e che sono “prevalentemente inflitte da parte degli uomini”. Ban ha invitato quindi i governi di tutto il mondo ad approfittare dell’energia, delle idee e deldinamismo dei giovani per aiutare a mettere fine a quella che ha definito come una “pandemia di violenza”, sottolineando che “la violenza contro le donne e in molti casi, la sua sola minaccia, costituisce attualmente una delle principali barriere per il raggiungimento della piena parità delle donne”.
Dal 10 ottobre 1999 quando fu proposta all’Onu l’istituzione di una specifica Giornata internazionale alcuni passi sono stati fatti. A renderne conto è stata Michelle Bachelet, nel suo primo messaggio da direttore esecutivo di UN Women, la recente agenzia delle Nazioni Unite che coordina tutte le attività per l’uguaglianza di genere e l’empowerment femminile. Bachelet ha lanciato un’agenda globale per mettere fine alla violenza contro le donne, dichiarando che questo tipo di violenza è ancora una pandemia, ma che ci sono stati anche dei progressi. “Oggi 125 paesi si sono dotati di leggi specifiche che penalizzano la violenza domestica - un risultato impensabile solo 20 anni fa - mentre la parità tra donne e uomini è garantita in 139 paesi” - ha sottolineato la ex presidente del Cile.
Nonostante i passi avanti, le donne continuano a essere vittime di violenze. Secondo le stime delle Nazioni Unite, sei donne su dieci hanno subito violenza fisica e/o sessuale durante la loro vita, la maggior parte della volte da parte dei propri partners. Oggi 603 milioni di donne e bambine vivono in paesi dove la violenza domestica non è considerata un reato. La violenza sessuale è ancora una costante sia in periodi di pace che in tempi di guerra, e casi di femminicidio si verificano tutti i giorni e in molti casi nella più assoluta impunità. Più di 60 milioni di bambine sono obbligate a contrarre matrimonio e 140 milioni subiscono mutilazioni genitali, con tutte le conseguenze che queste comportano per la loro salute e per la loro vita. Oltre 600 mila invece, sono quelle che ogni anno superano le frontiere perché vittime della tratta di essere umani, la maggior parte delle quali per essere sfruttate sessualmente.
Mettendo l’accento su come siano importanti le azioni di prevenzione, protezione e accesso ai servizi per le donne vittime di una qualche forma di violenza, Bachelet ha fatto un appello a tutti i leaders mondiali affinché si mobilitino e investano per assicurare che tutte abbiano un futuro senza violenza. In occasione della Giornata Mondiale ha lanciato l’iniziativa dei 16 Giorni di Attivismo a partire da oggi, che indicano il cammino da seguire per il futuro. In particolare - tra le altre azioni - si chiede che vengano ratificati tutti i trattati internazionali e regionali che garantiscano i diritti umani delle donne e delle bambine: essere tutelate dalla legge è un passo fondamentale.
A proposito di trattati anche Amnesty International e Aidos nella giornata di oggi chiedono che l’Unione Europea e tutti i suoi stati membri ratifichino la Convenzione sulla prevenzione e la lotta alla violenza contro le donne e la violenza domestica del Consiglio d’Europa, in modo da rendere vincolanti le norme in essa contenute. La Convenzione, aperta agli stati membri del Consiglio d’Europa, all’Unione Europea e a qualunque paese la voglia adottare, entrerà in vigore con il deposito della decima ratifica. “Fino ad ora - spiega il comunicato dell’Aidos - la Convenzione ha ricevuto la firma solo di 17 paesi, e dell’Unione Europea – tra i quali non compare l’Italia – e nessuna ratifica.
“Affinchè le donne si possano sentire sicure per strada, in ufficio e nelle loro case, stati e Unione Europea devono potenziare tutte le misure per eliminare la violenza contro le donne, inclusa la prevenzione, la protezione, il procedimento giudiziario e i risarcimenti. Il primo passo è aderire alla Convenzione” - ha affermato Nicolas Beger, Direttore dell’ufficio istituzioni europee di Amnesty International. Negli ultimi anni, la Commissione europea e il Consiglio dell’Unione Europea sotto le presidenze della Svezia, della Spagna e del Belgio hanno fatto passi significativi per affrontare la violenza contro le donne attraverso l’adozione della Carta delle Donne, una strategia per l’uguaglianza di genere e per combattere la violenza, uno degli interventi per fare in modo che l’Europa diventi una zona a “tolleranza zero” per la violenza contro le donne.
Tra le azioni lanciate dalle Nazioni Unite per i prossimi 16 giorni, c’è anche quella dimettere fine all’impunità per i responsabili di questi crimini, altra piaga diffusa, sopratutto nei paesi dove è più difficile garantire giustizia a tutti i livelli. Ancora, che si mettano in atto dei piani di azione tra governi e organizzazioni della società civile, che si renda la giustizia accessibile a tutte le vittime, ma anche che si mettano a disposizionepiù fondi per questa battaglia. Anche dal Fondo Fiduciario delle Nazioni Unite per l’Eliminazione della Violenza contro le Donne - in occasione del suo quindicesimo anno di attività – è arrivato un appello globale sempre per voce della Direttrice Esecutiva Michelle Bachelet: “Il cambiamento è possibile e le strategie e le innovazioni che sono nate grazie all’appoggio del Fondo Fiduciario sono la prova del fatto che siamo in un momento cruciale della storia per porre fine alla violenza contro le donne. È ora di tradurre tutto questo in realtà”.

Articolo di Elvira Corona, 
Fonte: Unimondo.org,

Accadde... OGGI!

36 dei più noti musicisti pop britannici e irlandesi si riuniscono in uno studio di Notting Hill come Band Aid per registrare la canzone "Do They Know It's Christmas?", allo scopo di raccogliere denaro contro per alleviare la carestia in Etiopia


Giovani, quanto conta partecipare?


Arciragazzi e Cevas hanno presentato recentemente un'indagine che mette in relazione l'autonomia e la capacità critica dei giovani con le forme di partecipazione associativa. L'intervista a Pasquale D'Andrea, presidente di Arciragazzi, per approfondire questi dati.

Articolo di: Toni Castellano
Foto di arciragazzibrescia.it
       
Un questionario somministrato a un campione di 2070 ragazzi di età compresa tra i 15 e i 29 anni ha rivelato che far parte di un'associazione o di un'organizzazione ha effetti generalmente positivi.
Il 25% degli intervistati ha dichiarato di aderire ad associazioni culturali, il 18% ad associazioni di volontariato e il 14% pratica lo scoutismo. Solo il 20% dei giovani non ha mai fatto parte di un movimento associativo. Di questi, circa il 60%, ha scarsa fiducia nel futuro e nel cambiamento. Un dato che si inverte in coloro che hanno avuto più di 3 esperienze associative: insomma, i ragazzi che partecipano sembrano più ottimisti. Ma non solo. Esiste, secondo l'indagine, una relazione negativa tra la partecipazione e la propensione ad accettare favoritismi e raccomandazioni, il che vuol dire che i giovani più attivi socialmente credono anche di più nella meritocrazia. Altri aspetti interessanti riguardano la minore ricettività di fronte ai modelli televisivi; la crescita del coinvolgimento politico (solo il 7,8% di coloro che hanno avuto esperienze associative si astiene dal voto); una maggiore fiducia nelle proprie capacità come strumento per raggiungere obbiettivi personali ma anche per contribuire a cambiamenti sociali.
Abbiamo intervistato Pasquale D'Andrea, presidente di Arciragazzi, per approfondire questi dati.
 
Come è nata l'idea di questa ricerca? L'impegno giovanile in Italia è in calo o in crescita? 

I centri servizi sul volontariato e il Forum nazionale giovani hanno fatto recentemente una ricerca su temi simili, ma il taglio di queste due inchieste era orientato sulla partecipazione dei giovani alla politica. Il nostro lavoro, invece, si è occupato più in generale delle forme di partecipazione giovanile. A differenza di chi ha svolto indagini percentuali, noi abbiamo cercato di formulare delle tesi, mettendo in relazione numerosi indici: età, contesti di vita, famiglia e istruzione. Più che quantificare l'impegno, abbiamo voluto verificare l'incidenza della partecipazione associativa nella crescita di bambini e adolescenti.
 
E qual è stato il risultato di questa verifica?

Su più di 2.000 giovani intervistati, il 65% circa ha avuto almeno un'esperienza in un'associazione, alcuni in due, altri addirittura in tre. Il trend dice che man mano che le esperienze associative aumentano, cresce anche la fiducia dei ragazzi nella vita. Giovani e adolescenti acquisiscono modelli positivi, riescono a desiderare e progettare un domani, rifuggono da modelli populisti, scoprono la solidarietà e l'identificazione  territoriale, lavorano per il proprio e altri futuro. Di contro, la conferma viene da quel 35% di ragazzi che non hanno mai 'partecipato' e tendono verso l'esatto opposto: scarsa fiducia, scoraggiamento, isolamento.
 
Altri aspetti importanti, e magari inattesi?

Tra i dati più interessanti che emergono dal rapporto ce n'è uno che riguarda la questione politica. I ragazzi intervistati non hanno più identificazioni di destra o sinistra: le delusioni recenti li hanno indirizzati verso qualcosa di meno intaccabile delle ideologie, ossia i diritti. I nostri giovani, oggi, sono protesi verso la tutela della libertà e della dignità umana.
 
Quali sono gli ambiti in cui oggi i ragazzi s'impegnano maggiormente?

I giovani s'impegnano molto per i diritti dei più piccoli. C'è poi il discorso delle minoranze e dell'immigrazione: sono sempre di più i ragazzi e le ragazze che scelgono di confrontarsi con questi temi. Il mondo cattolico fa la parte del leone, e penso a realtà importanti come Agesci e Azione Cattolica, ma anche il mondo laico sta crescendo con associazioni sempre più impegnate.
 
In un periodo in cui i bilanci si risanano tagliando la spesa sociale e molte attività associative sono costrette a chiudere, che peso ha l'apporto dei giovani volontari? Quanto è forte il rischio che il volontariato si sostituisca allo Stato?

Mi piace rispondere con una storia. Noi a Palermo, in Borgo nuovo, abbiamo come Arciragazzi una ludoteca, aperta negli anni 80, che negli anni 90 era arrivata a costare all'associazione anche 100 milioni di lire all'anno. Per tenerla aperta si spendeva tantissimo, lavorando 10-12 ore al giorno. Oggi la stessa ludoteca, pur restando aperta per un monte ore molto ridotto, non supera i 6.000 euro di budget. E la sua importanza nel territorio è sempre forte, anzi in crescita. Questo succede grazie all'impegno gratuito dei nostri ragazzi. Se si dà loro un percorso autoformativo, una sperimentazione partecipata dove l'educatore si mette al servizio del gruppo di giovani, i ragazzi rispondono e cominciano a far cose grandi. Penso però che il volontariato non può e non potrà mai sostituire lo Stato. Noi crediamo molto in una comunità educante. Crediamo in una comunità che si relazioni, dialoghi, parli. Ma è necessario creare le condizioni. Gianni Rodari diceva che nella scuola dovevano esserci muratori e idraulici esperti, oltre che maestri. Insomma, oggi come allora serve lo specialista e non un esercito di sottopagati animatori, che poi non crescono professionalmente e nemmeno migliorano la struttura con il loro servizio. Si possono far fiorire le passioni dei giovani in formazione, come è successo con la nostra ludoteca, così magari da limitare le spese. Ma questa deve essere una scelta politica dei ragazzi, non una politica che li sceglie per sfruttarli. Lo Stato deve garantire i servizi minimi. A partire da quelli, possiamo poi lavorare.
Fonte: Gruppo Abele

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Giornata contro la violenza sulle donne: più che una festa, un urlo di dolore


In Italia l'esercito delle vittime è composto da sette milioni di donne, per lo più tra i 16 e i 24 anni. I maggiori responsabili, i partner


ROMA - La Giornata mondiale contro laviolenza sulle donne indetta dall’Assemblea generale della Nazioni Unite giunge come un momento di riflessione. Se si leggono i dati che riguardano l'Italia, le cifre sono da brivido: l'esercito delle vittime è composto da sette milioni di donne.Nell'universo femminile una donna su tre, tra i 16 e i 70 anni è stata colpita nella sua vita dell'aggressività di un uomo e nel 63% dei casi, alla violenza hanno assistito i figli(dati Istat). Le più numerose ad essere colpite sono le donne più giovani, quelle tra i 16 e i 24 anni, ma nella quasi totalità dei casi le violenze non sono denunciate: il 96% delle donne non parla con nessuno delle violenze subite. I maggiori responsabilidelle aggressioni sono i partner, artefici della quota più elevata di tutte le forme di violenza fisica, mentre tra le violenze in famiglia, i maggiori responsabili risultano gli zii.
I DANNI AI FIGLI - Quando la violenza arriva ai figli il muro d’omertà si rompe e la donna esce allo scoperto. Ma il dannoindiretto recato ai bambini, nell’arco dei primi 15 anni di vita, è tale da indurre i figli a negare il desiderio di formare una famiglia e di avere una relazione sana di coppia. Lo raccontano i risultati principali della ricerca internazionale «Daphne III Violenza sulle donne: il danno indiretto provocato sui bambini», condotta dalla Facoltà di Scienze della formazione di Roma Tre in collaborazione con la cattedra Unesco di Cipro, Oradea della Romania e Presov della Slovacchia, presentata giovedì presso l’università di Roma Tre.
STALKING - Esiste poi un vero e proprio profilo dello stalkerche nel 75% dei casi è uomo e solamente nel 25% è donna. Lo stalker è un individuo che non è in grado di elaborare ed accettare l'abbandono: nel momento in cui sente di perdere una persona importante, attiva automaticamente una serie di comportamenti orientati a mantenere un contatto 'controllante' con la vittima e farla desistere dal proposito d'allontanamento. Nella maggior parte dei casi soffre di rigidità relazionale (75%), ha spesso un disturbo della personalità (20%) e in misura minore soffre di una psicopatologia grave (5%). Secondo l'«Osservatorio nazionale stalking», poiché uno stalker su tre dopo la denuncia continua a perseguitare la vittima (spesso con maggiore intensità) le denunce sono in calo del 25%.
TELEFONO ROSA - In occasione della Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne, l'Associazione Nazionale Volontarie Telefono Rosa ha organizzato una serie di incontri con il Premio Nobel per la Pace 2003, l'iraniana Shirin Ebadì,prima donna musulmana a ottenere questo riconoscimento. Sono tre le iniziative: la presentazione del libro «Tre donne una sfida», scritto da Marisa Paolucci, che racconta la storia di tre donne straordinarie: Shirin Ebadì, Fatima Ahmed(sudanese, prima donna eletta in un parlamento africano e presidente dell'«Unione delle donne» del suo paese) e Malalai Joya (afgana, parlamentare dal 2003 al 2007 e capace di denunciare i «criminali di guerra» che le sedevano accanto in Parlamento). A Shirin Ebadi è dedicata anche una serata di Gala e il 25 novembre al Teatro Quirino, sarà con 900 ragazzi delle scuole romane, per discutere di violenza sulle donne nei diversi paesi del mondo. In questa occasione verrà anche lanciato ilconcorso Uno spot per il Telefono Rosa e sarà presentato in anteprima il brano «Domani ho 40 anni», che il cantautore romano Marco Meloni ha donato all'Associazione. Il ricavato della canzone verrà devoluto in favore dell'associazione.
«Domani ho 40 anni» per Telefono Rosa
Marco Meloni contro la violenza sulle donne
AMNESTY INTERNATIONAL
 - «La violenza sulle donne è uno scandalo per i diritti umani» si legge sul sito di Amnesty International che ha intrapreso la campagna contro la violenza sulle donne sin dal 2004. «In molte società questo problema si scontra con la mancanza di interesse, il silenzio e l'apatia dei governi». La campagna affronta le diverse violazioni dei diritti delle donne: dalla violenza domestica alla tratta, dagli stupri durante i conflitti alle mutilazioni genitali.
Le magliette «Libere di essere»Le magliette «Libere di essere»
IL CORTOMETRAGGIO - Appuntamento il 25 novembre con «Libere di essere», l'evento a sostegno della giornata internazionale contro la violenza sulle donne. Tanti i nomi dello spettacolo che sosterranno l'iniziativa, ideata da Maximiliano Gigliucci, presidente di «Pantare»: daMaria Grazia Cucinotta aFrancesco Facchinetti, da Mirca Viola Jimmy Ghione, da Paola Iezzi a Antonia Liskova, e ancoraMarco Liorni, Syria, Rossella Brescia. Insieme ai volti storici che hanno partecipato alla prima edizione come Fiorella Mannoia, Andrea Osvart, Francesca Inaudi, Sarah Felberbaum, Lucia Ocone, Diane Fleri, Valeria Marini, Irene Pivetti. Il cinema Anica di Roma ospiterà un dibattito sugli abusi di cui è vittima l'universo femminile. «Libere di essere è un evento che vuole stigmatizzare ogni tipo di violenza sulle donne - ha affermato Lavinia Mennuni, delegata del sindaco di Roma per le pari opportunità - e proseguire nell'azione volta alla promozione del ruolo della donna nella società. Stiamo portando quindi avanti il programma lanciato con il manifesto contro la violenza firmato lo scorso 8 marzo da tutte le istituzioni». Durante l'incontro verrà proiettato il corto di Giorgio Amato dal titolo «The Stalker», oltre alle foto della campagna stampa contro la violenza sulle donne realizzata da Andrea Melcangi.
Il manifesto vincitoreIl manifesto vincitore
LA MOSTRA - «No alla violenza contro le donne». Un titolo dedicato alla ricorrenza del 25 novembre quello della mostra organizzata dall'associazione Forma Liquida, insieme alla Casa internazionale delle donne, a Solidea e con il sostegno dell'Unric, il Centro regionale di informazione delle Nazioni Unite. In esposizione i 30 manifesti finalisti del concorso che si è rivolto ai creativi europei con il compito di lanciare un messaggio forte contro gli abusi sulle donne. La premiazione avrà luogo a Madrid contemporaneamente all'inaugurazione di Roma. I lavori pervenuti da 40 paesi europei sono stati 2.700 e tra i finalisti gli italiani sono 5. Il manifesto vincitore, che compare sulla locandina della mostra, è firmato da Trine Saijthen e proviene dalla Danimarca: rappresenta un volto femminile bello, statuario, apparentemente privo di segni di violenza. Accanto, la scritta «Violence is not always visible», perchè «non sempre la violenza si vede». Alla vincitrice è giunto un premio di 5.000 euro. La mostra è al Reclusorio del convento del Buon Pastore, uno dei reclusori femminili più popolati dello Stato della Chiesa, destinato a coloro che avevano commesso reati contro la morale e la fede: donne e bambine malate, povere, abbandonate, disagiate che hanno passato anni in quelle strette celle.
Manuela Pelati
mpelati@corriere.it